Il Vescovo Prastaro: “Pochi preti, siamo nell’era della fine della Cristianità: per le vocazioni dovremmo ascoltare di più i giovani”

Guerra, crisi climatica, inverno demografico e chiese sempre più vuote. E’ un quadro a tinte fosche quello che dipinge il Vescovo di Asti, Marco Prastaro, illustrando le indicazioni e le proposte per il nuovo anno pastorale.

“Viviamo in un tempo difficile e faticoso – afferma il vescovo –  non sappiamo ancora come questa guerra andrà a finire e agli scenari minacciosi che si prospettano davanti a noi altri timori ci assalgono,  Veniamo da un’estate che ci ha messo di fronte , come mai prima d’ora, alla crisi climatica. E’ un tema che ci preoccupa, così come quello dell’inverno demografico di cui vediamo gli effetti nella nostra città e nella nostra realtà”.

La Chiesa, soprattutto nelle regioni del nord Italia, sta attraversando una crisi epocale: “Stiamo attraversando con grande fatica i cambiamenti attuali: siamo entrati nell’epoca della “fine della cristianità”. La Chiesa diventerà una minoranza, con scarsità di preti e vocazioni. Già ora c’è una grandissima fatica nella partecipazione alla vita ecclesiale nella fascia che va dai 30 ai 50 anni, soprattutto  nel mondo femminile, che era un pilastro delle attività nelle nostre parrocchie. Tra i giovani, anche se vengono condivisi molti dei principi sociali che il Cattolicesimo rappresenta, ci rendiamo conto che forse è sbagliato il modo di comunicarli”.

C’è un diffuso timore per il futuro che si presenterà nei prossimi anni: aumento delle parrocchie senza parroco residente, accorpamenti e soppressione di parrocchie, diminuzione della frequenza alla messa domenicale, assenza dei giovani e degli
adulti. La considerazione più semplice riguarda il calo numerico del clero: nel 1970 la nostra diocesi aveva 217 preti, nel 1990 i preti erano 160, nella prima decade del 2000 vi erano 90 sacerdoti, oggi sono 63, di cui 13 in pensione e 24 sopra i 70 residente.

Non si vedono molte speranze all’orizzonte: “Al momento abbiamo un solo seminarista. Da sei anni non entra un ragazzo in seminario – spiega Prastaro – purtroppo il problema è comune:  la Diocesi di Milano, quest’anno ha solo sei nuovi seminaristi. E’ un questione  legata alla situazione sociale e culturale: si entra nella vita adulta molto più tardi e si rimandano le scelte molto al di là negli anni. Il problema vocazionale è  legato in qualche modo anche alla pastorale giovanile, ovvero alla capacità e alla possibilità di ascolto personale dei ragazzi. Si è in pochi e spesso non si riesce ad affrontare le questioni come meritano. Dovremmo essere più vicini ai ragazzi, aiutarli nel discernimento e nel caso maturassero certe scelte, sostenerli e accompagnarli. E’ un lavoro silenzioso in un ambito oggi molto difficile in cui dovremo intervenire dal punto di vista vocazionale”. 

Come affrontare una crisi di questa portata? Il Vescovo Prastaro cita lo scrittore Bruce Marshall: “bisogna dire le verità di sempre con le parole di oggi”. Per questo motivo la Chiesa astigiana si concentrerà su alcuni aspetti.

Il primo è quello del cammino sinodale, voluto dal Papa e che proseguirà anche quest’anno: “c’è già stata una sintesi derivante dalla consultazione delle varie realtà della nostra diocesi, con 40 sintesi che sono state inviate in Vaticano – spiega il vescovo – ora si apre òa  seconda fase d’ ascolto su tre temi, chiamati cantieri. Il primo è il “cantiere della strada e dal villaggio“, dove si andrà ad ascoltare i mondi “esterni” alla Chiesa,  in cui i cristiani vivono e lavorano insieme a tutti coloro che formano la società:  in particolare occorrerà curare l’ascolto del vasto mondo delle povertà, così come al mondo della cultura, delle religioni e delle fedi, delle arti e dello sport, dell’economia e finanza, del lavoro, dell’imprenditoria e delle professioni, dell’impegno politico e sociale, delle istituzioni civili e militari, del volontariato e del Terzo settore”.
Il  secondo cantiere è quello “dell’ospitalità e della casa” e  approfondirà la qualità delle relazioni comunitarie e aprirà gli orizzonti del decentramento pastorale, per una presenza diffusa sul territorio. Si potrà prevedere un’analisi e un rilancio degli organismi di partecipazione, specialmente i Consigli pastorali e degli affari economici. Il terzo cantiere è infine quello delle “diaconie e della formazione spirituale”: come radicare al meglio l’azione nell’ascolto della parola di Dio e dei fratelli. Sarà importante anche approfondire la questione della corresponsabilità femminile nella gestione delle varie realtà ecclesiali.

Termina nel 2023 il cammino di riflessione iniziato nel 2019 sui 3 ambiti della vita della chiesa: liturgia, annuncio e carità. Quest’ anno sarà dedicato al tema della carità. “Secondo un calendario fissato incontrerò a livello di vicaria o di zona tutte le realtà ecclesiali che si occupano del “terzo settore”, cioè gli ambiti o le persone delle nostre comunità che realizzano l’impegno della testimonianza cristiana nel mondo – annuncia il vescovo –  sarà un’occasione importante per conoscersi e per comprendere come
la carità è vissuta nelle nostre comunità. Vivremo tutto questo nella consapevolezza che la carità deve dare visibilità all’annuncio e che l’annuncio spiega i motivi della carità. Sarà importante continuare a pensare a come lavorare in rete, farsi prossimi di chi è nel bisogno”.

Per fine maggio ci sarà infine il rinnovo dei Consigli Pastorali e i Consigli per gli affari economici delle varie parrocchie “organismi sempre più importanti per la vita della nostra Chiesa: sarebbe bello – conclude Prastaro – che per la solennità di Pentecoste fossero già tutti formati in maniera tale da essere presentati alle proprie comunità”.