Coldiretti Asti: “Si paga più la bottiglia che il pomodoro contenuto”

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“Si paga di più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto, questo a causa del rincaro degli imballaggi che a partire dall’aumento dei costi energetici si trasferisce a cascata su quelli di produzione dell’intera filiera agroalimentare.” E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a gennaio.

“Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate”.

“Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – afferma Diego Furia direttore Coldiretti Asti – non riescono, neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali”.

Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

“Una situazione che esaspera agricoltori e allevatori che sono costretti a lasciare campagne per mobilitarsi per salvare il futuro delle proprie aziende ma anche la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali con speculazioni e accaparramenti” – concludono Reggio e Furia.

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