La prima intervista di Rebirth

"Tra l'asfalto e gli occhi" il nuovo singolo del giovanissimo talento astigiano, sta superando tutte le aspettative e ha toccato quota 10mila streams su Spotify in meno di un mese.

Lorenzo Tripodi, in arte Rebirth, ha vent’anni, è nato a contatto con la musica e non ha nessuna intenzione di abbandonarla.
Abbiamo deciso di incontrarlo per farci raccontare di lui, di come sta vivendo questo momento e delle sue ambizioni.

Rebirth

Quando hai iniziato a fare musica?
La musica è sempre stata una costante all’interno della mia famiglia, mi dimentico sempre di dirlo ma mio bisnonno per primo è stato un famosissimo cantastorie molto conosciuto all’interno del mondo folkloristico calabrese.
Io personalmente ho iniziato a fare musica quando avevo appena dodici anni, ricordo che avevo comprato il mio primo microfono e mi registravo sulle canzoni degli artisti famosi, questo sicuramente mi ha aiutato ad imparare ad andare a tempo sulle basi.
Mia madre mi ha sempre sostenuto e spronato in quello che è stato il mio percorso e mio padre mi ha fatto crescere a contatto con la musica rap ed R&B. Il mio primo pezzo, infatti, uscito nel 2014, l’ho scritto sulla base di Right Now di Mary J. Blige.

Mi ricordo però che ad un certo punto Rebirth ha smesso di fare musica, cos’era successo?
Per me quello è stato un periodo di cambiamento, una vera e propria crescita. Fino ai diciotto anni registravo e pubblicavo i miei pezzi su Youtube senza curarli più di tanto.
A dicembre 2018 mi sono detto che era arrivato il momento di migliorare. Da questo obiettivo è nato un nuovo percorso di crescita, partito con “Diavoletto” (7mila ascolti su Spotify e 2500 su youtube ndr) e che è ancora in corso adesso.

“Tra l’asfalto e gli occhi” il tuo ultimo pezzo, dove si colloca in questo percorso di crescita?
“Tra l’asfalto e gli occhi” l’ho scritta in quarantena. E’ stato un periodo in cui sono riuscito a riflettere molto su me stesso e a dedicare il mio tempo alla musica.
Ho preso lezioni di canto quotidianamente e ogni giorno dedicavo più di due ore agli esercizi vocali, questo mi ha permesso di notare miglioramenti settimana dopo settimana e di crescere rispetto ai pezzi precedenti.
Dal punto di vista del testo l’obiettivo era quello di creare una storia, con un inizio e una fine, che raccontasse ciò che sentivo. La copertina rappresenta perfettamente l’immagine che avevo in testa mentre scrivevo. La presenza di questo viale con le palme, il mare, una macchina rossa e la voglia di fuggire.

Rebirth

La tua collaborazione con Millennial, il tuo produttore, com’è nata?
Con Nico ci conosciamo da quando siamo piccoli, avevamo provato a fare qualcosa insieme senza concludere nulla.
Poche settimane prima dell’esibizione ad AstiMusica ero rimasto senza producer e gli avevo scritto, ero molto scettico perché lui lavorava ad un genere di musica completamente diverso.
In poco tempo invece abbiamo trovato un’intesa perfetta. Nico oltre ad essere una persona magnifica è un grande artista in grado di superare ampiamente i 150 mila streams su Spotify, per me lavorare e crescere con lui è estremamente stimolante.

Quali sono i prossimi passi? Cosa dobbiamo aspettarci da Rebirth nei prossimi mesi?
Ora in programma c’è un pezzo molto vecchio stile, sto lavorando con Nico su sonorità più tranquille. Punterò a raccontare il periodo dalla fine della quarantena fino ad ora.
In pieno lockdown ho scritto tanto, appena tornerò dalle vacanze mi vedrò con Millennial e lavoreremo alle basi, vogliamo continuare a crescere, le ambizioni sono grandi.

Ecco a proposito di ambizioni, hai vent’anni, questo che abbiamo appena iniziato sarà con ogni probabilità un decennio decisivo, come hai intenzione di affrontarlo?
In camera mia ho una frase, attaccata alla porta: “Sta finendo il tempo, quindi sbrigati”. Per come sono fatto io è bene ricordarmi che il tempo passa e anche molto veloce. E’ vero ciò che dici tu, il prossimo decennio è decisivo ma voglio vivermi il momento, sperando che il momento decisivo arrivi il prima possibile. Nel periodo che stiamo vivendo è troppo facile passare dall’essere nessuno a fare disco d’oro, nel 2020 i mezzi ci sono e sono alla portata di tutti, io voglio che il mio percorso abbia un senso, non mi accontenterò dei famosi 15 minuti di celebrità.
So per certo cosa voglio e dove vorrei arrivare ma pensare al futuro mi spaventa.
In ballo per me in questo momento c’è la musica, l’università e il corso di SongWriting alla CPM di Milano, non voglio tralasciare nulla.

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