Parcheggi per disabili occupati, due donne astigiane si fanno sentire: “Per noi un parcheggio libero significa indipendenza”

“Cambia il vento ma noi no”: cantava così Fiorella Mannoia in “Quello che le donne non dicono”. Cambia il vento, arriva la pandemia, torna all’orizzonte una parvenza di normalità, ma alcuni i brutti vizi proprio non li cambiano e, in questo caso, le donne quello che normalmente non dicono, ora lo vogliono dire.
Le donne in questione sono Laura e Monica, due forti e attive donne astigiane, che devono fare i conti, nella loro quotidianità, con i cafoni che occupano i posti riservati ai disabili, fregandosene che se sono riservati un motivo ci sarà.

Gli stalli riservati ai disabili riguardano persone con:
-capacità di deambulazione impedita o sensibilmente ridotta o cecità
-totale assenza di ogni autonomia funzionale
e pure
-temporanea riduzione della capacità di deambulazione

“Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”: è la frase che campeggia nei pressi di molti stalli in città, ad Asti, ma in alcune menti non sortisce alcun effetto.

“Sarebbe sufficiente – commenta Laura, che da oltre tre anni deve fare i conti con la disabilità – soffermarsi un attimo a riflettere sul reale significato della frase, senza pietismi o commiserazione, e provare a immaginare di non potere, anche volendo, raggiungere un parcheggio più distante. Sapete quante volte penso: avessi di nuovo la possibilità di parcheggiare dove desidero anche più lontano dal luogo che devo raggiungere e fare magari una passeggiata! e come me, tanti altri.. è diritto di tutti aspettarsi e pretendere un comportamento sociale improntato alla civiltà e all’etica, indipendentemente dall’handicap.”

Il problema, inoltre, non è solo il posto in se: gli stalli riservati hanno dimensioni tali da agevolare i movimenti per salire e scendere dai mezzi, da sportelli laterali ad hoc per chi, ad esempio, si muove con la carrozzina. Parcheggiare al loro posto, anche se ci sono parcheggi ordinari a disposizione, significa comunque creare problemi a chi già deve fare i conti con una vita un po’ più complicata. Anche parcheggiare sulle strisce gialle di fianco al posto riservato può creare difficoltà che un “normodotato” non immagina.

“Per chi ha una disabilità – le fa eco Monica – quasi ogni giorno ci si deve ritrovare a fare i conti con la possibilità di poter scegliere se andare in giro da soli o meno, purtroppo questo è condizionato dal fatto che per la città i posti riservati ai disabili sono davvero pochi, i pochi che ci sono spesso non sono controllati e vengono occupati da chi non dovrebbe, i pochi che ci sono spesso l’utilità è compromessa dal fatto che non sono adatti a tutte le disabilità perché purtroppo ce ne sono diverse.
Ci sono parcheggi senza strisce laterali e di conseguenza chi è in sedia a rotelle si ritrova altre macchine parcheggiate a fianco senza poter scendere, pali di cemento per mettere segnali o bidoni dell’immondizia.
Tutto questo per una persona che non è dentro ad una di queste situazioni può nemmeno farci caso, ma per noi tutto questo è importante perché significa indipendenza, possibilità di poter andare dove si vuole e sapere di avere disponibilità di parcheggi riservati e soprattutto accessibili.”

A volte, infatti, è la progettazione a monte sul posizionamento degli stalli che li rende spesso difficili da usare. Ad Asti, ad esempio, ci sono parcheggi per disabili in salita o discesa (in via Fontana inizio da c.so Alfieri, o nei pressi della farmacia in c.so Casale), oppure con pali o cestini della spazzatura o barriere varie che impediscono l’apertura delle portiere (di fronte alla farmacia in c.so Savona, in c.so Alba, in c.so Alfieri davanti alla Galleria Argenta).

Per non parlare delle scuse che vengono accampate: hanno sempre lasciato tutti la macchina “solo per cinque minuti”. “Niente è cambiato in questi anni… – sottolinea ancora Laura – le scuse sono sempre le stesse, quando e se, si scusano.. alcuni automobilisti parcheggiano sulle strisce gialle a fianco pensando così di aver lasciato libero lo spazio riservato! Altri, specialmente di fronte alla stazione ferroviaria, ne occupano addirittura due per “prendere un caffè” al bar di fronte! senza contare i furgoni che li usano come “carico-scarico”. Dare attenzione a tutti significa progredire in amore e rispetto anche per se stessi.”

E se sulla testa di alcune persone proprio non si può fare niente con le campagne di sensibilizzazione, almeno qualche controllo in più potrebbe sortire qualche effetto per aiutare a rispettare non solo le norme ma soprattutto le persone.