Lettere al direttore

“Noi lavoratrici da oltre dieci anni alla Casa di Riposo di Asti siamo state dimenticate anche dai sindacati”

Con il nuovo bando vengono favorite le nuove assunzioni

Riceviamo e pubblichiamo la risposta delle lavoratrici della Casa di Riposo Città di Asti al comunicato congiunto di FP CGIL E FP CISL (leggi QUI).


Dispiace apprendere dai giornali l’entusiasmo di FP CGIL E CISL FP di una sentenza che lede la dignità/rispettabilità delle lavoratrice che per più di 10 anni hanno lavorato presso la Casa di riposo Città di Asti, le quali attendevano da anni la stabilizzazione, cosa che, doveva essere cavallo di battaglia di tutte le Organizzazioni Sindacali.

Infatti, un diritto è stato negato, il diritto di chi lavora ancora e di chi ha lavorato all’interno della struttura, facendo turni massacranti.

Adesso parliamo un po’ di noi, “chi siamo”, siano delle donne delle mamme che, hanno iniziato a lavorare in casa di riposo (Maina), quando avevamo una trentina d’anni, oggi qualcuna di noi è sotto la cinquantina, sappiamo come è difficile trovare un altro lavoro, troppo giovane per la pensione e troppo grande (vecchia) per essere assunta. Come abbiamo già detto, aspettavamo con fervore la possibilità di una stabilizzazione, come era previsto dal bando, in quanto lo stesso prevedeva l’assegnazione del 50% dei posti per tale causa.

L’entusiasmo di chi doveva lottare, per un diritto acquisito, è vergognoso. Rimane di fatto che, di noi “lavoratrici di serie B”, Ve ne siete fregati favorendo nuove assunzioni. Purtroppo, qualcuno predica bene e razzola male.

Le ricorrenti