Giorno della Memoria: a Moncalvo la posa di quattro Pietre di Inciampo

Le pietre ricorderanno le quattro persone catturate a Moncalvo e barbaramente uccise nei campi di sterminio

Si avvicinano le celebrazioni in occasione del 27 gennaio, ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto.

Anche Moncalvo non dimentica e quest’anno si appresta a vivere questa giornata di riflessione con la posa delle Pietre di Inciampo. Si tratta di un progetto dell’artista Gunter Demnig che ha deciso di collocare semplici blocchetti di ottone, con i nomi dei deportati, sulle soglie delle abitazioni presso le quali vennero catturati.

Le pietre che verranno deposte saranno quattro, in ricordo delle quattro persone catturate a Moncalvo e barbaramente uccise nei campi di sterminio: Clelia Vitale, nata nel 1878, arrestata il 24 maggio 1944, deportata ad Aushwitz e assassinata il 15 luglio 1944; Adua Nunes, nata nel 1902, arrestata il 21 marzo 1944, deportata ad Auschwitz e assassinata 31 dicembre 1944; Alberto Colombo, nato nel 1875, arrestato il 19 maggio 1944, deportato ad Auschwitz e assassinato il 1° settembre 1944; Amerigo Colombo, nato nel 1913, arrestato il 19 maggio 1944, deportato ad Auschwitz e assassinato il 1° settembre 1944.

“E’ veramente terribile e inaudito come l’appartenenza ad una minoranza religiosa improvvisamente diventi per legge un tratto identificativo e discriminatorio. E’ come se questi cittadini avessero improvvisamente smesso non solo di essere Italiani, ma di essere Umani – ha dichiarato il sindaco di Moncalvo Christian Orecchia – Per questo motivo è importante mantenere vivo il ricordo di queste persone che hanno vissuto la discriminazione sulla propria pelle: un testimone che abbiamo l’obbligo morale di consegnare a chi non potrà udire queste testimonianze dirette. E allora le pietre di inciampo saranno li, ad imperitura memoria di quei tempi bui”.

“E’ un grande onore aver portato a Moncalvo le Pietre di Inciampo”, ha affermato il vicesindaco Andrea Giroldo, “esse rappresentano la nostra presa di posizione verso alla follia di un passato che non può e non deve tornare, insieme alla doverosa memoria nei confronti delle vittime di questo genocidio”.