Ricordi di famiglia tra le miniature del presepe di Anna Rosa Nicola all’Abbazia di Vezzolano

Dieci metri, miniature piccole come un centesimo, decine di scene, migliaia di ore di lavoro e 2000 visitatori nei primi due weekend di apertura.

Questi i numeri del presepe di Anna Rosa Nicola, in esposizione nel salone del refettorio dell’Abbazia di Vezzolano, nell’ambito della rassegna Oro, Incenso, Mirra – Presepi nel Monferrato.

Anna Rosa espone dal 2012 e ogni anno la sua opera, caratterizzata da piccole miniature estremamente particolareggiate, si arricchisce di scene nuove.

Quest’anno oltre alle botteghe artigiane, al pastore, ai mestieri di un tempo non manca un tocco autobiografico.

“C’è sempre un po’ dell’artista nelle sue opere – spiega Anna Rosa Nicola – Quest’anno, oltre ad un riferimento a me stessa con la presepista, ho inserito anche la bottega del barbiere in ricordo di mio papà”.

Guido Nicola, noto restauratore, aveva aperto il suo laboratorio nel 1968 ad Aramengo, ma prima, per mantenere la famiglia e per finanziare quella che era la sua passione, aveva fatto il barbiere.

“Nel presepe è rappresentata la sua bottega. Al piano terra c’è il negozio, al primo piano mia mamma mentre dà da mangiare a mio fratello seduto sul seggiolone. C’è anche il retrobottega dove mio padre, che era andato ad imparare il mestiere da due restauratori di Torino, era solito lavorare fino a tardi sistemando tele che aveva comprato a poco al mercato del Balon di Torino”.

La passione per il restauro è stata ereditata da Anna Rosa, come anche la dedizione che la porta a creare le sue opere di sera e di notte, alla fine delle giornate di lavoro. “Creare miniature è il mio hobby. Un modo per combattere lo stress e per farmi stare bene”.

E non si può che rimanere a bocca aperta nell’osservare scorci di vita quotidiana in miniatura, rappresentazioni realistiche dei mestieri più originali e talvolta dimenticati, come lo stagnino e il materassaio. “Per rappresentare i mestieri cerco su internet le immagini di quelli che erano gli antichi attrezzi e li riproduco”. E così la bottega del falegname, solo per fare un esempio, è dotata dei più svariati utensili, dai diversi tipi di seghe al girabacchino, il trapano a mano. Tutto in scala 1:10.

Personaggi e dettagli sono creati con la tecnica napoletana della ceroplastica e con materiali di recupero. “Recupero, trasformo e do una seconda vita ad oggetti che altri butterebbero. Con la bigiotteria rotta e gli anelli delle tende ho per esempio realizzato gli orologi della bottega dell’orologiaio.

presepe albugnano anna rosa nicola

Quest’anno oltre al barbiere, fanno la loro prima apparizione anche altri personaggi. C’è il cestaio per il quale Anna Rosa ha utilizzato la vera tecnica di creazione dei cesti, solo molto più in piccolo. “A fianco del cestaio c’è la moglie che crea cappellini” descrive l’artista. Presente anche una famiglia africana: “L’anno scorso una bambina mi ha fatto notare che oltre al Re Mago non c’era nessuno ‘di colore’. Aveva ragione e quest’anno ho voluto colmare questa mancanza”.

Anche la Natività è stata modificata e così troviamo una Maria sdraiata con in braccio il bambino Gesù. “Mi piace rappresentare il vero senso di famiglia, una famiglia più umana e meno sacra. Maria, prima di tutto è una donna che ha appena partorito e che difficilmente può stare inginocchiata, come appare nell’iconografia tradizionale”.

E dalla stessa artista arriva un suggerimento su come visitare e osservare l’opera. Il presepe è una sorta di percorso. C’è la città, la parte ricca, formata dalle botteghe artigiane, dove si trovano l’orologiaio, l’antiquario, il sarto e il negozio di saponi e profumi, quindi anche oggetti frivoli.  Si passa poi alla parte più rurale con il verduraio, il falegname, il  pastore… una parte più povera: ed è proprio qui che si trova la Natività. “Avvicinandosi al Bambino Gesù ci si allontana dalle cose superflue scoprendo quelle più essenziali ed importanti della vita”.

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Il presepe di Anna Rosa Nicola è visitabile in località Vezzolano, 35, ad Albugnano (ingresso libero) fino al 3 febbraio. Aperto ogni sabato, domenica e giorni festivi dalle 10 alle 17 e tutti i giorni tra Natale e Capodanno.

Ad accogliere i visitatori i volontari dell’associazione di Castelnuovo Don Bosco La Cabalesta disponibili a dare informazioni e spiegazioni sull’opera.