Lettere al direttore

“Testare, Tracciare, Trattare: gli organi competenti facciano il punto su Asti e provincia”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Michele Anselmo e Mauro Bosia, del Gruppo Consiliare “Uniti si può” sulle strategie


Al termine della fase acuta del CORONAVIRUS, scienziati, epidemiologi ed esperti delle malattie infettive sono giunti alla conclusione che, per contrastare la pandemia, bisogna porre in atto la cosiddetta strategia delle 3 T: “testare, tracciare, trattare”. Una strategia che in alcune Regioni, in particolare il Veneto, è stata messa in atto già da alcuni mesi. Si tratta di Regioni dotate di una vasta capillarità territoriale, che hanno potuto porre in atto tale strategia con risultati ben noti: meno morti, meno contagiati. I risultati della Lombardia e del Piemonte, che hanno puntato invece sull’ospedalizzazione, sono sotto gli occhi di tutti: più morti, più contagiati.
La strategia delle 3 T non è venuta meno in questa nuova fase del contrasto al Virus, anzi “testare, tracciare e trattare” sono snodi fondamentali per prevenire nuove possibili ondate della pandemia che, malauguratamente, continua a vivere tra di noi: e a fronte di comportamenti individuali sbagliati potrebbe riesplodere.

L’indagine ISTAT, attivata in tutta Italia tramite la Croce Rossa mediante la campionatura sierologica di 150.000 cittadini volontari, (per il Piemonte 8099 test, per Asti e provincia 345) mira a fotografare la circolazione del virus; pur trattandosi di un’ iniziativa importante, essa non può essere sufficiente, poiché l’obiettivo dell’indagine non è “testare e tracciare” ma rilevare la prevalenza dell’infezione superata nella popolazione. I dati del 27 maggio scorso dicono che ogni 115 tamponi eseguiti si riscontra un soggetto positivo: il 65% in Lombardia il 12,5% in Piemonte. Quindi, drammaticamente, il virus continua a circolare!

Per tali ragioni chiediamo che il Sindaco e l’Assessore Cotto pongano il problema all’Asl di Asti. Vogliamo sapere se è in atto o si sta prevedendo uno screening, tramite tamponi (primo e secondo) e test sierologici, della popolazione astigiana a partire dalle situazioni più critiche ed esposte: operatori sanitari, operatori delle RSA, pazienti già dimessi e posti in quarantena, pazienti guariti e loro famigliari ecc.
La Regione Piemonte e l’Asl di Asti devono spiegare quali azioni di sorveglianza attiva e preventiva a breve, medio e lungo termine, stanno ponendo in atto per determinare tutti i possibili tracciamenti del virus. Sappiamo poi che i posti di terapia intensiva in Piemonte passeranno dagli attuali 287 a 600; vogliamo sapere quanti posti in più saranno previsti per il Cardinal Massaia.

Alla sorveglianza attiva, a carico degli organi comunali e delle strutture preposte all’ordine pubblico, sui comportamenti dei cittadini, che devono essere assolutamente virtuosi, occorre abbinare la sorveglianza attiva e preventiva della Sanità. Sindaco e Assessore competente si facciano carico di investire la Direzione Asl e la Regione Piemonte di tale problematica.
La ripresa delle attività economiche e la continuità del lavoro per tanti cittadini dipende, insieme ai comportamenti individuali virtuosi, da queste azioni congiunte.
Il Gruppo Consiliare UNITI SI PUO’
Michele Anselmo
Mauro Bosia