All’Abbazia di Vezzolano inaugurata la mostra di sculture “Mercurio e Vulcano: la bellezza della diversità”

Nella splendida cornice dell’Abbazia di Vezzolano, fino a domenica 19 giugno sarà visitabile la mostra di sculture “Mercurio e Vulcano: la bellezza della diversità.” Sono esposte sculture in legno di Isabella Corni e Luigi Paolini.

La mostra, inaugurata sabato scorso, 4 giugno, sarà visitabile presso la Canonica di Santa Maria di Vezzolano – Albugnano (At) ogni sabato e domenica da sabato 4 giugno a domenica 19 giugno 2022, orario 10-18.

Il titolo richiama alla mitologia, ai due fratelli Mercurio e Vulcano, figli di Giove, estremamente diversi e ugualmente unici. Mercurio, il Dio alato che si libra svelto e leggero nell’aria; Vulcano, il fabbro lavoratore, che forgia i fulmini nella roccia della sua fucina.
Gli scultori ci accompagnano con le loro opere in una riflessione sulla diversità, sulla sua importanza nel generare il bello e sulla necessità di difenderla nel mondo di oggi: le differenze tra gli esseri umani, presunte o reali, creano incomprensioni e ferite difficili da sanare. L’arte offre la possibilità di “andare oltre” di “allargare l’orizzonte”.
Il linguaggio dell’arte è per sua natura trasversale, universale ed inclusivo. Non erige muri né barriere. Tutt’al più ammette confini da attraversare, per permettere flussi osmotici, come un’epidermide protettiva e permeabile allo stesso tempo.

Attraverso le sculture arriviamo a cogliere le differenze di Mercurio e Vulcano, a capire che è proprio la loro diversità a renderli inseparabili e complementari: “La mobilità e la sveltezza di Mercurio sono le condizioni necessarie perché le fatiche interminabili di Vulcano diventino portatrici di significato, e dalla ganga minerale informe prendano forma gli attributi degli dei, cetre o tridenti, lance o diademi”. (Da Italo Calvino, Lezioni americane).
Arriviamo anche a comprendere come Mercurio e Vulcano siano compresenti in ognuno di noi: noi stessi abbiamo bisogno di rapidità e lentezza, di immaginazione e razionalità, di disordine e simmetria.
Dal sovrapporsi dei tempi diversi di Mercurio e Vulcano, la rapida immediatezza intuitiva e la paziente perizia artigiana, nascono le opere d’arte dei nostri scultori, Isabella e Luigi che ci offrono una salvifica opportunità di cui dovremmo fare tesoro nella difficile arte del vivere quotidiano: imparare ad arricchirci delle nostre reciproche differenze.

Gli artisti:

Luigi Paolini
nasce a Barga in provincia di Lucca nel maggio del 1964. Frequenta l’Istituto d’Arte Passaglia di Lucca e successivamente si dedica al restauro di mobili ed oggetti d’antiquariato. Da 30 anni lavora come operatore sanitario presso l’USL di zona. Da circa 20 anni la scultura è il fulcro del suo impegno artistico.
Il suo studio si trova a Gromignana, un piccolo borgo nel Comune di Coreglia Antelminelli (LU) situato nella Media Valle del fiume Serchio, alle porte della Garfagnana. Negli ultimi anni Paolini concentra il suo lavoro principalmente sul legno, utilizzando essenze che reperisce in zona: ulivo, quercia, castagno, alberi da frutto, maggiociondolo e cedro. Molti dei suoi lavori si ispirano a storie e leggende dei boschi della montagna garfagnina. Un artista saldamente legato al suo territorio ed alla cultura popolare. Sempre più famose e visitate le sue opere “site specific” realizzate su tronchi di alberi morti direttamente in loco in Garfagnana e nel Barghigiano (Parco di Pruno – Corfino, Chiesa di san Luigi – Fabbriche di Vergemoli, Pegnana – Barga, Colle Fobia – Barga, Gemina – Barga). Nelle opere e nella tecnica di Paolini si avverte l’eco di un mondo arcaico, ancestrale, popolato da esseri fantastici, fate, folletti e animali dall’aspetto diabolico, un mondo in cui affondano le nostre radici. Paolini ci dice che alla svolta di uno stradellino, dietro ad un colletto, ad un antico paese si nasconde una storia. Ci fa rivivere spaccati di vita del passato, una vita dura e faticosa condizionata dalla severa natura dei luoghi e ci introduce in un contesto sociale al quale sono appartenute le generazioni dei nostri padri.

Isabella Corni
Nasce a Rivoli il 23/10/1976 risiede a Strambino dove vive e lavora fino alla prematura scomparsa il 25/10/2014.
Personaggio eclettico e completo, dopo la maturità classica al Liceo C. Botta di Ivrea, ha conseguito la prima Laurea in Architettura a Torino e la seconda Laurea in Ingegneria Edile/Architettura a Pavia.
Ha realizzato progetti architettonici e strutturali, ha decorato teatri, eseguito affreschi, soprattutto nelle scuole, ma la sua inesauribile ampiezza d’interessi l’ha indotta a coltivare l’antica passione per la scultura collaborando dal 2003 col Maestro e scultore del legno Piero Pane di Foglizzo. Nel 2010 diventa responsabile della scuola di scultura di Ivrea a Bellavista dove conosce Umberto Righero, professore e scultore, che la introduce ai Simposi Internazionali e alla ricerca di sperimentazione su materiali differenti.
Dal 2010 al 2014 partecipa a diversi Simposi nazionali e internazionali vincendo numerosissimi premi.
Isabella ha vissuto la sua vita d’artista, in ricerca continua, per sfruttare al meglio le potenzialità delle diverse tecniche e materiali per raggiungere armonie nuove. Ogni esperienza le apriva una prospettiva di stimolo nello studio e realizzazione dell’opera trasformando la materia in figura e forma. Ogni materiale ha costituito per lei una nuova sfida, affrontata con entusiasmo, concentrazione e determinazione. Essendo architetto e ingegnere le sue opere sono ad un tempo progettate e strutturate, ma sorprendentemente fantasiose e creative, sia nella realizzazione delle forme, sia nell’uso dei materiali.
Come scultrice amava partecipare a simposi di scultura su legno, granito, neve e marmo in Italia e soprattutto all’estero, collezionando così premi e riconoscimenti internazionali. Molte delle sue sculture sono sparse per il mondo.