Lettere al direttore

Il conflitto russo-ucraino analizzato tra i banchi del Quintino Sella di Asti

Riceviamo e Pubblichiamo.


Ci troviamo all’Istituto Vittorio Alfieri, nella 3^B del Quintino Sella. Durante queste ultime settimane, a ognuno di noi è stato affidato il compito di affrontare una ricerca su specifiche tematiche riguardanti l’attuale situazione in Ucraina: le cause del conflitto, le possibili conseguenze, il ruolo dei mass-media e il significato di diplomazia.

Per realizzare i nostri lavori ci sono stati suggeriti alcuni programmi di progettazione grafica tra cui: Canva e Genially, simili a PowerPoint ma in grado di creare presentazioni maggiormente d’impatto, e Sutori, ottimo strumento per la creazione di linee del tempo multimediali, chiare e incisive. Questa attività, dalla collaborazione di vari docenti nell’ambito di educazione civica, ci ha permesso di cooperare e collaborare all’interno di gruppi, scambiando idee e opinioni personali, affrontando argomenti attuali, insegnandoci, inoltre, come confrontarci con gli altri e come comportarci tra colleghi un domani, in futuri contesti lavorativi.

Grazie a questo progetto abbiamo potuto documentarci e approfondire di più ciò che sta accadendo nell’Europa orientale, con ripercussioni in tutto il mondo. Siamo sommersi da un flusso continuo di informazioni, spesso contraddittorie o addirittura false. Per questo è importante combattere la disinformazione, discutendo a scuola, oltre che in famiglia e tra amici, le notizie di cui veniamo a conoscenza.

Il tema trattato ci ha toccati nel profondo in quanto, fino a pochi mesi fa, era pressoché impensabile l’idea di assistere allo scoppio di una guerra, per giunta così vicina a noi. Ora, come tanti nostri coetanei, siamo preoccupati e abbiamo paura per le conseguenze che questo conflitto porterà al nostro paese e al futuro della nostra generazione. Abbiamo riflettuto a lungo su questa tragedia: i nostri pensieri sono andati alle numerose vittime tra cui neonati e bambini, alla gente rimasta senza una casa, cibo o vestiti, alle persone che hanno dovuto lasciare i propri famigliari con il terrore di non poterli riabbracciare, all’immenso dolore che tutte queste persone stanno provando.

Non abbiamo imparato niente dalla pandemia? Non è forse collaborando che le persone e i vari paesi del mondo possono guardare con ottimismo al futuro? E’ triste che, vicino a un traguardo significativo come la fine di uno stato di emergenza mondiale, non si perda tempo per cercare e diffondere nuova sofferenza: non è certo questo lo scenario verso cui meritano di incamminarsi le nuove generazioni.

Noi, in qualità di studenti, siamo molto affranti per quanto sta accadendo e non realizziamo come ciò sia ancora possibile nel XXI secolo. Per quanto non sia facile, restiamo speranzosi che tutto possa risolversi al più presto senza ulteriore dolore.

Angela Dushku, Giada Biscia, Sonia Carfagna
3B Quintino Sella