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Speciale 118 Sindaci: intervista a Marco Maggiora, Sindaco di Rocca d’Arazzo

118 Sindaci: incontriamo Marco Maggiora Sindaco di Rocca d’Arazzo.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Di diventarlo, per scaramanzia non lo dicevo, ma l’ho sempre sperato perché sentivo e sento il mio paese nelle ossa.
Da bambino avevo in mente tre cose:
– LA FAMIGLIA (ho una educazione cattolica famigliare molto precisa), ho una buona moglie e due figli meravigliosi.
– Diventare GEOMETRA perché nel mio immaginario (grazie al maestro delle elementari del mio paese, Carlo Colombo) mi ha fatto amare la “geometria”.
– Diventare SINDACO.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Direi in modo anomalo. Ormai avevo perso ogni speranza, ma le due liste che stavano nascendo per le elezioni non avevano, entrambe ancora individuato un candidato a sindaco. Successe che, essendo io amico di tutti, tutte due le liste concorrenti vennero da me il 16 Aprile 2019 esattamente alle 17.45 per offrirmi questa opportunità, che con molta emozione ho accettato.Naturalmente e con molta trepidazione riesco a riunire in una sola lista i componenti dei due gruppi ed inizio questa sfida carica di responsabilità.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Sì. Sono stato in un gruppo veramente capace, intelligente e valido; tra noi c’era molta armonia e molto rispetto. Questo gruppo si occupava di gestire la Casa di Riposo del mio paese (qui detta Pensionato) “Paolo Maria Cirincione”. Sono stato l’ultimo Presidente della locale cooperativa che ha gestito l’ospitalità dei nostri anziani, prima di passare alla gestione attuale a carico della cooperativa “Il Faro”.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Ce la farò o non ce la farò a portare avanti questa sfida con successo?Ho capito subito che questa mia scelta implicava modifiche sostanziali alla mia vita privata, e che per fare il Sindaco ci vuole del tempo, molto tempo.

Ci vuole una perfetta conoscenza della macchina burocratica, e questo secondo aspetto non fa che collegarsi al primo.

Infine la pazienza: bisogna ascoltare tutti e tutto, indipendentemente dalla persona che ci si trova davanti, o dal tipo di problema che viene presentato, tanto tutti i giorni ce né sarà una nuova.

Ha un sogno o un grande progetto (che potrebbe essere tutt’ora nel cassetto), che vorrebbe realizzare?

Ho tanti sogni per il mio paese, ma mi soffermo su uno grande ed enorme che spero di vedere realizzato nel suo complesso. Ci terrei molto che il mio paese potesse diventare d’esempio per gli altri comuni per quanto riguarda il turismo, la capacità di accogliere nuovi abitanti, di incentivare la vita sociale del paese, migliorare le attività esistenti e magari favorirne di nuove; insomma di invertire il trend del bilancio demografico.

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