“Rafforziamo le donne contadine” gli aggiornamenti del volontario Cesare Quaglia

Riceviamo e pubblichiamo l’articolo redatto dalle volontarie del Servizio Civile del progetto “L’Ombelico del mondo” del CPIA 1 ASTI: Ana Straistari, Irene Gastino, Susanna Vergano.

L‘8 marzo è rientrato dal Senegal il volontario Cesare Quaglia del Comitato Pavia Asti Senegal, abbiamo discusso con lui degli sviluppi del progetto.

In un paese dove la povertà è ancora presente, il ruolo della donna senegalese sta diventando sempre più determinante. L’assenza del protagonismo delle donne dalle attività generatrici di reddito sembra che oggi stia progressivamente diminuendo. Gli indici di sviluppo crescono con un maggior protagonismo dei giovani e delle donne in particolare, che si affrancano dal ruolo tradizionale di cura della casa e della famiglia emancipandolo con l’impegno in attività generatrici di reddito. Le donne senegalesi stanno imparando insieme a prendere coscienza delle proprie capacità e potenzialità avendo già coscienza dei propri diritti e bisogni.
Nei paesi sub-sahariani l’agricoltura rappresenta la principale fonte d’occupazione e di reddito ed è proprio il progetto “Rafforziamo le donne contadine” a testimoniarlo. Un progetto di cooperazione tra Asti e Casamance (Senegal), di cui il Comune di Asti è capofila, finanziato dal Piemonte, che dura da oltre 15 anni e vede protagoniste le donne senegalesi in veste di agricoltori.
Il progetto del Comune di Asti vede coinvolti ad Asti il CPIA, il Consorzio CO.AL.A, l’AISAP e il CPAS come soggetto operativo.

1) Come è andata la missione in Senegal?
Siamo molto soddisfatti. La seconda fase del progetto “Rafforziamo le donne contadine” si è appena conclusa e abbiamo avviato la fase tre.

2) In cosa consiste il progetto?
Il progetto si è occupato di fornire una formazione in orticoltura agro-ecologica a 132 donne in totale, che adesso possono coltivare orti presso le loro case e presso gli orti comunitari. Il progetto ha previsto l’organizzazione di orti didattici e anche la messa a disposizione di un fondo di microcredito per l’avvio delle attività delle singole donne, che ora possono coltivare sia singolarmente che in gruppo.

3) Chi si occupa della formazione?
Della formazione si sta occupando il KDES, associazione per lo sviluppo economico e sociale in ambito rurale ed i servizi tecnici dello stato, partner del CPAS Onlus e del Comune di Asti. Con il CPAS il KDES sta già organizzando le prossime formazioni con personale locale specializzato.

4) Quali sono stati i risultati della prima e della seconda fase?
Le persone coinvolte e l’associazione mi hanno riferito che le prime due fasi hanno innescato la partecipazione delle persone, sia diretta che indiretta, nel coltivare orti e nel praticare l’agricoltura biologica. Questo è anche stato verificato dal sottoscritto durante le missioni di monitoraggio. La popolazione riesce quindi a provvedere al mercato locale con prodotti locali.

5) Quali erano gli obiettivi del progetto?
Il progetto mirava a ottenere l’emancipazione socio-economica delle donne e a migliorare e aumentare la produzione di prodotti locali.

6) Quali sono gli obbiettivi futuri?
Il progetto non sembra fermarsi qui. Lo sviluppo rurale continua a coinvolgere donne e giovani in particolare. I membri del comitato di pilotaggio hanno già individuato alcune priorità di interventi da effettuare successivamente. Oltre a rafforzare le competenze attraverso la formazione per migliorare la produttività agricola e continuare il fondo di microcredito per l’orticoltura, gli obiettivi previsti serviranno ad implementare le recinzioni degli orti e punteranno alla fornitura d’acqua con pannelli solari.

Il ponte, tra Asti e Koubalan (Casamance), continua ad esistere sorretto dalla testimonianza di volontari e associazioni che portano avanti le attività sensibilizzando l’astigiano.”

Comitato pavia asti senegal