Grande partecipazione di pubblico al convegno di Cortazzone d’Asti sul tartufo promosso dal GAL BMA

L’orgoglio monferrino quando è il momento giusto si fa vedere e sentire. La promozione del tartufo a livello locale e internazionale, un dialogo stringente a livello intercomunale, con le province piemontesi, con la Regione, una comunicazione integrata stampa ma anche social e tv, l’individuazione di sinergie fra i comuni monferrini con i territori di Langhe e Roero vocati alla ricerca del pregiato tartufo bianco e di altre varietà, apprezzate dai gourmet e dai commensali nei ristoranti durante il periodo della vendemmia e nelle serate autunnali .

Questo è Oro Monferrato terra di tartufi, brand e non solo, ma anche una squadra coesa e convinta di vivere e promuovere un territorio straordinario: preziosi giacimenti tartufigeni ma anche grandi vini, una tradizione enogastronomica unica, percorsi turistici e culturali quali gli itinerari delle chiese romaniche, patrimoni vitivinicoli, agro-boschivi e paesaggistici con una biodiversità da tutelare e valorizzare.

Di Oro Monferrato ne ha parlato una platea composta da relatori, esperti ricercatori, amministratori pubblici, sindaci, operatori socio economici, trifulau e appassionati di cerca dei tartufi, sabato scorso a Cortazzone nella sede della pro loco, nell’ambito del convegno dibattito dal titolo “Monferrato terra di tartufi”, promosso dal Gal Basso Monferrato Astigiano.
Chiamati a raccolta dal presidente, Mario Sacco e dal sindaco del paese astigiano, Francesco Chiara hanno risposto al confronto oltre un centinaio di persone, forse anche 150, a conferma dell’interesse che raccoglie nell’astigiano il tartufo bianco del Monferrato sia in termini economici, sia in termini turistici e culturali con un forte legame storico alla tradizione del grande territorio collinare.

Fra i relatori Igor Boni, Marco Devecchi, Guido Blanchard, Franco Correggia, Piero Botto, Silvio Carlevaro, Antonello Murgia, Andrea Morando, Mauro Carbone, Antonio Degiacomi e molti altri. Al termine degli interventi il vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ha sottolineato l’impegno della Regione e suo personale per sostenere gli amministratori, gli operatori, l’indotto che ruota intorno al profumato fungo ipogeo.

convegno gal cortazzone

In apertura dei lavori Mario Sacco ha ricordato che “il Monferrato è terra di tartufi bianchi che costituiscono un importante indotto socio economico che sarà sostenuto attraverso progetti promozionali sia del Gal sia dai finanziamenti regionali. In particolare -ha proseguito-saranno sostenute le importanti fiere tipiche tradizionali, quella del cappone di San Damiano o della gallina bionda di Villanova per citarne due, che rappresentano un volano promozionale ed economico per il tartufo i vini astigiani, la Barbera docg e altri prodotti tipici venduti e serviti in queste manifestazioni nei mesi vocati. Sacco ha infine sottolineato l’importanza del ruolo dell’ente turistico unico per accogliere i turisti sempre più numerosi in questi territori e l’impegno dell’università locale nella crescita della conoscenza e ricerca scientifica”.

Particolarmente interessanti gli interventi degli esperti che si sono susseguiti al microfono moderati dal giornalista Franco Binello. Un panel di esperti appartenente a importanti istituzioni quali l’università, l’osservatorio per il paesaggio monferrino, l’istituto di ricerca Ipla per le piante da legno, l’Atl Langhe Monferrato Roero, il centro studi nazionale sul tartufo, le associazioni dei cercatori di trifole e altri.

Ognuno dal proprio punto di vista ha sottolineano quanto sia importante per tutelare i giacimenti tartufigeni intervenire con politiche di salvaguardia delle aree boschive e agricole oggi minacciate dalla siccità, dal cambiamento climatico, dalla gestione delle campagne e dalle operazioni agricole non sempre svolte con i giusti criteri di tutela e salvaguardia, dalla deforestazione e progressivo ampliamento delle aree incolte.

Le parole d’ordine degli esperti se si vuole preservare nel tempo la crescita del pregiato tartufo bianco del Monferrato sono: tutela del territorio, del suolo, del paesaggio, dei boschi, conservazione degli ecosistemi esistenti e delle riserve naturali, con una previsione di nuovi rimboschimenti, piantumazione di piante vocate alla crescita dei tartufi, politiche di contenimento degli incolti e valorizzazione del patrimonio agro-naturale.

Messaggi e sollecitazioni raccolti e rilanciate con convinzione dai cugini albesi, territorio langarolo ad alta commercializzazione tartufigena rappresentato da Carbone e Degiacomi, che hanno sottoscritto l’impegno nel fare squadra comune sia per la promozione, la valorizzazione e la comunicazione del tartufo bianco dop e di un territorio con vocazione e caratteristiche uniche in termini geo-economici.

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