Il Cerchio magico: I Me contro Te, da youtuber a promoter

Chiunque abbia figli dai 5 ai 9 anni ben difficilmente non avrà sentito mai parlare dei “Me contro Te”, due giovani youtubers siciliani che vantano più di cinque milioni di follower e che a metà gennaio hanno presentato il loro primo lungometraggio nei cinema di tutta Italia, battendo nel primo weekend di programmazione anche l’atteso film di Checco Zalone.

Da mamma di una piccola fan “storica” del duo, mi pare di poter proporre una analisi del percorso compiuto e delle prospettive.

Mia figlia ha iniziato a seguire Luì e Sofì (questi i nomi dei due ragazzi, ventenni) più di tre anni fa, quando erano già seguiti da circa due milioni di persone, ma vivevano ancora in Sicilia e cominciavano a fare alcuni programmi su Disney Channel Italia. I loro video uscivano due volte alla settimana ed erano abbastanza curati: raccontavano qualche avventura, c’erano le famose “challenge” (sfide) ed erano – lo ammetto – piuttosto piacevoli per i toni mai sopra le righe.

Poi all’improvviso hanno cominciato a fare video tutti i giorni, questo ha reso decisamente più asfissiante la loro presenza in casa, dato che quei venti minuti erano attesissimi. Si intuiva la difficoltà di produrre contenuti a questi ritmi e così ecco che una puntata ruotava tutta intorno a una semplice gita al mare o dal parrucchiere, tutto raccontato come se fosse pazzesco, folle, divertentissimo. Il tono sempre alto, incalzante, come se fossero caricati a molla. Iniziavano anche i gadget da comprare sul loro sito, oltre alla promozione di giocattoli e articoli di cancelleria che facevano capolino ogni tanto nel corso delle puntate.

Poi i due, spinti evidentemente da un team manageriale molto determinato, hanno lasciato la Sicilia trasferendosi a Milano. Da quel momento i video sono diventati decisamente meno variegati, quasi tutti girati nel loro appartamento, tranne alcune “avventure” vissute fuori Italia (come a Disneyland Paris o in Romania), dove era palese l’intento pubblicitario.

Ma è negli ultimi mesi che il canale si è trasformato in uno spot pubblicitario costante: figurine, slime, film, CD di canzoni, libri di favole (tradizionali, semplicemente riscritti con loro come protagonisti), scarpe, personaggi di plastica, gomme, in una progressione costante… e questo mentre i contenuti del canale diventavano sempre meno interessanti e più ripetitivi. Ormai da mesi i due si sfidano tutti i giorni a chi crea lo slime migliore (lo slime è quell’intruglio fatto di colla, ma non appiccicoso, che i bambini amano tanto): una volta devono trovare gli ingredienti in giro per casa, un’altra nelle bottiglie delle bibite, ma di fatto è sempre la stessa cosa. È tutto un semplice diversivo per inserire pubblicità di colla colorata, di bibite, oltre al proprio merchandising.

È evidente che il salto milanese del due ha coinciso con la scelta di fare del canale una fabbrica di denaro e questo ha iniziato ad esasperare gli animi dei genitori, ma anche dei bambini che cominciano a rendersi conto di essere trattati sempre più come acquirenti e sempre meno come destinatari di un reale impegno creativo.

Anche il film è poco più di un video, sponsorizzato da una marca di slime ovviamente, con una storia poverissima in termini di scrittura e di recitazione, della durata di un’ora sola… ma non per questo meno caro al botteghino di qualunque altro film.

Per quanto mi riguarda ho scelto di non impedire a mia figlia di guardarli, ma di osservare la sua progressiva presa di coscienza e ultimamente la vedo sempre meno alla ricerca del canale e anche delle paccottiglie che vende. Questo mi rassicura sul fatto che i bambini sanno riconoscere i messaggi e difficilmente si fanno fregare a lungo.

Resta il dubbio su quale sia l’intento dei due, se si rendano conto del fatto che il loro approccio attuale è di pura strumentalizzazione dei loro follower a fini commerciali (e non basta una canzoncina con una bella morale a rifarsi la verginità) o se siano condotti su questa strada da uno staff manageriale senza scrupoli. Nel secondo caso, c’è ancora una possibilità che se ne rendano contro e tornino a svolgere quella onorevolissima funzione di intrattenimento dei bambini con la quale erano partiti, altrimenti completeranno la loro transizione a semplici promoter e questo metterà fine al fenomeno Me contro Te, che resterà un semplice canale commerciale.

Paola Lazzarini

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