Asti, in via Pietro Micca spunta un ripetitore dal nulla: la preoccupazione dei residenti

Il sindaco: "E' un'area di proprietà comunale e sono state rispettate tutte le normative"

E’ spuntato da un giorno all’altro, senza che ne sapessimo nulla”.

A parlare è Massimo Fasolis in rappresentanza dei condomini residenti nel complesso “Belvedere” di via Pietro Micca, tra cui è scoppiato un profondo malcontento a seguito dell’installazione, lo scorso 30 aprile, di un ripetitore della compagnia telefonica Iliad a pochi metri dalle loro finestre.

“L’antenna si trova nel cortile dello edificio dell’Università dove è situato un grande locale uso palestra che viene frequentato da studenti universitari, da bambini, da adulti ed anziani. Il basamento di tale struttura è stato posizionato a livello della strada, nel cortile che in parte doveva essere sistemato come giardino, a pochi metri di distanza da un’abitazione del complesso Belvedere precisamente il B7 situato in via Pietro Micca 3 ed ad altre abitazioni, Caserma della Guardia di Finanza ed Università” precisa Fasolis in una lettera inviata ai giornali.

Al centro delle preoccupazioni dei residenti è innanzitutto la salute.

“Il nostro complesso è purtroppo, circondato da numerosi ripetitori  che emettono onde elettromagnetiche. Precisamente a sud-est a circa 25 metri zona piazzale De Andrè  è visibile una struttura con più ripetitori, a nord-est vi è una altra struttura con altri ripetitori situata nel parco Monte Rainero, unica zona verde che può essere frequentata da mamme con bimbi e dove a soli dieci metri dalle abitazioni del confinante condominio, anni fa è stato installato, nonostante le varie lotte  un grande ripetitore.  Le emissioni di onde elettromagnetiche  pregiudicano la nostra salute.  Noi esprimiamo la nostra contrarietà sulla messa in opera di tale installazione e chiediamo che venga tutelato il nostro diritto alla salute”.

Nel complesso risiedono circa 100 nuclei famigliari con almeno trecento abitanti. “Parecchie delle  persone residenti hanno gravi e particolari patologie, tipo  leucemie, che possono aggravarsi dai rischi dell’elettromagnetismo. Noi abbiamo paura, non solo per gli anziani e i bambini, che possano insorgere future patologie dovute alla continua esposizione ai campi elettromagnetici, mentre sicuramente un beneficio economico viene erogato ai concessionari”.

Anche il rischio svalutazione e la deturpazione estetica generano malcontento tra gli abitanti.

“Noi vediamo i nostri immobili perdere di valore commerciale a causa della vicinanza dei vari ripetitori, inoltre tale antenna viene installata a meno di otto metri dalle abitazioni posizionate nel cortile di un fabbricato con evidenti caratteri architettonici storici, che non vengono con questo tipo di intervento, salvaguardati dopo aver realizzato un attenta ristrutturazione con i soldi pubblici. Strana cosa quando il settore urbanistica di Asti è sempre molto attento alla disamina precisa di ogni progetto anche a livello estetico, anche solo per una piccola modifica”.

La replica da parte del primo cittadino è già arrivata nella serata di ieri, 1 maggio, nella quotidiana diretta Facebook in cui Maurizio Rasero aggiorna i concittadini sui dati del contagio da Covid-19 ad Asti

“Il Comune di Asti è stato più volte contattato da gestori di telefonia mobile per implementare la rete. Per potenziare la copertura sono state individuate 3 zone. La richiesta che abbiamo ricevuto era proprio su quella zona e abbiamo cercato un sito che fosse di proprietà comunale. Abbiamo ricevuto il nulla osta in base alla normativa vigente anche da parte dell’Arpa “. 

“I giudici amministrativi con un provvedimento del Tar Sicilia hanno ricordato come le infrastrutture di reti pubbliche e di comunicazione siano assimilabili alle opere di urbanizzazione primaria e che sono opere di pubblica utilità” conclude Rasero che promette di andare a vedere nei prossimi giorni l’installazione.

“Non è vero che in zona non esistono altri spazi – risponde Fasolis, intervistato dalla nostra Redazione – Nell’ex caserma ci sono cortili e spazi liberi, come nel vecchio ospedale abbandonato. Sulla questione TAR, altri giudici si sono pronunciati diversamente arrivando addirittura a far togliere le antenne già installate. L’antenna è troppo vicina alle abitazioni ed è venuto meno  il diritto all’informazione preventiva. Gli abitanti potevano essere interpellati e resi partecipi delle decisioni”.

I residenti non si fermano e si aspettano dei controlli più mirati da parte delle stesse autorità con cui in passato hanno collaborato per affrontare situazioni di ordine pubblico. Oltre a malcontento e delusione, infatti, tra i residenti serpeggia anche un senso di delusione.

“Dopo aver rivalutato la zona ci sentiamo traditi. Negli anni abbiamo finanziato con sacrificio opere varie per rendere il nostro complesso più sano e vivibile. L’area infatti ha avuto negli ultimi decenni una rivalutazione. Il condominio che si affaccia sull’antenna un tempo era formato da camere singole e i residenti erano per lo più postini, ferrovieri. Poi per un periodo è passato alle cronache per essere luogo di prostituzione finché negli anni dell’amministrazione Galvagno il tutto è stato debellato e due imprenditori hanno comprato l’edificio realizzando appartamenti residenzali”.

Vista la situazione attuale, i residenti di via Pietro Micca non possono scendere in piazza, ma non intendono arrendersi. “Vogliamo difendere la nostra salute e le nostre abitazioni. Organizzeremo una raccolta firme e intanto ci aspettiamo una risposta ufficiale da parte delle istituzioni”.

Di seguito la lettera integrale mandata alla Redazione.