Lettere al direttore

Giovanni Boccia: “Treni: Maleducazione e disorganizzazione!”

Riceviamo e pubblichiamo


Gentilissimo signor Direttore,
essendo un pendolare, della tratta Asti – Torino, voglio segnalare, per l’ennesima volta, l’incredibile disorganizzazione, che regna sovrana, in relazione alla problematica causata dei cosiddetti “portoghesi”. Come tutti potranno constatare, c’è una nutrita flotta di “ligére” (nulla facenti, tossici, prostitute, maleducati e papponi vari) che salgono sui treni senza biglietto. Chi me l’ha detto? Loro stessi! Basta semplicemente parlaci insieme e gli interessati… addirittura se ne vanteranno. Volgarità, arroganza, strafottenza e maleducazione la fanno da padroni. Stendiamo poi, un velo pietoso, sugli odori.

Mi chiedo perché mai i militari e appartenenti alle varie forze dell’ordine (che per legge, e aggiungo io, giustamente, viaggiano senza pagare il biglietto), anziché accomodarsi nelle comode e tranquille carrozze di testa/treno per parlare principalmente della propria futura pensione, non si seggano invece nei due ultimi vagoni e magari anche qualificandosi immediatamente “coram populo” come pubblici ufficiali? Potrebbe già questo essere un semplice, ed efficace deterrente a costo zero. Ed in ogni caso, sarebbe meglio che niente. Ovvio, che non sto generalizzando, ma io, comunque, non l’ho mai visto fare.

Mi chiedo perché il controllo dei biglietti (quelle rarisssssssssssssime volte che viene effettuato) non cominci dal fondo treno, sede stabile delle ligére di cui sopra? Anche questo semplice gesto, non costerebbe nulla sia come tempi che come spese accessorie.
Mi chiedo ancora, perché mai a Porta Nuova, ben presenziata da vigilantes, addetti vari e forze dell’ordine ivi presenti in massa, non si effettui costantemente un controllo dei biglietti già a terra. (Controllo ovviamente effettuato dal relativo personale, ma con la tranquillità, dello stesso, di essere ben ”protetto” in caso di bisogno).
Sempre a Porta Nuova, ad esempio, basta il solo gesto di un controllore, sulla banchina a fianco del treno, di richiedere la semplice presentazione del biglietto, che c’è subito un fuggi, fuggi generale di tutti quei soggetti in questione, con annessa una immediata e lunga coda ai botteghini.

Sperando che i responsabili raccolgano i miei suggerimenti, signor Direttore, rinnovo l’invito a valutare questi piccoli accorgimenti, che, a costo zero, migliorerebbero di non poco la vita dei pendolari.

Asti, 28 settembre 2020
Giovanni Boccia
Consigliere Comunale di Asti

P.S. Non credete quanto da me scritto? Salite su un qualsiasi treno diretto a Torino e viceversa, e… controllate voi stessi.