Ad Asti un convegno per ricordare Francesca Baggio

Il  Centro Italiano Femminile – CIF di Asti, Consultorio familiare “Francesca Baggio”, Fondazione Giovanni Goria, con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità del Comune di Asti organizzano per martedì 8 marzo alle 16 presso il salone del CIF – Centro Italiano Femminile di Asti in via Giovanni Giobert 56 un incontro per ricordare Francesca Baggio.

“Tota” Baggio, com’era più comunemente conosciuta, instancabile animatrice, lavorò con grande passione su vari fronti, dal CIF (Centro Italiano Femminile) di Asti di cui fu presidente per trent’anni (dal 1952 al 1982), all’istituzione di un servizio consultoriale dedicato alla famiglia (tuttora attivo e a lei intitolato), alla fondazione della Scuola Comunale Femminile di Arti e Mestieri, la cui evoluzione negli anni ha portato prima all’Istituto d’arte e poi all’attuale Liceo Artistico.

Durante l’incontro saranno presentati i risultati del progetto di descrizione e valorizzazione dell’archivio storico del CIF di Asti, realizzato dalla Fondazione Giovanni Goria grazie a un contributo della Regione Piemonte: un’occasione per portare a conoscenza di tutta la città la memoria storica dell’associazione di donne cattoliche impegnate nel sociale e in politica, nata anche ad Asti nell’immediato dopoguerra, che ha rivestito grande importanza per la storia italiana del Novecento, e di come profondo sia stato l’intreccio tra la vita delle donne del CIF con la storia del paese e con il percorso di emancipazione delle donne italiane che, con il loro insostituibile contributo, hanno segnato la nascita e la crescita della democrazia in Italia.

Il programma del convegno prevede i saluti di Renza Binello (consigliera nazionale del CIF), di Silvana Alessandria (psicopedagogistaDirettrice del Consultorio familiare “Francesca Baggio”9 e di Marco Goria (presidente della Fondazione Giovanni Goria. A seguire interventi di: Luigi Ghia, sociologo, che conobbe personalmente Francesca Baggio; Ilaria Boero, educatrice e autrice di una tesi dal titolo “Francesca Baggio: la creatività del pensiero e il coraggio dell’azione” Università degli Studi di Torino, Corso di laurea triennale in Scienze dell’educazione, anno accademico 2014-2015; Cristina Zuccaro, archivista della Fondazione Giovanni Goria che si è occupata delle descrizione e dell’inventariazione degli archivi dei CIF provinciali di Asti e Torino.

Coordina: Carlo Cerrato, segretario generale della Fondazione Giovanni Goria
Ingresso gratuito, in ottemperanza alle normative in corso con green pass rafforzato e mascherina FFP2. Evento trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione Giovanni Goria

Francesca Baggio

Francesca Baggio nasce ad Asti il 9 marzo 1907. Nel 1925, a diciotto anni, consegue il diploma magistrale. Frequenta l’Azione Cattolica e diventa delegata parrocchiale (San Paolo) delle “Benimine”, il gruppo delle bambine di AC. Già allora si rivela organizzatrice di incontri, di giochi, di passeggiate. Nel 1936 viene nominata Presidente Diocesana della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Negli anni della seconda guerra mondiale, 1940-1945, si dedica all’assistenza delle persone più disagiate e colpite dagli eventi bellici. Subito dopo la liberazione, nel 1946, realizza in via Milliavacca un laboratorio per la confezione di bambole e giocattoli con materiale povero; i prodotti artigianali vengono esposti in varie mostre e venduti per far fronte a necessità assistenziali.

Uno di questi giocattoli, il “Cavallin”, ottiene il 1° premio alla Mostra Internazionale dell’Artigianato a Firenze nel 1948. Nel 1950 diventa “visitatrice carceraria” nelle carceri di via Gioachino Testa, promuovendo, anche in questo ruolo, azioni di assistenza materiale e spirituale sia nei confronti dei carcerati che delle loro famiglie, e fornendo ai carcerati che hanno terminato di scontare la pena un aiuto concreto per trovare un’occupazione. Nel 1952 viene eletta presidente provinciale del CIF, carica che manterrà ininterrottamente fino al 1982. Il 1952 è un anno di grande
attività per la presidente del CIF che, insieme con le sue più strette collaboratrici, dirige e coordina varie attività: assistenza invernale-primaverile, durata ininterrottamente per vent’anni, ai bimbi di molti asili della provincia; corsi di doposcuola; assistenza e refezione presso le scuole elementari della provincia di Asti, fino al 1958; organizzazione della colonia elioterapica “Sol et Salus” presso il Bosco dei Partigiani (fino al 1961); vari soggiorni estivi per le adolescenti (fino al 1961) presso varie località montane; corsi di “economia domestica rurale” (taglio, confezione, cucito, pronto soccorso, floricoltura, pollicoltura, ecc.) in particolare in varie zone della provincia. Nel 1954 avvia la celebrazione annuale della “Giornata della Donna”, iniziativa che continua tuttora; nello stesso anno propone al Comune di Asti l’istituzione di una Scuola Comunale Femminile di Arti e Mestieri la cui evoluzione negli anni porta all’attuale Istituto Statale d’Arte. Nel 1958 il Prefetto di Asti la nomina Presidente del CIDD (Centro Italiano Difesa Donna) e in tale veste si adopera per l’assistenza e il recupero delle donne rimaste senza casa né mezzi finanziari dopo la chiusura delle case di tolleranza conseguente alla Legge Merlin. Nel 1962 affitta, e in seguito acquista, una casa per soggiorni estivi a Margone di Usseglio dove inizialmente sono ospitate adolescenti e successivamente anche nuclei familiari. Nel 1964 è candidata per le elezioni provinciali nelle liste democristiane. Nel 1975 apre il Consultorio Familiare del CIF. Nel 1985 è colpita da ictus e viene icoverata in ospedale, in coma, per tre mesi; rientra a casa dopo una insperata ripresa e continua, pur con fatica, la sua azione di supporto e di guida nei confronti di iniziative riguardanti i movimenti femminili. Muore ad Asti l’8 settembre 1993.