Le esperienze di due produttori astigiani al Villaggio Coldiretti Milano

I prodotti e lo story telling dell’agroalimentare italiano firmato Coldiretti sono stati i primi protagonisti e corresponsabili del grande successo del Villaggio Coldiretti Milano, svoltosi lo scorso fine settimana nella prestigiosa cornice del Castello Sforzesco e del suo parco.

Una preziosa occasione per dare voce alle eccellenze dei Mercati Contadini di Coldiretti e alla narrazione della cultura, della tradizione e della filosofia di produzione, che ha letteralmente catalizzato l’attenzione dei numerosissimi visitatori affollatisi durante la tre giorni di evento, con particolare concentrazione nella giornata di domenica 2 ottobre.

A portare la voce del territorio astigiano, ci sono stati Simone Turella, titolare della Società Agricola Il Cortile delle Delizie di Cinaglio Montegrosso e Roberta Papagni dell’Azienda Agricola Roberta Papagni di Asti Serravalle.

E’ stata una grande occasione per promuovere e valorizzare le nostre produzioni, non solo, nei confronti dei numerosissimi visitatori transitati, tra i quali molti giovani, ma, anche, ai molti operatori di settore che si sono soffermati – racconta entusiasta Simone de Il Cortile delle Delizie. – In genere, si è trattato di consumatori interessati e desiderosi di conoscere ingredienti, preparazioni e qualità dei prodotti. Abbiamo avvertito una grande voglia di sapere e di conoscere; la narrazione diretta dei prodotti, da produttore a consumatore, è una componente ricercata e, sempre più, imprescindibile dall’acquisto. Ci siamo portati a casa tanti contatti di operatori di settore, di agenzie interessate a tour enogastronomici e, soprattutto, un’enorme soddisfazione. Interessante e stimolante anche il confronto tra produttori”. Tra i visitatori, è stata altresì registrata una bella affluenza di stranieri rispetto ad un target eterogeneo per età, cultura e interessi. Tanti, infine, i biglietti da visita ritirati per visite in loco e gli acquisti su e-commerce.

Sul banchetto di Simone sono andati a ruba i nettari di frutta, le composte da colazione, le mini composte per carni e formaggi, i classici antipasti piemontesi come giardiniere, bagna cauda, cipolline in agrodolce, peperone tonno-acciughe e, poi ancora, le salse nelle diverse soluzioni e i sughi per la pasta. In tutto, una quarantina di prodotti che hanno colorato il paniere dell’offerta astigiana firmata da Simone e dalla moglie Ramona.

Ex informatico, oggi, 42enne, un lustro fa Simone aveva deciso di cambiare vita e di aprire un Laboratorio per la vendita diretta alimentando, altresì, i mercati terzi di altre aziende agricole che, a loro volta, gli forniscono le materie prime. Il salto dagli algoritmi all’agroalimentare è stato importante ma, certo, non nel vuoto. Alle spalle, un padre e un nonno già amanti dell’ortofrutta e della terra e, ma determinare la svolta, è stata la moglie Romina con un passato nella ristorazione.

Una scelta importante che mi ha anche cambiato la qualità della vita. Non tornerei indietro per nessuna ragione al mondo. Amo questo lavoro, sempre, pieno di stimoli. Tanti input ci arrivano dai anche dai clienti. Ora, per esempio, stiamo lavorando su una salsa di olio Evo, acciughe e topinambur”.

Certamente, il caro prezzi non aiuta, con vetro e capsule in metallo che, oltre a scarseggiare, hanno subito un aumento tra il 50 e il 100%. A tutto questo si aggiunge il caro energia. “Purtroppo, la superficie dei nostri tetti non ci consente di sfruttare le coperture a pannelli fotovoltaici, così come i macchinari che utilizziamo. La sola macchina del sottovuoto viaggia a 19 kwatt. Poi, l’autoclave che pastorizza e sterilizza entra in funzione di notte ed è alimentata a gas”.

Un’altra bella esperienza ce la racconta Roberta Papagni, ex programmatrice elettronica e da circa 12 anni titolare dell’omonima Azienda Agricola per la produzione di tagliolini alla canapa, zucca di Piea, trasformati (passata, acqua e polvere di pomodoro, verdure essiccate, peperoni e cetrioli), composte di frutta, sott’oli e di cremine di verdure (melanzane, pomodori, topinambur, capperi e peperoni).

La sua cifra stilistica sta tutta nella rigorosa osservanza dei dogmi di produzione rispettosi dell’ambiente e nella filosofia del “nulla si butta”. Infatti, per Roberta, il fresco invenduto diventa trasformato, quello studiato e sperimentato anche scientificamente per garantire tutti i sapori dell’orto.

Il Villaggio Coldiretti Milano è stata una bellissima esperienza, un’occasione di confronto e l’opportunità per stringere nuovi contatti, inclusi, quelli con alcuni agri-chef e ristoratori – racconta Roberta che, oltre ad essere presente al Mercato Contadino di Campagna Amica in corso Alessandria 271 ad Asti, tutte le settimane, porta l’astigianità agroalimentare al Mercato di Porta Romana a Milano.

Per Roberta, il passaggio dalla programmazione elettronica all’agroalimentare è, invece, stato il coronamento di un sogno coltivato fin da bambina quando, ad 8 anni, aveva già realizzato il suo primo erbario. Ora, Roberta sta seguendo un corso universitario in erboristeria per poter affiancare alle sue produzioni, anche, quella delle erbe officinali e spontanee. Le idee non le mancano mai.

“Le storie dei contadini di Campagna Amica sono sempre belle storie che rimandano ai sapori della terra, della tradizione e della bellezza dei nostri territori – apprezza il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia – Storie che, oltre alla passione che le contraddistingue, meritano attenzione per l’impegno, la dedizione e l’attenzione alla salute e all’ambiente. Storie di giovani che si riscoprono e si reinventano unendo alla tradizione quella giusta componente di innovazione, ricerca e tecnologia che muove le dinamiche contemporanee”.

Coldiretti non può che sostenere ed essere orgogliosa di queste esperienze ma, certamente, col caro energia e materie prime che si trovano ad affrontare i nostri associati, anche il governo dovrà, presto, fare la sua parte per garantire continuità e futuro all’agricoltura e all’agroalimentare italiano – aggiunge il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio.

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