Lettere al direttore

Asti, la maggioranza boccia la mozione del PD contro la legge regionale “Allontanamento Zero” sugli affidi familiari

Si tratta del disegno di legge voluto dalla Giunta Cirio che mira a ridurre il numero di allontanamenti dei minori dalle famiglie di origine. Per il PD astigiano "provvedimento lacunoso con profili di incostituzionalità e illegittimità"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Gruppo PD del Comune di Asti


E’ successo un fatto grave in seno al Consiglio Comunale di Asti. Nella seduta di lunedì scorso la maggioranza di centro-destra ha bocciato la mozione presentata dal Partito Democratico volta a impedire il prosieguo dell’iter di approvazione del disegno di legge regionale “Allontanamento Zero” presentato dall’Assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino.

Il disegno di legge “Allontanamento Zero” fortemente voluto dalla Giunta Cirio mira a ridurre il numero di allontanamenti supportando le famiglie d’origine con contributi economici.

Ad un esame superficiale può sembrare una proposta meritevole. In realtà, ad un’analisi approfondita, il provvedimento appare lacunoso e con profili di incostituzionalità e illegittimità tali da suscitare non poche perplessità anche in ambienti politicamente vicini al Presidente Cirio. La legge “Allontanamento zero” è stata inoltre circondata da una propaganda infondata ed offensiva. In Piemonte, infatti, è sbagliato parlare di “allontanamenti facili”, in numero eccessivo o motivati dalla povertà economica, come hanno fatto gli Assessori Caucino e Marrone. Il
96,44% dei 60.068 minori presi in carico dai servizi sociali al 31/12/2018 era seguito in famiglia e il 58,17%
dei 2.597 minori fuori famiglia era riconducibile alle seguenti tre tipologie: Minori stranieri non accompagnati
(17,67%), affidamenti intra familiari (24,68%) e affidamenti consensuali (15,82%). Solo il restante 41,83% è
rappresentato da allontanamenti giudiziali extra familiari. Si conferma pertanto che nella maggior parte dei
casi l’allontanamento è l’extrema ratio, come previsto dalla Legge 184/1983, è consensuale, intrafamiliare o riguarda i minori soli provenienti da altri Paesi.

Le cause più frequenti di allontanamento sono inoltre legate a motivazioni gravissime come le carenze educative, i problemi psichiatrici o di dipendenza dei genitori e non alla povertà materiale. Il problema dell’eccesso di allontanamenti in Piemonte o dell’allontanamento fatto esclusivamente per carenza di reddito è dunque un problema che non esiste ed è stato circondato da una propaganda, politica e mediatica, che nuoce gravemente a tutto il sistema dei servizi e della rete di volontariato, che dimentica i dati di un contesto socialmente sempre più disgregato, tradisce un forte pregiudizio verso gli operatori, verso il lavoro fatto in passato anche dalle giunte di centrodestra, verso i poveri, verso le famiglie affidatarie, verso la gravità dei maltrattamenti di natura psicologica
accanto a quelli di natura fisica.

In Piemonte occorre piuttosto un dialogo sereno e aperto con tutti gli attori coinvolti ed una concreta dotazione di risorse finanziarie per rafforzare le professionalità e le progettualità in campo. Dotazione finanziaria di cui non c’è traccia nella PdL Allontanamento zero.

Non basta lasciare i bambini in famiglia, ci vogliono più servizi a servizio delle famiglie e bisogna ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo una maggiore collaborazione tra il settore educativo, sanitario e sociale ed una maggior omogeneità territoriale.

A seguito della presentazione della proposta di legge regionale sono emerse numerose e qualificate prese di
posizione pubbliche che esprimono dubbi ed obiezioni. Solo per citarne alcune, si sono espressi in modo contrario i seguenti soggetti: Ordine degli assistenti sociali del Piemonte; Ordine degli Avvocati di Torino il 13/1/2020; Ordine degli Psicologi del Piemonte il 4/2/2020; Docenti universitari che hanno sottoscritto il documento “Il diritto del minore a vivere in famiglia: Considerazioni del DDLR “allontanamento zero (70 docenti di Torino ed altre università italiane); Cgil, Cisl e Uil del Piemonte, intervenuti con un documento unitario il 14 gennaio 2020; Il Tavolo nazionale affido il 22/1/2020 (hanno firmato Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Associazione tra Famiglie Comunità “Mi casa es tu casa”; ANFAA Associazione Nazionale Famiglie Adottive ed Affidatarie; Associazione Nazionale Famiglie Numerose; Gruppi Volontari per l’affidamento e l’adozione, AIBI Associazione Amici dei Bambini; Associazione COMETA; CAM Centro Ausiliario per i problemi minorili; CNCA Coordinamento nazionale comunità di accoglienza; Coord. Affido Roma; Coordinamento CARE; COREMI-FVG, PROGETTO FAMIGLIA, UBI MINOR, SALESIANI PER IL SOCIALE, AFFIDAMENTO.NET Liguria);L’Unione nazionale camere minorili e Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia il 30/1/2020; Singoli esperti (tra gli altri, Camillo Losana e Franco Garelli).

Desta quindi quantomeno sconcerto l’atteggiamento assunto dalla maggioranza astigiana che, pur avendo precedentemente manifestato dubbi sulla bontà della legge in argomento e dopo avere quindi condiviso di fatto l’ordine del giorno contenuto nella medesima mozione, ha deciso di bocciarla. Lunedì i consiglieri di maggioranza dapprima hanno tentato di convincere il gruppo del PD a ritirare la Mozione, dichiarando l’intento di volerla approfondire in commissione consiliare (ma se questa era la volontà ci chiediamo perché non l’hanno proposto prima, considerato che la mozione è giacente in Comune dal 20 gennaio 2020), poi, non essendo riusciti ad ottenere il favore della minoranza, hanno cercato di attribuire al Gruppo del Partito Democratico, fermo nel volere portare al voto la mozione, una presa di posizione esclusivamente politica, sostenendo che il disegno di legge è stato modificato a seguito del lavoro svolto nel tavolo di confronto a cui partecipa l’Assessore ai Servizi Sociali di Asti.

Il Gruppo PD apprezza che si stia lavorando per riformulare completamente l’infelice disegno di legge, tuttavia il nuovo testo non è ancora definito e, conseguentemente, non è stato ancora depositato in commissione consiliare regionale. Quindi il disegno di legge risulta ancora nella formulazione originaria. Pertanto, sarebbe stato ragionevole addivenire ad un voto unanime di tutto il Consiglio in favore della sospensione del disegno di legge, sarebbe stato un segnale di maturità ed indipendenza politica da parte del centro destra astigiano.

Pensiamo quindi che ancora una volta la maggioranza abbia voluto prendere posizione in modo pretestuoso e strumentale, sostenendo la bontà di un disegno di legge che invece nelle parole ha sconfessato definendolo “infelice”, e tutto esclusivamente per ragioni di parte che mettono in secondo piano la tutela dei minori.

Votare l’ordine del giorno non avrebbe precluso la possibilità di trattare l’argomento in commissione consiliare comunale e fare pervenire le osservazioni al tavolo regionale. Ma tant’è.