Coldiretti Asti, a Pasqua sulla tavola i piatti della tradizione

Coldiretti Asti: Le uova, il salame del Papa, la torta di castagne, il capretto e i tagli di Piemontese sono tipici delle festività

Fino a due anni fa, almeno un milione di persone, tra italiani e stranieri, effettuava la tradizionale gita per il pranzo di Pasqua in agriturismo. Lo rileva Coldiretti per dare il senso dell’impatto sull’economia e sulle abitudini sociali causate dalle restrizioni anti-pandemia. Seppure impossibilitati ad uscire di casa, in ogni caso, anche quest’anno gli astigiani potranno comunque celebrare la ricorrenza con i piatti della tradizione, scegliendo se cucinarli personalmente o farseli portare già pronti. Ad Asti gli acquisti delle materie prime possono essere effettuati negli agri mercati di Campagna Amica di piazza Statuto e piazza Alfieri, oppure al Mercato Coperto Contadino di corso Alessandria 271. Qui è possibile prenotare (anche telefonicamente al n. 337 1120058) i “pacchi grigliata” a 10 o 12 euro e il menù completo con 5 antipasti, un primo (con tre scelte) e un secondo (con due scelte) e il dolce a 30 euro, per ritirarli anche domenica mattina.

I PIATTI DELLA TRADIZIONE

Ma vediamo, grazie agli esperti di Campagna Amica, quali sono i principali piatti dell’Astigiano tradizionali della Pasqua.

Il capretto allevato nella Langa astigiana, stessa zona di produzione della Robiola di Roccaverano Dop, si consuma quasi esclusivamente alla domenica della Resurrezione di Gesù. Si può reperire nelle migliori macellerie e nelle agri macellerie. La sua carne ha qualità nutrizionali eccezionali essendo la più magra in assoluto, con grassi e colesterolo simili se non inferiori al pollo. Ha un’altissima digeribilità e per questo si differenzia anche dall’agnello, oltre ad avere un odore meno intenso e un gusto più delicato. In cucina il capretto è molto semplice da preparare, l’unica accortezza e di cuocerlo lentamente a bassa temperatura, per il resto si può cucinare in svariati maniere: al forno, fritto, arrosto, impanato, alla griglia, alla brace.

Il simbolo pasquale della gastronomia italiana è comunque l’uovo. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixé, con un balzo record del 15% negli acquisti del 2020, le uova sono anche le vere star del carrello in tempo di pandemia. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate, ma soprattutto impiegate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali, Coldiretti stima in 400 milioni le uova “ruspanti” consumate durante la settimana Santa. Nell’Astigiano si sono sempre preparate sode per il giorno di Pasquetta e si mangiano con i sarsèt raccolti nei prati appena inverditi dalla primavera.

Ma è con i dolci che si celebra veramente la festa, tanto più che, sempre secondo l’indagine Coldiretti, con i lockdown in una famiglia su 3 (31%) si preparano in casa nel rispetto delle tradizioni locali. Fra uova di cioccolato, bonet, colombe e dolcetti di ogni genere, fra i must della Pasqua astigiana ci sono sicuramente il Salame del Papa (la variante è il mattone dolce) e la Torta di Castagne.

Il Salame del Papa (la variante è il mattone dolce), da mangiare crudo tagliando la fetta nel rotolo avviluppato nella stagnola, si prepara con un impasto di burro, zucchero, cacao sia dolce che amaro, uova, nocciole tonde gentili trilobate tostate, biscotti secchi sbriciolati, vermouth o barbera chinato. In ogni caso questo è il dolce tipico da portarsi nella sporta per il picnic del Lunedì dell’Angelo, mentre per la domenica di Pasqua gli astigiani, e in particolare quelli del sud della provincia, della Langa e della valle Bormida, dalla notte dei tempi consumano la Torta di Castagne.

L’usanza risale a quando, per sopperire alle carestie, le castagne si seccavano e si conservavano dall’autunno e per tutto l’inverno. Le ultime venivano consumate proprio per Pasqua e la torta rappresentava l’uscita dalla Quaresima. Per la ricetta tradizionale, con le castagne, sono di rigore gli amaretti di Mombaruzzo e l’aroma di uno spruzzo di Moscato d’Asti Docg, anche per ammorbidire l’amalgama.

Rimangono poi ovviamente altri piatti tradizionali, ma che non si riservano esclusivamente per le festività di Pasqua, come i classici ravioli al plin o i tajarin, il vitello tonnato, l’insalata russa, oltre alle torte pasqualine di origine ligure rivisitate in Piemonte come torta di spinaci, il fritto misto di carne e vari brasati rigorosamente di razza bovina Piemontese e sempre sfumati con i nostri fantastici vini.

“In queste ghiotte occasioni – sottolinea il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – scegliere la qualità è importantissimo e lo si fa reperendo ingredienti locali d’eccellenza e lavorazioni che si tramandano di generazione in generazione. Per questo è sempre bene utilizzare prodotti delle aziende agricole del territorio, dalle uova al miele, dal latte alla frutta, venduti direttamente in azienda o presso i mercati a chilometro zero di Campagna Amica”.

“Così facendo – rimarca il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – si ha la certezza della provenienza e freschezza del prodotto, dando allo stesso tempo sostegno all’economia delle imprese locali, che nonostante la situazione non si sono mai fermate per garantire sempre prodotti di qualità a tutti i cittadini. Il nostro consiglio visto i sacrifici dettati dalla pandemia e nonostante le inevitabili ristrettezze economiche, è di concedersi almeno un piatto da asporto, magari consegnato direttamente a casa, proprio il giorno di Pasqua, da un cuoco contadino di Campagna Amica”.