L’attacco di Lanfranco scuote la politica astigiana

Com’era prevedibile non è rimasto senza conseguenze l’attacco che Paolo Lanfranco, presidente della Provincia e sindaco di Valfenera in scadenza, ha portato nei confronti di Mario Sacco. Un attacco che non poteva passare inosservato da parte delle opposizioni, soprattutto a pochi giorni dal voto.

Marco Castaldo (Uniti si Può): “Riportare la competenza al centro di un processo di rinnovamento”

Pierluigi Bersani ad Asti castaldo

Basta googlare e si possono leggere di competenze acquisite e ruoli ricoperti: dal commercio all’agricoltura, all’edilizia, al socio-sanitario: e poi, ancora, manifestazioni e turismo, finanza, economia, cultura e istruzione.
C’è tutto lo scibile umano ma non si riesce a trovare competenza che non sia l’esperienza acquisita sul campo.
E, allora, la domanda è spontanea: come mai cotanto talento ha bisogno di così importanti e solidi sostegni politici per raggiungere e mantenere i vertici di tutti questi enti pubblici, privati, associazioni e consorzi?
Da comune cittadino, mi auguro che il gesto del Presidente della Provincia di Asti sia l’espressione della volontà di riportare la competenza al centro di un processo di rinnovamento indispensabile per assicurare un futuro ai nostri cittadini.
Da politico temo l’ennesima guerra intestina di gruppi di potere che mantengono lo status quo per continuare una gestione autoreferenziale della politica, volta a spartirsi cariche e ruoli non per trovare soluzioni virtuose per la comunità – ma per meri interessi personali. Mala tempora currunt.
Ci vuole coraggio da parte di tutti, per uscire da questo radicato groviglio di malapolitica.

Paolo Crivelli: “Un sistema che fa perdere ad Asti occasioni di crescita”

crivelli

Anche il candidato di Astinsieme interviene in maniera decisa sulla polemica, attraverso un post sui social: “In questi giorni è esplosa la polemica sul “sistema Asti”, sollevata dal coraggioso intervento di Paolo Lanfranco, presidente della Provincia e esponente della Lega (!).

Negli anni, si è formata una concentrazione di potere che avviene ad Asti e non altrove e che crea un “cortocircuito” tra politica e attori economici del territorio. Un “sistema” che allontana le voci indipendenti e che non gradisce critiche, anche se costruttive.

Ma il Gal è solo uno degli enti “controllati” da poche persone, sempre le stesse: la Fondazione Asti Musei, il consorzio universitario Astiss, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti…Solo per citare i più importanti.

Un sistema che fa perdere ad Asti occasioni di crescita.

Spetta alla magistratura il compito di valutare la legittimità dei comportamenti denunciati.

La politica e la società civile hanno però il compito di reagire e di cambiare quel sistema. Ora!

Da sindaco mi batterò affinché:

Le nomine che spettano al Comune siano basate sulla trasparenza e il merito. Solo chi ha competenze dimostrabili potrà essere nominato. Conterà essere “bravi” non “fedeli”;

Vengano introdotti criteri di incompatibilità tra incarichi: non è nè giusto nè opportuno che la stessa persona abbia contemporaneamente più cariche.

Mario Malandrone (Ambiente Asti): “serve un cambio di paradigma, regole, competenze e servizio”

mario malandrone

Le ragioni di Lanfranco sono ottime, le condivido, importante la discussione che ha generato, il coro che ne è scaturito non pone però ancora la tematica del “potere” e in molti casi guarda e legge tutto in quell’ottica.

Da più parti mi chiedono una presa di posizione, ma non sarà in bianco o nero.

Ci interessa un percorso inclusivo e partecipativo che trasformi sostituisca “potere” con “servizio” e orizzontalità, inclusione.

Apprezziamo le parole di Lanfranco, uomo delle istituzioni e che ha un grande rispetto per esse.

La mappa del potere è più complessa di ciò che è oggetto di dibattito, basta aver frequentato la politica, organizzazioni, attori economici, potremmo farne una mappa di pagine e pagine e certo la concentrazione di potere verrebbe fuori, ma nella storia della nostra città pure molti altri poteri agiscono, sono ormai consolidati e se non lo son più sgomitano.

Percepisco metaforicamente salire il “coro” dei ghibellini, contro un potere guelfo concentrato, ma non plaudirò a questa lotta se l’obiettivo è di postazioni riconquistate da piccoli poteri..

Serve quindi un cambio di paradigma: un percorso partecipativo che fissi regole, scelte, premi capacità politiche e metta competenze nei posti chiave.Noi Ambiente Asti nasciamo come esperienza dal basso e poniamo il problema delle regole, delle alternative, delle competenze. Paolo Lanfranco, persona dal profondo rispetto istituzionale , ha posto più volte un tema che negli ultimi anni ê stato sottaciuto .La domanda è :perché è stato silenziato fino ad ora? 

In taluni casi avendo ben in mente ciò che viene chiamato potere, verrebbe da dire che assistiamo, escluso Lanfranco, non tanto a dei J’accuse, ma parafrasando il Vangelo a profezie dal titolo: “Prima che il GAL canti……”  Si dirà che precedentemente le postazioni di potere erano divise tra parti e non accumulate, molti hanno fatto silenzio per molti anni e ora attaccano dopo le esternazioni di Lanfranco , per noi è pure questo un esercizio di potere. Non il contropotere anni 70, ma un potere che vorrebbe sostituirsi nelle postazioni liberate se lo saranno. Ecco a me interessa altro:

1) Mi interessa sostituire la parola e il pensiero di potere con quello di servizio

2) Mi interessano le regole

3) Mi interessano le competenze gestionali e scientifiche di chi prende decisioni e pianifica su arte, sviluppo territoriale , università , bandi…ecc ecc

4) Mi interessa una tabula rasa delle vecchie gare tra guelfi e ghibellini locali. Ben poco ci importa se i ghibellini invocano la cacciata dei guelfi, non accoglieremo in modo festante l’arrivo in città dei ghibellini.

Anche se forse il nostro medioevo del libero Comune era pur meglio di questo presente di contrapposizioni e ben altra prospettiva aveva la nostra città.

5 ) Mi interessa un percorso partecipato nella visione futura che città e territorio si danno attraverso “stati generali” a cui devono partecipare tutti :dalle organizzazioni, ai cittadini, senza tavoli separati

6) Mi interessa una selezione trasparente del mondo politico che siede nei vari organi: consorzi, fondazioni che sia legata alle capacità sia politiche, che sulle competenze di studio e curricolari

Occorre trasformare i poteri ( non sono solo 1 ) , anche se oggi è quella concentrazione in discussione, ma ramificati. Potremmo ben descrivere i poteri ramificati, ereditati, consolidati che si suddividono il territorio, ma questo meccanismo deve cessare, con un cambiamento agito dalle Istituzioni e che diverrà poi culturale. Questo cambiamento , questa nuova partecipazione è il primo punto che vogliamo affrontare, in modo che la città , il territorio, gli attori economici, finanziari siano rappresentati da una politica di servizio e culturalmente preparata. Basti pensare a quante generazioni sono saltate senza poter dare un contributo alla città , occorre riaprire le porte a chi avrebbe potuto dare un contributo enorme alla sua rinascita.

7)Mi interessano progetti trasformanti, di visione non la distribuzione a pioggia di risorse, questo è uno dei temi.

Anche su questo va cambiato il paradigma.

Ambiente Asti è interessato unicamente a questo cambio di paradigma, ma per poter diventare tifosi di una delle due fazioni, vorremmo capire qual è la rivoluzione in campo.

Apprezzo e trovo coraggioso il J’accuse di Lanfranco, che ha aperto la discussione, ma chiediamo a forze politiche e società civile di porre come primo obiettivo la discussione sul “potere”, sui poteri e trasformarlo in un percorso partecipativo dal basso, aspetto con ansia che questo sia l’oggetto principale del dibattere e che in futuro sarà il principio ispiratore, ma non ho ancora sentito questa come priorità. Per questo siamo in gioco, per un cambiamento vero.