Lettere al direttore

Insieme per Canelli: proposte per una sanità più vicina ai cittadini

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Riceviamo e pubblichiamo


Qualche proposta concreta per una Sanità in Valle Belbo più vicina ai Cittadini
Ci siamo abituati a sentir parlare di Sanità in termini di strutture, servizi, strumentazioni. Tutto vero, giusto e importante.

E se provassimo a parlarne in termini “Organizzativi”? Vogliamo cambiare prospettiva ed occuparci di alcune criticità che sembrano meno eclatanti, ma che pesano fortemente sulla vita quotidiana ed ordinaria dei Cittadini, rendono più difficoltoso il rapporto tra Personale Sanitario ed Utenti e riducono il gradimento nei confronti delle Istituzioni sanitarie. Non dipendono dalla mancanza di strutture, ma richiedono di ripensare l’organizzazione del rapporto tra cittadini e servizi sanitari.

Faremo presenti alcuni problemi segnalati dai pazienti, cui seguiranno semplici domande: chiediamo all’ASL di trovare le soluzioni idonee e al Comune di farsene portavoce. Siamo aperti a raccogliere ulteriori segnalazioni e suggerimenti che altri Cittadini come noi vorranno far presenti e proporre idee per aiutare a migliorare i servizi sanitari.

1. Le impiegate hanno solo due mani
Una delle novità della sanità sono le prenotazioni telefoniche, che però stentano a decollare.
Viene offerto il servizio di prenotazione tramite sportello e telefono, ma se non si differenziano gli orari, è inevitabile che gli addetti si dedichino o ad uno o all’altro, se sono chiamati a svolgerlo contemporaneamente. Così dovranno necessariamente far attendere gli utenti al telefono o quelli in coda. Le code agli sportelli e le attese prolungate al telefono sono tra i momenti più irritanti per i pazienti, che si traducono in una riduzione della qualità percepita dei servizi. Non sarebbe saggio definire fasce di orario differenziate per le attività di sportello e quelle di prenotazione o consulenza telefonica?

2. I pendolari della ricetta
Gran parte dei passaggi degli utenti alla Casa della Salute di Canelli non sono di tipo strettamente sanitario o assistenziale, ma legati alla necessità di procurarsi le “ricette” per farmaci utilizzati regolarmente.
Per un breve periodo, durante i lockdown, aveva funzionato un servizio utilissimo: l’invio diretto alle Farmacie della ricetta medica. Una soluzione semplice, dall’utilità immediatamente evidente e incontestabile. Sappiamo essersi arenata per difficoltà organizzative, ma è altrettanto vero che si tratta di un procedimento fattibile.
Chiediamo: perché non ripristinarlo, trovando le forme organizza tive idonee?

3. La spesa farmaceutica settimanale
Molti pazienti assumono regolarmente diversi tipi di farmaci per malattie croniche. Le confezioni durano qualcuna 2, altre 3 oppure 4 settimane, così che i pazienti sono costretti, almeno settimanalmente e a volte di più, a recarsi per una nuova prescrizione. Col rischio, ben documentato, che alcuni sospendano la terapia per un qualche tempo.
Una soluzione possibile? Ripensare la multiprescrizione o un sistema di prescrizione coordinata dei farmaci assunti regolarmente. Ma la legge lega le mani ai Medici, che non possono prescrivere un numero eccessivo di confezioni.
Per risolvere questo problema non basta l’invio diretto della ricetta in farmacia, anche se aiuterebbe. Si tratta di un problema organizzativo e legale complesso. Ma non possiamo arrenderci di fronte agli ostacoli legali.
Non si potrebbe istituire una Commissione ad hoc di Medici, Farmacisti, Associazioni di pazienti per trovare una soluzione migliore dell’attuale?

Il Gruppo Insieme per Canelli

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