Anche ad Asti prove del “patto repubblicano”. Azione: “Il Pd è pronto a rinunciare alle sue ambiguità con il populismo?”

Azione, in questi giorni è al centro del dibattito politico nazionale. Il soggetto politico di Carlo Calenda è stato uno degli attori delle elezioni amministrative astigiane, correndo con la candidatura di Marco Demaria. Oggi, anche se sono passate solo poche settimane, i quadro politico è completamente cambiato e i partiti sono impegnati nel definire le alleanze in vista delle elezioni del 25 settembre. Nascerà un campo progressista con il Pd e un’area moderata di centro in grado di portare avanti le riforme dell’Agenda Draghi e assicurare una collocazione politica europeista e atlantista dell’Italia? Ne abbiamo parlato con Federico Lucia, coordinatore di Azione cittadino, e Fausto Fogliati, coordinatore provinciale.

Azione è stata convintamente al fianco di Draghi. Qual è il vostro commento su quanto accaduto?
“Azione è sempre stata coerente nella sua linea politica – risponde Federico Lucia, coordinatore cittadino di Azione –  abbiamo ritenuto la figura di Draghi fondamentale per il rilancio del Paese, lo abbiamo sostenuto nei momenti più cruciali e lo sosterremo ancora portando avanti la sua agenda. Abbiamo dimostrato che la politica può essere serietà quando si antepone l’interesse nazionale ai giochi di palazzo. Il problema italiano è la profonda miopia, per non dire vero e proprio egoismo, di parte della sua classe dirigente: Draghi costituiva l’imprescindibile punto di equilibrio in uno scenario geopolitico che per la prima volta ha visto l’Italia entrare nel triangolo euro-occidentale con Francia e Germania, accreditandosi anche a livello atlantico con gli Stati Uniti. L’asse franco-italiano, costituitosi per controbilanciare l’influenza tedesca, senza Draghi rischia di restarne a sua volta indebolito, e questo avrà ripercussioni di breve e medio termine per un Paese strutturalmente fragile come il nostro. Chi oggi gioca con i calcoli elettorali, lo sta facendo scommettendo sui fondi del Recovery Plan, che sono tutt’altro che disponibili in assenza di riforme adeguate, e in un contesto internazionale che rischia di vedere l’Italia tagliata fuori persino dal Mediterraneo. Oggi Forza Italia, partito di tradizione liberale, moderata ed europeista, ha permesso la caduta del Governo Draghi, abbracciando di fatto la tensione populista: questo partito dovrà risponderne davanti ad un elettorato che, come parte di quello della Lega, vedeva nell’agenda Draghi l’unica ancora per costruire il futuro di un Paese che, quando afferma con orgoglio di essere la seconda manifattura d’Europa, a volte dimentica che questo è dovuto in larga misura ad una profonda interdipendenza con l’Europa stessa e con la Germania in particolare. Con il Patto Repubblicano siglato quest’oggi da Azione e Più Europa, ci appelliamo a tutte le forze moderate e ai cittadini che hanno a cuore il futuro dell’Italia, per costruire assieme il futuro dell’Italia e delle prossime generazioni.

 È ipotizzabile un’alleanza col PD? Questo cambierebbe anche i rapporti a livello locale, vista la disgregazione di Astinsieme?

“Il PD è una forza moderata, riformista ed europeista – prosegue Lucia –  Azione è pronta a collaborare con tutti coloro che nutrano una visione europea dell’Italia e che vogliano portare avanti l’agenda Draghi. Oggi siamo chiamati a decidere se vogliamo rendere l’Italia un Paese strutturalmente solido e internazionalmente accreditato, o se vogliamo relegarlo all’ennesimo teatrino di inconsistenza. Se il PD è pronto a sciogliere le proprie ambiguità con le forze antisistema che hanno portato alla fine del Governo Draghi, all’uno che vale uno e al “no a tutto”, allora è un interlocutore con cui si potrà dialogare. A livello locale abbiamo avuto interlocuzioni sia con esponenti di maggioranza che di minoranza: siamo pronti a collaborare e dare il nostro contributo con chiunque condivida un progetto cittadino pragmatico e che abbia il coraggio di fare quelle scelte riformiste e liberali di cui la Città ha bisogno per liberare le sue migliori risorse e con una visione che veda Asti non più come un piccolo capoluogo di provincia, ma come un importante Comune europeo. La domanda andrebbe forse posta al contrario? Loro sono pronti ad onorare la loro tradizione e rinunciare all’ambiguità politica con il populismo e con le forze che si oppongono strenuamente allo sviluppo del territorio? Sia chiaro, la stessa domanda la porrei anche alle forze moderate di centrodestra, poiché anche lì vi sono profonde contraddizioni e contrapposizioni ideologiche tra esponenti della stessa maggioranza: chi condivide l’agenda Draghi non può convivere con chi la rifiuta. E’ il tempo delle scelte: se la risposta è si, noi ci siamo”

Qual è la vostra posizione riguardo alle elezioni provinciali del 11 settembre? Meglio liste partitiche o un listone unico espressione del territorio con Maurizio Rasero capofila?

Risponde Fausto Fogliati, coordinatore provinciale di Azione: “L’ente Provincia rimane comunque ente di governo di area vasta, esercita le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardano vaste zone intercomunali o l’intero territorio provinciale. Proprio per questo ritengo si debba valutare con attenzione innanzitutto il progetto politico: idee, progetti, risorse. Con un’idea sovra le altre: dare rilievo ad un territorio ricco, con prospettive importanti, con necessità ed impellenze, autonomo rispetto a realtà a noi limitrofe, come Cuneo ed Alessandria. L’ipotesi di una collaborazione ed una sinergia fra territorialità astigiane diverse rappresenta idealmente l’ipotesi più utile per la provincia astigiana. Solo così ritengo si possa parlare con senso di realtà di infrastrutture, turismo, agricoltura, industria e di servizi necessari alla nostra comunità come trasposti, sanità e scuola”

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