Albero dei Giusti, riflessioni e musica alla scuola Goltieri di Asti per commemorare la Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria non rappresenta soltanto una ricorrenza da onorare con l’intimo dovere morale di ricordare, ma costituisce un’occasione di riflessione e impegno alla responsabilità individuale e collettiva.

È con questo spirito che alla scuola secondaria di primo grado “Goltieri” dell’I.C. 2 di Asti è stata progettata e attuata un’attività didattica con fulcro la Giornata in ricordo delle vittime della Shoah. Nell’ambito della settimana interessata dalla data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per le iniziative commemorative, tutte le classi hanno preso parte a momenti informativi e formativi caratterizzati da narrazioni, musica, riflessioni guidate e libere.

Muovendo dalla lettura e analisi di passi scelti, gli alunni delle classi terze hanno idealmente dato la parola a Primo Levi e alla sua forte e tragica testimonianza contenuta in “Se questo è un uomo”. “Un profondo silenzio, occhi lucidi e un senso di iniziale smarrimento hanno lasciato spazio ad un dibattito in aula sulla necessità di chiedersi come ciò sia potuto accadere e su quanto fare affinché ciò possa non accadere mai più” racconta l’insegnante Viviana Tosto.

Tra tanto orrore e insensatezza, mai dimenticare le storie di solidarietà e speranza che la storia ci regala tra le righe nascoste delle sue pagine più buie del secolo scorso. Da qui la scelta di dedicare ai Giusti tra le Nazioni uno spazio didattico centrale a cui ancorare l’attività di ricordo e riflessione delle classi seconde.
“Il ciclista Gino Bartali, il medico Carlo Angela, il commercialista Giorgio Perlasca, il farmacista Elio Arleri sono stati eroi – si sono chiesti studenti e insegnanti – No, persone. Nomi, provenienze, professioni diverse, ma Giusti accomunati da un grande comune denominatore ovvero l’amore disinteressato per il prossimo e un profondo senso di solidarietà e giustizia sociale”.

Enola P., alunna della II C, ci ricorda che “per essere un giusto e contribuire ad una società più giusta non bisogna avere un mantello o dei superpoteri, ma solo coraggio, forza di volontà e buon cuore”. Ed ancora, su analoga proposta di riflessione scritta, Giada S., compagna di Enola, afferma: “Essere giusti è come un traguardo, non sportivo, ma un traguardo per la persona; è come se, facendo opere di bene, il tuo cuore vincesse una medaglia astratta fatta di emozioni e miglioramenti”. Per Rayan B., alunno della II B, “I Giusti erano brave persone perché volevano vedere un sorriso sulla faccia delle persone salvate”, e, secondo la compagna Konouz S., “Oggi se qualcuno facesse una cosa giusta, probabilmente andrebbe a vantarsi di quello che ha fatto, a dire di essere il migliore… ma le vere persone buone e premurose sono quelle che compiono buone azioni in silenzio”.

E “altruismo”, “rispetto”, “amore”, “libertà” sono alcune delle parole scelte dagli alunni della II A per il loro Albero dei Giusti, un prodotto grafico-testuale realizzato a conclusione di una riflessione collettiva sul lessico, i cui frutti speciali sanno di speranza.

Come è stata raccontata la Shoah e affrontata in classe con gli alunni più piccoli di prima media il tema dell’antisemitismo? Attraverso le le risorse didattiche materiali e lo storytelling.
La “valigia della Memoria”, interamente realizzata con materiale di recupero grazie al contributo di tanti appassionati docenti, è stato il contenitore materiale di un contenuto solo apparentemente costituito da oggetti, ma assai più significativamente fatto di eventi, storie personali ed emozioni.
Come l’aedo era solito, al centro della piazza, raccontare in pubblico miti e leggende, accompagnando le narrazioni orali con uno strumento musicale, così l’insegnante, al centro dell’aula, con una “strana” valigia al posto della lira, avvia la narrazione, ma con una fondamentale premessa: “Vorrei tanto, in questo momento, poter essere un aedo e potervi affascinare con le mie parole raccontando storie frutto della fantasia, come quelle che abbiamo letto e analizzato nelle scorse settimane, ma così purtroppo non è: tutto ciò di cui vi parlerò oggi è tragicamente accaduto e questa valigia, che è qui accanto a me e ben visibile a tutti voi, ha un peso importante, quello della Memoria”.

La stella di David per raccontare con Joseph Joffo le persecuzioni avviate con le leggi razziali, un vagone merci per ricordare il dramma della deportazione, un paio di scarpette rosse per non dimenticare con Joyce Lussu che la furia omicida nazifascista non si arrestò neanche dinanzi all’innocenza dei bambini: questi sono solo alcuni degli oggetti che, tirati fuori singolarmente dalla valigia, hanno veicolato la narrazione e orientato la riflessione degli alunni.

giornata memoria goltieri

La musica, infine, non è mancata nella rievocazione storica perché essa, ricorda la professoressa Simona Scarrone, “è una forza motrice universale alimentata talvolta anche dalla sofferenza e dalla quale si origina nuova linfa”. “Hava Nagila” (Rallegriamoci in italiano), è il brano eseguito dai docenti di strumento dell’Indirizzo musicale della Goltieri, note che hanno accompagnato un altro momento di grande e sincera commozione: la lettura della testimonianza scritta di Pietro Rosso, uno dei numerosi piemontesi deportati in quanto oppositori politici. In tanti partirono per i campi di Verona o Bolzano, in pochi fecero ritorno a casa trovando poi anche la forza di non lasciarsi incattivire dai soprusi subiti e raccontare quanto tragicamente vissuto.

“Anche quest’anno, dunque, con rinnovato interesse e mai sopita attenzione per i temi di Cittadinanza, è stato proposto un percorso didattico per sensibilizzare e affiancare le giovani generazioni alla riflessione sui temi della Shoah, perché ricordare è un atto d’amore e farlo è il nostro vaccino contro l’indifferenza, per dirla con Liliana Segre” concludono i docenti.

[Nella foto di apertura Viviana Tosto, docente di lettere e referente di Educazione Civica con i docenti Marco Viola (violino), Simona Scarrone (flauto) e Maria Grazia Reggio (chitarra) che hanno commentato con la musica la lettura della memoria del canellese Pietro Rosso].