Maria Ferlisi, capogruppo del Partito Democratico, si rivolge al sindaco sul tema guardia medica

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Maria Ferlisi, capogruppo Partito Democratico di Asti


Da lunedì 7 giugno è entrato in funzione il nuovo Numero Europeo 116.117 da chiamare per contattare la guardia medica e non più l’ 800.700.707 che rimarrà attivo ancora per qualche settimana.

Un numero al quale non risponderà subito il medico di guardia, ma una centrale unica di Alessandria, con operatori non sanitari (laici) incaricati di inserire in una piattaforma i primi dati di chi chiamerà il suddetto servizio. Questi operatori non essendo medici non effettueranno il triage, ma apriranno schede che saranno analizzate subito o successivamente dalla guardia medica libera di turno o in caso di presunta criticità inoltreranno la chiamata al 118.

Il problema potrebbe subentrare in caso di linea occupata, in questo caso si aprirebbe la lista d’attesa con le schede personali. Difficile in questo caso stabilire le priorità. Potrebbe succedere che mentre il dottore visita un paziente per un sintomo non grave, ci sia in attesa un paziente con sintomi molto più gravi e urgenti da valutare.

Il territorio astigiano è, per sua conformazione particolare e articolato. La Guardia medica resta senza dubbio il presidio di tutela della salute per tutte le nostre comunità, che se ben funzionante è un servizio fondamentale per i cittadini, senza di essa ci sarebbero più accessi, molti dei quali impropri, nelle strutture ospedaliere e sicuramente molte chiamate al 118 con gravi conseguenze.

I motivi dell’interrogazione al sindaco sono diversi: il fatto che la provincia di Asti continua a perdere servizi essenziali a favore di altri territori, creando forti criticità per i cittadini anche della nostra città.

Vorrei inoltre capire se era a conoscenza della problematica che riguarda la MSA (soccorso avanzato) di Moncalvo che ha riflessi gravi anche sui cittadini di Asti, nel momento in cui un mezzo (quando non possibile dall’Alessandrino) deve partire dalla città e soccorrere una persona dei 66 comuni interessati dal disservizio, con tempi di percorrenza anche lunghi e ritorno alla base dopo aver lasciato per molto scoperto il territorio d’azione naturale.

Quali azioni e interlocuzioni ci sono state con la Regione Piemonte e con l’assessore Icardi per evidenziare questa problematica che non tranquillizza certamente i cittadini di Asti? E quali le risposte in merito alla soppressione della centrale di guardia medica ad Asti con l’istituzione del numero europeo con centrale operativa ad Alessandria?
Questa razionalizzazione creerà un allungamento dei tempi di attesa immotivata. Come era strutturato il servizio era decisamente migliore. Questo impoverimento del servizio sanitario sul territorio operato dalla Regione Piemonte sembra stia virando verso l’opposto di tutte le parole spese sull’importanza di un servizio sanitario territoriale presente, efficiente, strutturato ed avanzato.

Maria Ferlisi
capogruppo Partito Democratico

Guardia Medica – Asti, il suo territorio e i suoi cittadini penalizzati! (1) (2)(1)