Maria Ferlisi: “Ottime le proposte del Presidente dell’Ordine dei Medici di Asti al Prefetto”

Riceviamo e pubblichiamo


Il Servizio Sanitario deve essere ripensato e adeguato alle nuove esigenze dettate dall’emergenza nella quale ci troviamo.
Soprattutto va ripensato il rapporto tra il territorio e e l’ospedale che non può essere il centro di tutto il sistema di cura, la medicina territoriale va rafforzata senza lasciare soli i medici di famiglia, occorrono strutture e gruppi che siano un filtro al pronto soccorso e all’ospedale, per evitare un pericoloso intasamento.
In quest’ottica il presidente dell’Ordine dei Medici, Claudio Lucia, ha proposto, in un incontro con il prefetto, Alfonso Terribile, la realizzazione di un ospedale da campo per accrescere le disponibilità dei posti letto con la possibilità dell’invio di medici e sanitari dell’Esercito.
La proposta del dottor Lucia che ci sentiamo di appoggiare totalmente prevede anche un progetto in grado di ridurre il numero dei ricoveri attraverso una presa in carico domiciliare del paziente positivo e della sua famiglia, attivando apposite Unità Mobili multidisciplinari, composte da infermieri e medici specialisti, dotati di ecografo polmonare, in grado di effettuare la visita presso il domicilio di coloro che vengono individuati dal medico curante come casi di “sospetto covid”, effettuandone la diagnosi e impostando la terapia.
Sicuramente una strada impegnativa ma doverosamente percorribile anche alla luce dello scenario di elevata gravità che ci coinvolge, tenendo conto anche che l’emergenza durerà alcuni mesi.

All’interno del Decreto Ristori è contemplato il potenziamento del Sistema Sanitario dove viene previsto l’arruolamento di 100 fra medici e infermieri militari, un arruolamento a tempo determinato con domande che potranno essere presentate entro il termine di 10 giorni dalla data di pubblicazione, oltre alla conferma fino al 31 dicembre di 300 fra medici e infermieri a potenziamento dell’Inail.
Ad Asti nei giorni scorsi sono state allestite tende che concorreranno ad un’attività di pre triage e la realizzazioni di tamponi, con la possibilità di trasformarsi in un area di osservazione breve e allora una riflessione.

Qualche giorno fa, il 4 novembre, abbiamo ricordato la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e proprio da lì arriva il concetto di riserva disponibile. Pensiamo al materiale a disposizione dell’esercito, aerei, corazzate, armi, tutto quello che può servire ai militari, e non viene usato, però è lì, di riserva, perché in caso di attacco si sia pronti a difendere la nazione e tutti i cittadini.
A pensarci è strano che ci sia questa grande attenzione per la guerra e non ci sia per difendere la nostra salute. Dovremmo prevedere sia personale di riserva medici infermieri che possano anche essere richiamati in caso di necessità sia le apparecchiature come i ventilatori polmonari e le strutture affinché possano essere disponibili in pochi giorni in caso di emergenza.
Magari occorrerebbe farlo meno per gli armamenti e di più per la salute.

Maria Ferlisi capogruppo PD e Partito Democratico Asti e Provincia