Cisl FP: “Stato di agitazione all’Ispettorato del Lavoro, venerdì presidio sotto la Prefettura di Asti”

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa della Cisl Funzione Pubblica Alessandria-Asti.


Dalla settimana scorsa i dipendenti dell’Ispettorato del lavoro sono in stato di agitazione e venerdì 4 marzo, dalle 10 alle 11 si terrà un presidio sotto la Prefettura di Asti.

La motivazione della protesta sta nella scarsa attenzione del Governo e dello stesso INL alle problematiche del personale.
Sin dal 2015, anno di nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il personale dipendente è sempre stato poco considerato, tanto che l’ambizioso progetto della costituzione di un’agenzia unica per la vigilanza sulle imprese architettato dal Governo Renzi, incentrato sulla trasformazione delle preesistenti Direzioni Territoriali del Lavoro, si reggeva tutto sul “costo zero”, ovvero senza alcun investimento in termini di professionalizzazione e formazione del personale. Così l’unico vero risultato è stato un banalissimo cambio del nome sulle targhe degli uffici, negli elenchi telefonici e negli indirizzi di posta elettronica dei dipendenti.

Le modifiche al testo tunico sulla sicurezza apportate sul finire del 2021, hanno assegnato all’Ispettorato nuove e importanti competenze in materia di vigilanza e sicurezza sui luoghi di lavoro (con un notevole aggravio di lavoro), che l’Amministrazione ha prontamente accolto con entusiasmo, nonostante fosse assolutamente impreparata a far fronte a questo tipo di controlli (solo il 10% degli Ispettori sono ispettori “tecnici”, ossia laureati in materie scientifiche e dunque in possesso delle competenze per valutare gli aspetti relativi alla sicurezza, mentre tutti gli altri sono laureati in giurisprudenza), esponendo ad evidenti rischi sia i lavoratori delle ditte “controllate” sia gli stessi controllori, che si ritrovano a rilasciare “patenti di legalità” senza avere la formazione e le competenze necessarie per valutare.

(Anche l’attuale concorso in scadenza per Ispettori del lavoro prevede come titolo di studio una semplice laurea in qualunque materia, anche solo triennale, e delle prove concorsuali con quesiti a riposta multipla, quando solo fino a qualche anno fa si richiedevano ben due prove scritte).

E nonostante ciò tutto ciò, tra mille timori e perplessità tuttavia il personale ha sempre svolto il proprio lavoro con dedizione e professionalità. Fino alla settimana scorsa, quando è stato ufficializzato l’elenco delle Amministrazioni per le quali, come previsto dal CCNL, si procederà ad armonizzare l’Indennità di Amministrazione (una componente della retribuzione che per retaggio storico differiva da Ministero a Ministero) e dal quale è stato escluso l’INL.

A questo punto il personale, in stato di agitazione, ha deciso di bloccare tutte le attività finora svolte volontariamente, indicendo assemblee sindacali in tutte le sedi, ritirando la disponibilità a svolgere straordinario e ad usare beni e strumenti propri per le attività istituzionali dell’ufficio (ad es. il proprio cellulare).

In attesa di una rassicurazione formale che anche i dipendenti dell’INL saranno ricompresi nel perimetro del personale che beneficierà di tale armonizzazione, le OO.SS. hanno indetto uno sciopero nazionale dei dipendenti dell’INL che si svolgerà nella giornata del 18 marzo.

La CISL FP ritiene che l’atteggiamento del Governo e dell’Amministrazione sia offensivo e paradossale, in quanto oltre a non tutelare i propri fedeli servitori mette in atto dei comportamenti di non applicazione del CCNL, ovvero quegli stessi comportamenti che qualora vengono riscontrati nel corso degli accertamenti ispettivi degli Ispettori del lavoro, sono oggetto di sanzione per le aziende ispezionate.

La CISL FP chiede che l’INL venga ricompreso nel perimetro delle Amministrazioni per i dipendenti delle quali si procederà all’armonizzazione dell’indennità, e che l’intera partita dei controlli sulla sicurezza sul lavoro sia rivista integralmente, al fine di assicurare una sicurezza effettiva dei luoghi di lavoro e non solo di facciata, basata esclusicamente sul possesso della documentazione richiesta dalla legge, a garanzia sia dei controllati che dei controllori, perché la sicurezza dei luoghi di lavoro è un tema troppo importante per permettere al Governo di affrontarlo in modo così superficiale.