Regione Piemonte, Gabusi risponde ad Avetta: “Situazione linea ferroviaria Asti-Chivasso”

In merito all’interrogazione del consigliere regionale Alberto Avetta sul futuro della linea ferroviaria Asti-Chivasso, l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi ha sottolineato il confronto portato avanti con il territorio. «Ho incontrato i Sindaci – ha detto l’assessore Gabusi – almeno 7 o 8 mesi fa presentando la situazione in maniera trasparente e reale rispetto alla linea ferroviaria Chivasso-Asti, per la quale non vedevo e non vedo possibilità di riattivazione a breve. Gli investimenti richiesti sulla rete sono importanti: penso alla elettrificazione, alla sistemazione della galleria di Brozolo, ma soprattutto faccio riferimento alla sistemazione della rete, poiché dopo tanti anni ci sono interventi di manutenzione che sarebbero stati ordinari ma ora sono diventati straordinari. Rispetto alle frequentazioni ipotetiche della linea, inoltre, dobbiamo dare priorità alle linee che portano tante persone e sulle quali i nostri occhi devono essere posti in maniera privilegiata. Credo che questo sia un sistema trasparente in un momento in cui le risorse non sono infinite».

L’assessore Gabusi ha ricordato uno studio del 2018 «secondo il quale l’attivazione di quella linea costerebbe alle casse della Regione Piemonte circa 2 milioni di euro in più di gestione all’anno. In questo momento ci stiamo muovendo senza un contratto per i Regionali e i Regionali Veloci con Trenitalia, non siamo nemmeno vicini alla sottoscrizione, e per altro siamo in causa per i mancati introiti e per la mancata compensazione economica. Evidentemente questo non è per cause o colpe direttamente riferibili a questa amministrazione, visto che ci troviamo nella situazione di un ‘contratto ponte’ sottoscritto nel 2017. In questo contesto non posso pensare di “prendere in giro” i Sindaci con Tavoli di lavoro o Accordi di programma che poi di fatto si traducono in niente. Preferisco dire la verità».

Sulle ipotesi di realizzazione di piste ciclabili sulle linee ferroviarie dismesse l’assessore Gabusi ha sottolineato che «ognuno può avere le proprie idee. Io mantengo la mia idea, che non è politica, ma è amministrativa: i soldi per riattivare quella tratta non ci sono e non ci saranno nel breve. Se il Consiglio Regionale trova 40-50 milioni di euro in più per riattivare le linee sospese, sarà per me solo un onore poterlo fare. Di fatto, purtroppo, non sono riusciti a farlo né il Consiglio Regionale, né le amministrazioni di destra e di sinistra, né il Fondo nazionale trasporti, che negli ultimi 10 anni non è aumentato di un euro. È evidente che non bisogna guardare alla sola volontà politica, quanto alla triste realtà economica che ci mette di fronte a delle scelte. Da questo punto di vista io sono ancora disponibile e nell’Astigiano mi sembra che ci sia la volontà di immaginare di non lasciare ai rovi e alle ortiche quella traccia e di provare a immaginare un sistema di piste ciclabili».

Rispetto all’utilizzo per treni storici l’assessore Gabusi ha ricordato quanto già sottolineato più volte: «non confondiamo i treni storici con il trasporto pubblico. Per me nulla osta al passaggio dei treni storici, ma non facciamo passare il messaggio che se passa un treno storico poi può passare anche un treno normale, perché non è così. È stato verificato, ad esempio, sulla Asti-Alba e sull’Alessandra-Castagnole, dove sono passati tanti treni storici, ma non ci sono gli elementi di sicurezza per far passare i treni ordinari del trasporto regionale».

Per quanto riguarda il percorso in atto per la riorganizzazione del trasporto pubblico «per tutti i territori del Piemonte – ha sottolineato l’assessore Gabusi –. È un lavoro importante e sostanziale, da fare prima di arrivare alle gare per il servizio su gomma. Prima di mettere a gara un servizio dobbiamo però capire quale tipo di servizio mettiamo a gara e quali introiti da bigliettazione ci immaginiamo: entrambi elementi molto diversi rispetto ad un anno fa. Vogliamo portare avanti un lavoro sui territori e con i territori per migliorare il servizio soprattutto nelle aree periferiche; è un lavoro che durerà parecchio e che ci permetterà di poter bandire delle gare con un servizio moderno, efficiente e capillare per tutti i territori».