Lettere al direttore

Maurizio Rasero: “Ci sarà finalmente un governo scelto dai cittadini, ma questa legge elettorale va assolutamente rivista”

Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni politiche del primo cittadino di Asti e Presidente della Provincia, Maurizio Rasero sulle elezioni politiche appena trascorse.


Mi permetto , molto modestamente, di esprimere alcune considerazioni su quello che è successo nelle recenti elezioni politiche senza avere la presunzione che siano da tutti condivise, è solo un mio punto di vista.
Ha vinto Giorgia Meloni.
Lo dico convinto. Ha vinto lei trainando il suo partito, bucando lo schermo, arrivando ai cuori delle persone più degli altri.
Non la ho votata ma le devo fare i complimenti per una vittoria meritatissima che le avevo preannunciato quando la incontrai ad Asti lo scorso novembre in occasione dei mercatini di Natale (evento a cui partecipo’ con visita privata insieme alla famiglia).
Le dissi che a differenza degli altri che avevano detto e fatto tutto ed il contrario di tutto (vi ricordate cose tipo “mai con il partito di Bibbiano!”) lei è stata la più coerente e questo alla lunga avrebbe pagato.
Il leader che tira e fa tendenza trascina naturalmente con se tutti gli altri e così i fratelli saranno il gruppo più numeroso in quel di Roma.
All’opposto, dovessi indicare qualcuno, segnalerei molto modestamente l’ex leader PD Letta che in questa campagna elettorale non ne ha azzeccata una ed ha profuso tutto il suo impegno in campagna elettorale per sventolare la minaccia fascista piuttosto che la deriva populista o il rischio default causa isolamento europeo/mondiale.
Forse, avesse parlato più di programmi, più di lavoro che purtroppo manca, più dei problemi di chi non arriva più a fine mese o di tutte le altre tematiche su cui si è fondata l’agenda politica dei partiti di sinistra degli ultimi settanta anni, magari qualcosa in più lo avrebbe ottenuto (sembra infatti che questo partito soffra di crisi di identità e non abbia ancora deciso chi vuole rappresentare in questo paese).
Sicuramente quel qualcosa in più sarebbe giunto nel momento in cui avesse saputo interpretare meglio l’attuale legge elettorale che premia le coalizioni almeno nei seggi uninominali che pesano un terzo di quelli totali.
È infatti evidente che mentre il centrodestra si è presentato compatto alle elezioni, seppur con naturali differenze che possono esserci fra forze politiche alleate (se la si pensasse uguale su tutto non ci si alleerebbe ma ci si fonderebbe in una unica cosa) nel campo alternativo sono fioccate le divisioni ed alla fine queste sono state determinanti.
La domanda che mi pongo è: “ma se A vuole allearsi con B e con C e questi ultimi insieme non possono stare, fra il non allearsi con nessuno e l’allearsi con uno dei due per averne degli oggettivi vantaggi, cosa sceglierebbe uno mediamente intelligente?”
Quindi Meloni stravince e Letta straperde, ok, ma gli altri ?
Gli altri, a sentirli hanno vinto tutti. Forse l’unico ad ammettere l’insuccesso andando a trovare faticosamente un minimo di onestà intellettuale in fondo all’animo (dopo che in questi anni ha perso qualsiasi credibilità per aver ripudiato tutti i principi fondamentali delle sue scelte politiche della prima ora) è stato Luigi Di Maio che resta a casa. Sembra un destino scritto : il terzo mandato o per scelta o imposizione non doveva arrivare.
Forza Italia tiene e lo fa probabilmente non tanto per l’ennesimo sforzo titanico del leader maximo (badate che per me Berlusconi, che piaccia o no, è una delle persone più incredibili che ho incontrato nella mia vita) ma per il fatto che molti cittadini più moderati che volevano votare da questa parte non hanno avuto alternative: non si sentivano rappresentati da Meloni e Salvini e non se la sono ancora sentita di votare “Noi moderati” pensando che sarebbe stato un voto sprecato per il non raggiungimento del quorum cosa poi effettivamente accaduta.
La Lega ha fatto meno di quanto avrei potuto immaginare. Pensavo francamente un paio di punti in più . Forse avessero parlato un po’ più sovente persone che stimo e conosco come il ministro al turismo uscente Massimo Garavaglia molti si sarebbero convinti che c’è anche sostanza, preparazione e buon senso. Tra l’altro auguri di buon lavoro a Massimo che era capolista del suo partito al plurinominale del Senato nel nostro collegio ed è stato riconfermato.
“Noi Moderati” non ha raggiunto il punto percentuale ( i suoi voti sono andati quindi persi) e di questo rimango dispiaciuto perché così non viene rieletto il Sen Massimo Berutti persona onesta, corretta e preparata che in questi anni ho più volte interessato ai nostri problemi e che si è sempre fatto trovare pronto e disponibile per aiutare il nostro territorio.
Molto interessante l’esperimento del terzo polo. Gli artefici si immaginavano a doppia cifra ma francamente non so come questo potesse accadere. Ritengo che il risultato sia più che lusinghiero ed apra nuove prospettive sempre che, poco a poco, non si decida di tornare nel campo del centrosinistra insieme a tutti gli altri.
Lo dico perché in occasione di un incontro organizzato nel salone di fianco al mio ufficio ho visto non solo sostenitori di Azione o Italia Viva ma anche amici simpatizzanti e militanti del centrosinistra o del centro destra, segno che c’è per lo meno curiosità ed interesse.
Più in generale ritengo che le forze centriste (noi moderati, azione, italia viva) siano state svantaggiate dal poco tempo che hanno avuto a disposizione per organizzarsi e strutturarsi a causa della precipitosa caduta del governo e la conseguente convocazione delle elezioni con campagna elettorale per la prima volta sotto gli ombrelloni della spiaggia.
Sul fronte opposto del Pd ho già parlato così come , parlando delle disavventure di Giggino, ho di fatto raccontato dell’insuccesso di “Impegno civico” di cui ci dimenticheremo presto anche il nome.
Non raggiunge il 3% +Europa protagonista del teatrino con Calenda alla vigilia della presentazione delle alleanze e liste. Debbo dire a riguardo che sono rimasto dispiaciuto per l’esclusione di Emma Bonino da decenni sempre in prima linea per la difesa dei diritti e da ritenersi, a mio modesto giudizio, un valore aggiunto per il nostro parlamento e paese.
Altra sorte hanno invece riservato le urne alla nuova compagine “Alleanza Verdi Sinistra” di cui non mi interesserebbe minimamente parlare se non fosse per il fatto che, proprio ad Asti, ci ha regalato la sorpresa più clamorosa. Calcoli complicati e forse algoritmi o formule proibitive, a spoglio terminato, ci hanno fatto infatti gridare allo scandalo, ma di questo parlerò a breve trattando dei parlamentari eletti.
Con più di sei milioni di voti in meno rispetto al 2018 i pentastellati si sono presentati alla loro prima conferenza stampa dopo il voto contenti di aver recuperato negli ultimi giorni. Si sa che alla fine tutti, guardando alla parte di bicchiere con un po’ di vino, dicono che è andata bene ma così sembra davvero esagerato.
I sentori di una emorragia di consensi e di problemi nel movimento si avevano già da tempo, sui territori per le batoste ricevute alle varie elezioni amministrative (che sono situazioni oggettive), a Roma per il teatrino/scontro ai vertici vissuta come una lunga telenovela in tv e per la continua perdita di parlamentari. Dal 2008 infatti i 5 stelle avevano perso il 30 per cento dei senatori eletti con il loro simbolo e quasi il 28 per cento dei deputati. In totale, 98 parlamentari persi per strada. Alcuni hanno abbandonato il gruppo volontariamente altri sono stati espulsi.
Sta di fatto che in queste elezioni alla Camera passano da 221 (133 eletti col proporzionale e 88 con l’uninominale) a 51 (41 proporzionale e 10 uninominale) mentre al Senato da 112 (di cui 44 assegnati con l’uninominale e 68 col proporzionale) a 28 (23 proporzionale e 5 uninominale).
È sembrato ad un certo punto che la parola d’ordine fosse “salviamo il salvabile” e qui, intelligentemente (questo bisogna ammetterlo), piuttosto che soccombere si è puntato tutto sul reddito di cittadinanza che alla fine , in meridione, ha fatto la differenza perché tutti gli altri o proponevano di abolirlo o comunque almeno di modificarlo.
Mi permetto di dire che se questa misura fosse stata introdotta durante la prima repubblica molti politici socialisti o democristiani sarebbero stati denunciati per voto di scambio.
Sul reddito di cittadinanza parlerò nei prossimi giorni spiegando come sia una misura sbagliata che ha prodotto più danni che benefici.
Giusto aiutare chi è in difficoltà e forse non basta ancora quello che si sta facendo ma non possiamo permetterci di mantenere a casa coloro che potrebbero lavorare e a cui uno stato serio dovrebbe operare per garantire un lavoro.
Girate bar e ristoranti del centro o molte altre attività , vi accorgete che molti stanno cercando personale ma che lo stesso è introvabile. Molti chiedono di essere assunti in nero per non perdere il reddito, altri ritengono che per la poca differenza fra lo stesso e lo stipendio offerto meglio stare a casa. Da questa breve divagazione avrete capito che non sono per regalare un pesce che consente di sopravvivere oggi mantenendo la stessa necessità nei giorni successivi ma per dare una canna da pesca che consente di procurarsi da soli un pesce tutti i giorni della vita.
Una ultima considerazione sul voto nazionale mi porta a far notare come la Lega si aggiudica lo stesso numero dei parlamentari del Pd con la metà dei voti (frutto di una legge che premia la governabilità a discapito della rappresentanza) così come pur avendo un terzo dei voti di Fratelli d’italia ottiene più della metà dei parlamentari di questi ultimi (grazie alla scelta dei collegi uninominali avvenuta con l’accordo di luglio quando i sondaggi erano ben lontani da indicare un quadro anche solo vicino a quello attuale).
Il partito comunista non esiste più. Sì certo, esistono persone che credono ancora in certi progetti, valori ed ideali ma che non trovano casa in un simbolo che possa raggrupparli tutti superando le soglie di sbarramento e dando la giusta rappresentanza. Alcuni simboli che in un qualche modo ambivano a raccogliere quella eredità non hanno raggiunto il quorum e i loro consensi sono andati perduti.
Veniamo ora ad ASTI. Finalmente!
Confermato Andrea Giaccone.
Era terzo in lista nel plurinominale (proporzionale) della nostra zona (piemonte 2-2) ma , per effetto che i primi due sono stati eletti altrove in collegi uninominali, si è aggiudicato il seggio che spettava alla Lega tornando in parlamento.
È stato per me prima un assessore della mia giunta poi un parlamentare a cui ho sempre fatto riferimento per pratiche romane e per i problemi del territorio ma, consentitemi di dirlo, soprattutto un amico per cui sono davvero contento che possa proseguire la sua esperienza alla Camera dei Deputati.
Entra per la prima volta alla Camera dei Deputati Marcello Coppo.
Anche lui mio assessore ma nell’attuale giunta (già vice sindaco in quella precedente). Mica sarà che fare l’assessore con me Sindaco fa maturare esperienza e idoneità per intraprendere la carriera romana?
A parte gli scherzi credo che se lo meriti. Come tutti ha pregi e difetti, come tutti a qualcuno è simpatico e ad altri meno, a qualcuno piace ed ad altri no, ma nessuno potrà mai dire nulla sul fatto che Marcello è una persona seria ed onesta che da molto tempo milita nella stessa forza politica mettendoci la faccia anche quando le percentuali erano decisamente diverse. Rappresenta ciò che dovrebbe sempre essere: uno entra in un partito, porta avanti le proposte dello stesso nel bene e nel male, si candida anche quando sa che si perderà o non si raggiungeranno i risultati auspicati e poi ne porta a casa i frutti riuscendo ad ottenere la candidatura quando il vento è in poppa e c’è la certezza del risultato.
Bravo Marcello, sono convinto che potremo contare su di te in quel di Roma per lavorare insieme nell’interesse del territorio.
All’uninominale del Senato viene eletto Paolo Zangrillo, numero uno di Forza Italia in piemonte, catapultato ad Asti dai piani alti che hanno considerato il nostro un collegio sicuro.
Ho nulla contro la persona , che conosco e stimo, ci mancherebbe, gli faccio anche gli auguri di buon lavoro nella speranza che si ricordi del territorio che lo ha espresso e sono convinto che porterà a Roma le sue competenze impegnandosi per il bene del paese ma mi sia consentito di dire che anche questa è la dimostrazione di un sistema che non funziona. Candidati scelti dalle segreterie di partito, non condivisi dal territorio, e cittadini che non hanno nemmeno la preferenza per far sapere cosa pensano. A me non va e non piace , siamo in democrazia e quindi dico come la penso senza che nessuno si debba offendere. Ah già , stavo per dimenticare di dire che chi si candida all’uninominale riceve in automatico i voti di tutti coloro che votano un qualsiasi partito della coalizione. Il Senatore Zangrillo è stato quindi eletto non solo con i voti di Forza Italia ma anche di Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. L’impossibilità del voto disgiunto infine ha fatto sì che anche gli “incazzati” abbiano alla fine sostenuto il candidato di coalizione , anche se non astigiano, e questo sono i dati che ce lo dicono: all’uninominale camera nella città di Asti il candidato astigiano di centrodestra Coppo ha raccolto il 47,01 con 15.747 preferenze mentre all’uninominale senato le stesse 78 sezioni hanno promosso Zangrillo con il 46,96 corrispondente a 15.718 voti. Praticamente un identico risultato come era immaginabile supporre visto che per la prima volta il corpo elettorale coincide fra camera e senato (da quest’anno infatti votano al senato anche i diciottenni).
Mi sia consentita, sui precedenti numeri, una divagazione: ma se al maggioritario uninominale il centrodestra ha eletto deputato e senatore con circa il 47.00% allora è davvero importante e quasi incredibile il lavoro della nostra coalizione (partiti e civiche insieme) alle recenti comunali dove abbiamo trionfato con circa dieci punti in più.
Interessante performance nell’Astigiano, come ho già detto, per il terzo polo (Italia viva – Azione) che in queste settimane di campagna elettorale ha catturato l’attenzione di molti, anche solo per curiosità o per quel sogno di centro la cui generazione molti auspicano da tempo. L’8 % è un risultato che premia chi ha creduto di poter rappresentare una parte di paese che non si riconosce nel bipolarismo e soprattutto chi ha rischiato il tutto per tutto nel presentarsi alle elezioni fuori dalle coalizioni in un sistema che , come già detto, favorisce le aggregazioni se non altro per interessi strategici e di massimizzazione del risultato.
Dai nostri collegi plurinominali, per questa compagine, sono stati eletti al Senato Ivan Scalfarotto ed alla Camera Luigi Marattin, due persone preparate che conosco personalmente e che, anche dall’opposizione, potranno aiutare il nostro territorio a vincere importanti sfide nel prossimo futuro.
Ed ora , per introdurre il prossimo eletto, pur potendo ricordare il duo Benigni – Troisi con un “non ci resta che piangere”, preferisco ricordare Ezio Greggio quando, dal palcoscenico del drive in avrebbe detto : “è lui o non è lui? È lui o non è lui? Cerrrrrrrrto che è lui!!! L’onorevole Paolo Romano.
La frase che sento dirmi dai più è: “ha più culo che anima” per sottolineare come gli vada sempre bene e non per merito.
Dieci anni a Roma con i cinque stelle senza che nessuno sul territorio lo abbia mai visto. Non lo hanno visto i sindacati per battaglie importanti, non lo hanno visto le associazioni di categoria, non lo hanno visto i sindaci dei nostri piccoli comuni nonostante gli innumerevoli inviti, non lo ha mai visto la gente anche perché non sa nemmeno che esista.
Ho in questi anni visto e conosciuto molti parlamentari, di alcuni ne condividevo le idee, di altri ne stimavo l’impegno anche quando rappresentavano forze politiche delle quali ho mai condiviso i programmi, ma sempre ho trovato persone serie, oneste e corrette che per lo meno lavoravano per ripagare la fiducia dei cittadini. Qui è uno scandalo. Una cosa vergognosa. Frutto di questo sistema elettorale contorto e schifoso che va cambiato quanto prima.
Si era candidato dieci anni fa per aprire Roma e il sistema come una scatola di sardine/tonno ed invece ha capito molto bene come funziona il tutto e ne è diventato parte integrante.
È paragonabile al papero Gastone di Walt Disney per l’incredibile fortuna che sfida le leggi della fisica e contrasta con l’impegno nel lavoro di altri. Wikipedia dice che la fortuna di Gastone è la negazione dell’etica americana del lavoro, che il suo ideatore Barks si è ostinato a riproporla sempre più sfacciata di storia in storia per sottolineare il contrasto con Paperino, che pur essendo molto più ricco di Gastone per quanto riguarda i veri valori della vita (come l’amore, la famiglia e la gioia delle piccole cose), non riesce a evitare di rodersi dall’invidia di fronte alla sbruffoneria del fortunato cugino che si vanta di non dover mai faticare. L’introduzione della fortuna lo rende peraltro la nemesi anche di Paperone, per il quale il successo deriva dalla fatica, mentre Gastone rappresenta la negazione di ogni principio di meritocrazia e quindi una vera e propria beffa per chi si è sudata la sua posizione.
CONSIDERAZIONI FINALI.
– il voto nazionale non ha ricadute sul locale. Non si può minimamente pensare che ci siano collegamenti. I territori hanno avuto pochi spazi di movimento e non hanno inciso. La differenza la hanno fatta i leader nazionali con i loro quotidiani interventi sui media e social nazionali. Questo è dimostrato, ad esempio, in comuni dove i sindaci dichiaratamente tesserati in certi partiti e ampiamente votati dai loro concittadini non hanno potuto evitare che gli stessi alle politiche abbiano scelto di votare altrove. Presto torneranno altri tipi di elezioni ed i bravi e meritevoli amministratori locali faranno ancora la differenza.
– Giorgia Meloni ha vinto e merita di diventare la prima donna presidente del consiglio
– Nessuno può permettersi di fare processi alle intenzioni. Il popolo si è espresso. Quindi i cantanti cantino, gli attori recitino e gli influencer vadano a ….
– Ci sarà finalmente un governo scelto dai cittadini ( che votano i parlamentari che sostengono il Governo, naturalmente) politico e non tecnico o di interesse nazionale. E non è cosa da poco visti gli ultimi dodici anni.
– Le opposizioni potranno svolgere il loro importante ruolo e ci saranno momenti per dire quello che non va e che non verrà fatto anche se auspico che, di fronte all’evidente momento di instabilità internazionale, si voglia tutti lavorare nell’interesse del Paese
– la legge elettorale ha dimostrato tutti i suoi limiti . Va assolutamente rivista
– Dobbiamo reintrodurre le preferenze che sono l’unico strumento che consente ai cittadini di scegliere da chi vogliono essere rappresentati
– Bisogna modificare i collegi elettorali oggi evidentemente troppo vasti con territori che non hanno più la possibilità di far sentire la propria voce. Questo dipende purtroppo anche da una stupida riforma che ha ridotto i parlamentari. Se si volevano risparmiare dei soldi e nello stesso facilitare e semplificare i lavori bastava abolire il Senato e lasciare la Camera con lo stesso numero di parlamentari di prima consentendo così a tutti i territori di essere rappresentati attraverso collegi più piccoli.
– Bisognerebbe impedire ai parlamentari di candidarsi in più collegi per avere un paracadute e quindi garantirsi l’elezione.
– Bisognerebbe creare coerenza e uniformità di trattamento fra le varie tipologie di elezioni. Se si pensa di favorire il ricambio della classe dirigente bisognerebbe introdurre i limiti di mandato per i parlamentari così come esistono per i sindaci. Oppure se si pensa che l’esperienza possa essere un valore aggiunto bisognerebbe abolire il limite di mandato per i sindaci.
– Bisogna una volta per tutti capire se è necessario e più importante facilitare la rappresentanza o la governabilità e di conseguenza bisognerebbe andare verso un sistema totalmente proporzionale (dando voce a tutti senza costringerli a formare coalizioni spesso eterogenee) o totalmente maggioritario (magari con la scelta del premier come accade per i sindaci che sono eletti direttamente dai cittadini e che portano con se un premio alla maggioranza che li ha sostenuti)
RIPETO , come detto in premessa, è un personale punto di vista.

Maurizio Rasero, sindaco di Asti