Confcommercio Piemonte chiede misure più aderenti alla situazione sanitaria di ogni singolo territorio

Confcommercio Piemonte ha chiesto alla regione e al Presidente Alberto Cirio misure più aderenti alla situazione sanitaria di ogni singolo territorio.

In una lettera aperta ai parlamentari piemontesi la presidente Maria Luisa Coppa ha sottolineato: “I nostri imprenditori si interrogano in definitiva sull’utilità del sacrificio a cui sono chiamati in via pressoché esclusiva e che potrebbe risultare non sufficiente, con il rischio di proroghe fino a Natale e oltre. Questa volta è vietato sbagliare, ne va della tenuta sociale del nostro Paese.
A distanza di pochi mesi dal lockdown totale della scorsa primavera e poche settimane prima del periodo dell’anno che tradizionalmente fa registrare i maggiori incassi, le imprese piemontesi del commercio, della ristorazione e del turismo sono chiamate a sopportare nuovi pesantissimi sacrifici nella lotta alla pandemia da covid-19.
In tale contesto tutti gli imprenditori del terziario di mercato – non solo chi è direttamente costretto alla chiusura (ristoratori, baristi, commercianti di abbigliamento, calzature, gioiellerie, mobili, prodotti per la casa, ambulanti di prodotti non alimentari, ecc.) – si interrogano con crescente preoccupazione sul futuro delle loro aziende, dei loro collaboratori, oltre che delle loro famiglie.
“Gli imprenditori – aggiunge la nota – Contestano l’equità di un provvedimento che sembra non parametrato al livello di rischio effettivo, visto che interviene senza differenziazione tra le piccole attività con accesso contingentato ovvero che si svolgono all’aperto e le altre realtà al cui interno è più probabile la formazione di assembramenti. Registrano difficoltà di accesso e scarsa trasparenza dei dati su cui si sono basate le scelte del Governo che, se disaggregati, potrebbero dare indicazioni utili per adottare misure più coerenti a livello provinciale, comunale e a livello di quartiere per le grandi aree metropolitane.

Al Presidente della Giunta regionale, Alberto Cirio, Confcommercio Piemonte ha infatti chiesto di farsi portavoce presso il Ministro della Salute affinché sia attivata in Piemonte la facoltà prevista dal comma 2 dell’art. 3 del Dpcm del 3 novembre di introdurre, in relazione a specifiche parti del territorio regionale ed in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dall’applicazione delle misure di contenimento più gravose.
È’ importante allora che i Parlamentari piemontesi si attivino, esercitando tutte le loro prerogative, per dare una risposta puntuale agli interrogativi e alle preoccupazioni esposte. Occorre riservare inoltre un’attenzione particolare alle misure di sostegno predisposte dal Governo, nella consapevolezza che una semplice replica o estensione delle misure già adottate nei mesi passati non sarà sufficiente per impedire la chiusura definitiva di una parte consistente delle imprese del terziario.
Oltre a prevedere ristori immediati e congrui rispetto ai mancati incassi di questo periodo e dei prossimi mesi, si dovrebbe intervenire in modo tempestivo per dare risposte agli emergenti problemi di cassa che si stanno verificando nelle imprese – con particolare riferimento a quelle del settore moda, oggettistica, accessori, ecc. – che avendo già effettuato gli acquisti per rifornire i magazzini, ora si trovano nell’impossibilità di rispettare le scadenze nei confronti dei fornitori, generando una potenzialmente drammatica interruzione dei pagamenti con il rischio di paralizzare intere filiere. È infine necessario intervenire urgentemente per superare il trattamento fiscale di favore riservato alle grandi piattaforme internazionali dell’e-commerce, che danneggia gli equilibri della concorrenza” conclude la lettera aperta.