Michele Gandolfo: “Ho dato tanto alla Festa, non rimpiango nulla. Mi auguro che il Palio possa diventare il Palio della gente”

E’ stata dolceamara la giornata di Michele Gandolfo, il Capitano del Palio. Dolce, perché dopo due anni è tornato a chiedere licenza di correre il Palio al sindaco Maurizio Rasero. Amara perché la galoppata in piazza Alfieri è stata la sua ultima da Capitano.

Che emozione è stata Gandolfo?

Fortissima.  E’ stata un’emozione come la prima volta- Ho messo dentro di me una carica dove ho sfogato tutta la rabbia e la frustrazione per questi due anni fermo. E infatti la voce (roca al telefono ndr) ancora ne risente.

E che Palio è stato?

Secondo me è stato un ottimo Palio. E’ filato via liscio, non ci sono stati contrattempi o incidenti. Per me è stata una lunghissima giornata, iniziata mettendomi il costume a mezzogiorno e finita alle 20.30. E non mi sono accorto del tempo che passava. La seconda batteria è andata per le lunghe: è il Palio, ci sono tanti fattori che incidono nella durata di una mossa, il Palio è fatto di equilibri che si compongono quasi attimo per attimo. Certo, probabilmente la percezione che ha il Capitano del Palio non può essere la stessa di uno spettatore seduto su una tribuna, però devo dire che le pause nel Palio sono ridotte al minimo indispensabile.

La seconda batteria è stata difficoltosa. Si preannuncia tanto lavoro?

Non è stata una chiamata semplice. Non abbiamo ancora visto i filmati. Come sempre, saremo scrupolosi nel controllare gli allineamenti al canapo. Interverremo se verranno riscontrate delle irregolarità.

Ultimo Palio. Come hai trovato questa festa, da Capitano, e come la lasci ora?

Sono arrivato con poca esperienza. Ho fatto il magistrato con Enzo Clerico, ma fare il Capitano è tutta un’altra cosa. Ho imparato molto e lascio una manifestazione bellissima che ho imparato ad apprezzare ogni anno sempre di più. Mi sarebbe piaciuto fare ancora il Capitano ma credo che oggi la mia permanenza sarebbe un danno per la manifestazione. Quindi credo che sia giusto per il bene del Palio farmi da parte. Tra il Palio e le mia voglia di indossare ancora quel costume, scelgo la prima. Ho dato tantissimo tempo della mia vita al Palio, ma non mi pento neanche di un attimo che gli ho regalato.

Cosa auguri al Palio, ora che si appresta a vivere un periodo di grandi trasformazioni.

Gli auguro di essere sempre più il Palio della gente. Il Palio partecipato, quello delle cene in piazza, quello della città viva. Auguro al Palio di vivere non solo in funzione dei soldi, ma di quello che può dare alla città.  I ritorni economici, se c’è questo, arriveranno. I 244 mila euro (incasso dell’edizione 2022 secondo i dati del sindaco ndr) sono ancora troppo pochi,  il Palio merita di più. E a questo risultato si arriva coinvolgendo la gente: durante la preparazione delle cene tanti si sono fermati, turisti e non, hanno chiesto, hanno voluto partecipare. Esiste una parte della città che è tiepida nei confronti del Palio? Coinvolgiamola, magari nel Palio troveranno qualcosa che non si aspettavano. Bisogna partire dalle scuole, dai bambini. Chi ha trent’anni difficilmente troverà un interesse nel Palio. Il lavoro che abbiamo fatto con il Collegio dei Rettori è stato prezioso. Ricominciamo da lì.

Pensi a un tuo ruolo nel Palio? 

Io sono a disposizione per il Palio, però non voglio che la mia presenza possa essere, come ho già detto, un danno. Ho preso tantissimi voti all’ultima elezione, ma poi sono stato attaccato, anche da persone da me vicine, denigrato. Vedrò se ci saranno i pressuposti.