Lettere al direttore

Uniti si può: “Asp: il difficile compito del nuovo presidente”

Riceviamo e pubblichiamo


Con Fabrizio Imerito sono quattro, come quattro sono gli anni di amministrazione del Sindaco Rasero. Se l’avvicendamento di quattro Presidenti avesse determinato uno sviluppo di ASP non avremmo nulla da dire. Un Sindaco che rimuovesse i presidenti della municipalizzata dopo aver annunciato obiettivi e risultati non raggiunti sarebbe un amministratore che fa il suo dovere per il bene della città e dell’Azienda. Diverso è quando dopo 4 anni di annunci e nessuna precisa indicazione strategica, nessun atto deliberativo prodotto su Piani industriali e Patti parasociali, ci troviamo a constatare che l’Azienda è immobile, non produce alcun sviluppo e risulta essere, di fatto, un’appendice del “mega-socio di minoranza” torinese.

Facciamo gli auguri al nuovo Presidente Fabrizio Imerito che conosciamo e riteniamo affidabile. Ci chiediamo se sarà all’altezza della situazione e non ci riferiamo certamente a ciò che riguarda l’ordinaria amministrazione. L’ASP si governa a partire dal ruolo che si vuole dare ad ASP: sviluppo o subalternità? Autonomia di impresa e di territorio o subordinazione del nostro territorio all’area torinese e al “mega-socio di minoranza”? Sono i nodi che in questi 4 anni di amministrazione Rasero non sono mai stati sciolti, sono “i nodi gordiani” sui quali sono impattati i predecessori di Imerito. Il nuovo Presidente avrà la forza di tagliare di netto i nodi che legano ASP, anche in contrasto con il Sindaco, per consentire all’Azienda di essere autonoma, esprimere le proprie potenzialità sul territorio, svilupparsi e creare nuovi posti di lavoro?

Imerito dunque metta subito mano ai Patti parasociali scaduti nel marzo 2020, elimini i punti 7, 8 e 9 che subordinano ASP alle altre Aziende torinesi imponendo scelte assurde e diseconomiche come l’acquisto dei mezzi dismessi dall’AMIAT di Torino o l’affidamento di incarichi professionali a sei cifre per attività consulenziali in merito a progetti che oltre a non essere assolutamente legati alla realtà astigiana poi non hanno neanche visto il loro semplice avvio. Pretenda l’autonomia dell’Azienda, perché sulla Raccolta Differenziata possiamo dare insegnamenti ai torinesi senza dover rimodulare le nostre buone pratiche, a discapito della qualità, sul sistema torinese. Si eviti di riproporre “il rimosso”: il teleriscaldamento, riproposto nel Recovery plan regionale, è una pagina archiviata non solo per ragioni legali ma anche nel pensiero di migliaia di astigiani che si sono opposti ad una tecnologia superata. Quindi AEC sia finalmente liquidata. Si escluda categoricamente “lo spezzatino” di ASP scindendo la gestione dell’acqua dagli altri rami d’azienda.

E’ infine importante tornare a concepire l’astigiano, cioè Asti e Provincia, come un unico territorio di crescita e sviluppo. Questo significa lavorare affinché Asp sia competitiva e concorrenziale, capace di vincere il bando per la raccolta rifiuti nel nord e nel sud Astigiano; Asp e Gaia devono interfacciarsi e procedere a nuove sinergie in chiave di sviluppo, per esempio per la creazione di impianti di trattamento e lavorazione dei rifiuti che possano produrre materie prime; abbandonando ipotesi ambientalmente negative come l’incenerimento dei rifiuti. Tema cruciale per Asp e Gaia è che insieme producono utili per 2 milioni di euro circa l’anno; denaro “fresco” che fa gola al socio privato ed al comune, ma denaro che esce dalle tasche dei cittadini e, va ricordato, prima di essere percepito come utile viene tassato. Alla nostra comunità deve tornare ciò che da essa proviene; in tal senso occorrerà ripensare alla politica tariffaria perché non ha senso far pagare di più gli astigiani per poi far arricchire il socio privato.
Se il Presidente Imerito avvierà queste ipotesi di sviluppo noi lo sosterremo.

Gruppo UNITI SI PUÓ
Michele Anselmo – Mauro Bosia