Giornata della lingua e della letteratura piemontese: sempre più comuni aderiscono alla proposta di Movimento Progetto Piemonte

Si allunga la lista dei comuni che hanno aderito alla proposta di Movimento Progetto Piemonte e della lista civica Progetto Villamiroglio per richiedere alla Regione Piemonte di istituire una “Giornata della lingua e della letteratura piemontese” analoga al Dantedì la cui prima edizione si è celebrata proprio quest’anno in pieno ‘lockdown’.

Ultimo comune, in ordine di tempo, ad aderire all’idea è stato Odalengo Piccolo che ha approvato una mozione in tal senso, inviata con una lettera dal presidente di MPP (e consigliere a Villamiroglio dove ha la delega all’Identità Piemontese) Massimo Iaretti, e deliberata all’unanimità su proposta del sindaco Mirella Panatero.

Recentemente, in Provincia di Asti, la proposta era stata fatta propria dalla giunta municipale di Moncalvo, su proposta del vice sindaco Andrea Giroldo. Tra i comuni che hanno aderito c’è anche Villadeati, mentre quello sin qui di maggiori dimensioni è stato quello di Tortona. La mozione propone, pertanto, di istituire ogni anno, in piena sintonia con gli ideali alla base dello Statuto della Regione Piemonte e della Carta di Chivasso, una Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese, suggerendo che questa possa tenersi in concomitanza di una data precisa per la stessa ovvero la redazione della prima Gramatica Piemontese avvenuta nel 1783 ad opera del medico Antonio Pipino da Cuneo (cui fece seguito il primo vocabolario del Piemontese). Inoltre viene suggerito, a titolo di mera indicazione, ferma restando la sovranità della Autorità Regionale nelle scelte, il 24 aprile, data indicata dallo stesso Pipino nella sottoscrizione della prefazione dell’opera, oppure il 26 agosto, giorno nel quale Re Vittorio Amedeo III gli concesse il privilegio di apportare alla prima edizione dell’opera alcune modifiche ed aggiornamenti.

“Stiamo proponendo questo documento a tutti i sindaci e consigli comunali del Piemonte – dice Massimo Iaretti – è una strada sicuramente lunga ma solo facendo un lavoro porta a porta si può anche capire quali siano le sensibilità per un argomento che non è certamente secondario per il futuro della nostra Regione, quanto meno sotto l’aspetto identitario”.