Emergenza coronavirus nelle Case di Riposo: “Tamponi a tappeto prima che sia troppo tardi”

In questa fase dell’emergenza coronavirus, a destare maggiore preoccupazione è la situazione delle case di riposo.

Anche in Piemonte e nell’astigiano sono diversi i casi di strutture in cui sono stati segnalati dei cosi di posività al Covid19, con il numero di ricoveri e, purtroppo, di decessi che continua ad aumentare.

Il caso più recente è quello della Casa di Riposo di Rocchetta Tanaro, dove nel giro di una settimana la situazione è passata da due ospiti positivi a due decessi e la necessità di ricoverare altre nove persone, a cui si aggiungono cinque operatori in mutua (clicca QUI per l’articolo relativo); ma altri casi si sono verificati a Moncalvo, Antignano e Montechiaro, per citare solo quelli di cui si sono avute notizie.

Proprio in seguito a quest’ultimo caso abbiamo sentito il funzionario del sindacato UILTucs di Asti, Ferdinando Ferrigno, per capire quale sia la situazione del personale all’interno delle case di riposo da lui seguite: “A Rocchetta Tanaro ci sono anche cinque dipendenti a casa in mutua, con tutti i sintomi del Covid19 ma non è stato fatto loro il tampone; tra quelli ancora in servizio ci sono alcuni che hanno deciso di fermarsi presso la struttura per evitare contaminazioni esterne, mentre chi torna presso il proprio domicilio si è imposto un’auto quarantena.”

Fino a ieri nessun esame o test specifico: “Da quando si sono verificati i primi casi, il 29 marzo, non è stato fatto nessun tampone, ci è stato comunicato che in giornata (ieri ndr) dovrebbe essere eseguiti i tamponi a tutti, ospiti e personale, della Casa di Riposo. La preoccupazione è rivolta proprio alle cinque persone al momento in isolamento presso le loro abitazioni, che rischiano di non essere controllate.
Una situazione che noi abbiamo segnalato già giovedì scorso, quando come Uiltucs abbiamo inviato le segnalazioni all’Asl di Asti, alla Serena Orizzonti e, per conoscenza, anche alla Prefettura”.

Ferrigno segue anche diversi operatori in servizio presso la Casa di Riposo Città di Asti: “Al momento al Città di Asti la situazione è sotto controllo, ribadiamo però la nostra contrarietà alla disponibilità della struttura ad ospitare alcuni pazienti Covid19 in via di guarigione, cioè quelli che vengono dimessi dall’ospedale in quanto guariti ma ancora positivi”.

Sulla Casa di Riposo Città di Asti interviene anche Stefano Calella, Segretario generale aggiunto della CISL Alessandria-Asti, con una richiesta specifica: “E’ necessario partire con tamponi a tappeto sia per gli ospiti che per il personale, stiamo parlando di una struttura in cui tra ospiti e personale sono quasi cinquecento persone ; inoltre è necessario avere più in fretta possibile gli esiti. Poi bisogna proseguire con tutte le altre realtà, in particolare da quelle strutture come Casa Mia del Palucco, dove tra ospiti e personale, sono circa in duecento e la Casa di Riposo di Castelnuovo Don Bosco, dove addirittura sono quasi 300 in tutto.”

Controlli che sono stati annunciati la scorsa settimana dalla Regione Piemonte (clicca QUI), ma che di fatto, almeno nell’astigiano, non sono ancora iniziati, neanche dopo la sottoscrizione del protocollo giunto qualche giorno dopo (clicca QUI): “Si è così, tra l’altro il protocollo prevedeva anche per gli operatori delle RSA la possibilità di essere ospitati da alberghi o strutture predisposte per evitare contaminazioni” conferma Calella che prosegue: “Oltre alla richiesta di partire subito con i tamponi, per far fronte all’attuale situazione che vede il personale delle RSA sempre più ridotto, a causa delle malattie, e di conseguenza sottoposto a turni di lavoro massacranti, chiediamo una piano di assunzioni straordinario allentando anche i vincoli dei titoli richiesti per poter fare domanda, inoltre serve una gestione strutturata dell’emergenza.”