Bivacchi dei vendemmiatori nella stazione di Canelli, Cgil: “E’ vergognoso. Necessario organizzare un’accoglienza dei braccianti agricoli”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della Camera del Lavoro di Asti e FLAI CGIL Asti in merito ai recenti fatti di cronaca che hanno interessato l’ex stazione di Canelli sgomberata dagli oggetti lasciati dai braccianti agricoli senza alloggio che lì avevano cercato riparo.


In riferimento ai recenti fatti avvenuti alla stazione di Canelli, la CGIL di Asti esprime la propria ferma contrarietà e le proprie preoccupazioni.
Come CGIL apprezziamo il lavoro svolto in questi anni dalla Protezione Civile e dalla Caritas, sia in termini di posti letto sia per quanto riguarda la distribuzione dei pasti per i vendemmiatori. Contestualmente, però, stigmatizziamo l’inerzia della politica locale che, anziché programmare una vasta rete di accoglienza, preferisce far finta di nulla o, peggio, usare strumentalmente i problemi dei migranti/vendemmiatori per aumentare l’intolleranza ed il pregiudizio.

Anche le aziende che impegnano questi lavoratori non fanno una bella figura. Da un lato si lamentano che manca la manodopera in vigna, e chiedono i voucher come unica soluzione ai mali dell’agricoltura, dall’altra non fanno assolutamente nulla per garantire ai migranti/vendemmiatori di trovare un’accoglienza degna di questo nome sul territorio, a differenza di quello che fanno gli imprenditori veneti e trentini presso i quali si ferma molta della manodopera qualificata in agricoltura.

Desideriamo, pertanto, precisare alcune questioni. Il 24 luglio scorso è stato siglato in Prefettura – da tutti gli attori principali, OO.SS. Cgil, Cisl, Uil e FAI,FLAI,UILA, Organizzazioni Sindacali Datoriali Agricole, Comuni, Consorzi, Caritas – un Protocollo per il Settore Agricolo. L’accordo riguarda l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in Agricoltura e prevede l’assunzione, tramite i Centri per l’Impiego presenti sul territorio, l’accoglienza e l’integrazione dei braccianti agricoli, il potenziamento del trasporto locale pubblico o privato, il rispetto dei Contratti Nazionali e non dei voucher come un’associazione datoriale continua a sostenere.

Tutti gli anni, nel periodo della vendemmia, assistiamo alla migrazione verso le nostre colline dei braccianti agricoli stranieri, provenienti da vari Paesi (Bulgaria, Romania, Costa D’avorio, Senegal, Mali), integrati da lavoratori già presenti nel nostro territorio, quali richiedenti asilo e rifugiati. Queste persone, in molti casi, vengono sfruttate per pochi euro al giorno, senza avere un posto in cui dormire, farsi una doccia o mangiare un pasto caldo. Queste persone arrivano nelle nostre zone per lavorare nel settore agricolo, nei territori che fanno parte dell’Unesco, ed è scandaloso, a nostro parere, che non si riesca ad ospitarli e ad accoglierli in modo dignitoso.

Tali dinamiche pesano sull’economia locale, sottraendo ricchezze alla collettività e violando diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Il lavoro irregolare e poco pagato è concorrenza sleale ed impedimento alla crescita.
Per questo crediamo che si debbano coniugare lavoro e legalità; occorre agire in concreto sul mercato del lavoro, avere il governo pubblico del mercato del lavoro; ed è per questo che da anni la FLAI CGIL si batte per l’istituzione del collocamento pubblico in agricoltura. Solo così si può affrontare il problema partendo dalle sue cause, solo così si riesce ad intaccare il lavoro sommerso e contrastare il fenomeno del caporalato oltre alle possibili eventuali infiltrazioni malavitose nella gestione del mercato del lavoro.

Come CGIL abbiamo proposto – e riproponiamo nuovamente – rivendicando con forza, un progetto che si occupi di una vera accoglienza e integrazione, lanciando un appello ai vari Comuni coinvolti nelle zone della Valle Belbo ed in particolare ai Comuni capofila di Canelli e Nizza Monferrato, alla politica locale e regionale.

Ci chiediamo: è davvero impossibile, nel territorio dell’Unesco, creare le condizioni per garantire soluzioni abitative decenti o decorose per i migranti? È davvero impossibile garantire un’accoglienza diffusa ai cittadini stranieri che migrano nelle nostre zone nei periodi della vendemmia? Davvero le aziende vitivinicole e le amministrazioni locali sono solo interessate a sfruttare questa manodopera senza preoccuparsi del loro stato di salute? In una Provincia in cui grandi sono le difficoltà di trasporto non è possibile creare una rete di mobilità per i lavoratori stagionali che altrimenti cadrebbero nella rete dei caporali?

Si tratta di avere un progetto che potrebbe essere finanziato sia dalle imprese sia con i finanziamenti della Comunità Economica Europea, ma anche con progetti finanziati dal Governo nazionale. Un’ipotesi di lavoro già prevista anche dal protocollo del 24 luglio scorso.

Come CGIL e FLAI CGIL riteniamo sia venuto il momento di dare le giuste risposte a questi lavoratori e valuteremo tutte le iniziative opportune da mettere in campo, per dare piena applicazione al Protocollo sottoscritto il 24 luglio.
Crediamo sia venuto il momento di dare dignità al lavoro dei braccianti, anche nell’interesse dei cittadini di quei territori e della tutela della salute pubblica; per questo motivo proporremo una mobilitazione su base provinciale nelle prossime settimane, al fine di creare una rete di accoglienza diffusa sul territorio della Valle Belbo.

Mamadou Seck – Camera del Lavoro di Asti
Paolo Capra – FLAI CGIL Asti