Collegamento Sud Ovest, le 4 proposte del Partito Democratico di Asti

Riceviamo e pubblichiamo


Alcuni giorni fa la Regione ha annunciato in pompa magna lo stanziamento di 400 mila euro per la progettazione della Tangenziale Sud Ovest. In campagna elettorale il sindaco Rasero aveva promesso che, alla fine del suo mandato, quell’opera sarebbe stata realizzata (non solo progettata). Prendiamo anzitutto atto che anche quella promessa, come molte altre, non è stata rispettata.
Ora che ci sono 400 mila euro dei contribuenti per la progettazione, bisogna evitare di sprecarli elargendo consulenze a destra e a manca, ma soprattutto immaginando progetti utili e non opere faraoniche già dichiarate irrealizzabili.

Serve dunque che il committente (in questo caso Comune, Provincia e Regione) formuli precise richieste ai progettisti. Avviene così per ogni piccolo lavoro edile domestico, deve essere così per un’opera pubblica.
Sul metodo, il Partito Democratico propone che le richieste ai progettisti vengano discusse in piena trasparenza e con tutti gli attori coinvolti creando una commissione allargata in seno al Consiglio comunale.

Nel merito, il Partito democratico propone 4 punti da cui partire:
1) Da quando si è iniziato a parlare di tangenziale sud ovest sono passati trent’anni e la città si è radicalmente trasformata dal punto di vista urbanistico. Sono nati nuovi quartieri e nuovi insediamenti urbani (un esempio su tutti: corso Alba ha quasi raddoppiato la sua estensione) e si è aperto il collegamento tra la tangenziale Asti-Alba e il casello Asti Est. Non tenerne conto e ragionare per slogan è assurdo e dannoso;

2) La priorità del Collegamento Sud-Ovest deve essere quella di alleggerire il traffico urbano, soprattutto in corso Savona, corso Venezia, viale Don Bianco, corso Don Minzoni, ma anche di favorire il collegamento viario dell’Ospedale al Sud Astigiano. Serve dunque un collegamento leggero, il più possibile interconnesso con la rete viaria e che serva da valida alternativa alle vie di attraversamento della città. Un nuovo collegamento che si inserisca in un più ampio piano della mobilità sostenibile. Non serve un’opera “isolata” che tagli fuori la città, simile ad un’autostrada. Quell’ipotesi è già stata bocciata più volte, e accantonata dalla precedente amministrazione che già aveva avviato, con il Ministero l’iter per un nuovo percorso.

3) Oggi ogni opera pubblica deve considerare l’impatto ambientale, anche per poter accedere a finanziamenti che altrimenti sarebbero negati (ad esempio, quelli europei). Ai progettisti va chiesto di immaginare soluzioni con il più ridotto impatto ambientale possibile.

4) Che il Comune di Asti possa sobbarcarsi il finanziamento dell’opera è fuori discussione e anche solo lasciarlo intendere è scorretto, cosi come affermare che verrà ricompreso nelle opere finanziate dal recovery fund. Ricordiamo che nella gara per l’aggiudicazione della concessione sulla Asti-Cuneo, c’erano alcune opere accessorie, tra cui il collegamento Sud-Ovest, i cui costi dovevano essere sostenuti dalla società concessionaria. Le condizioni di concessione da allora sono cambiate, tuttavia occorre fare da subito, di concerto con il Ministero, tutti gli sforzi possibili affinché sia quest’ultima a sostenere i costi dell’opera, come si è impegnata a fare con le opere accessorie in provincia di Cuneo.

Partito democratico asti