Associazione A Sinistra, Piano del Traffico di Asti: le condizioni peggioreranno

Riceviamo e pubblichiamo.


In una recente intervista l’estensore del PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) per la città di Asti replica a chi critica la prevista realizzazione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Alfieri, dicendo che in realtà il “buco” è marginale rispetto al Piano.

Certamente non è marginale per il committente del Piano, l’Asp, che già nella primavera del 2018 si dotava di un “studio di fattibilità dello spostamento dei platani da piazza Alfieri”. Chissà che fine hanno fatto i simpatici volantini dal titolo “Comune di Asp” con cui l’attuale maggioranza in Comune ironizzava sull’operato del Sindaco Voglino, oggi che l’incarico per un documento strategico del Comune è stato dato non dal Sindaco ma dall’Amministratore Delegato (appunto) di ASP?

Lo studio ha confermato la fattibilità dello spostamento dei platani, con una tecnica molto specializzata al “modico” costo variabile, a seconda del diametro del fusto, da 30.000 (trentamila) a 50.000 (cinquantamila) euro per pianta, cui bisogna aggiungere i costi di cantiere (non precisati) e quelli di cura, da 2000 euro per pianta per almeno 3 anni. Le dimensioni delle piante da spostare, con le relative zolle, variabili da 20 a oltre 60 metri cubi (dati dello studio), e quelle dei mezzi necessari allo spostamento richiedono una ricollocazione in aree limitrofe a quella di espianto, indicate nel Parco della Resistenza, Viale alla Vittoria o Piazza Campo del Palio.

Per una serie di motivi, indicati nello studio e su cui non mi dilungo, la scelta sembrerebbe poter ricadere sulla Piazza del Palio in cui le piante verrebbero sistemate a cerchio, in una sorta di oasi centrale, alla distanza di 12 metri l’una dall’altra con conseguente circonferenza di circa 200 m e occupando un’area complessiva di oltre 3700 mq, circa 370 posti auto, oggi gratuiti, in meno!

In realtà il buco in piazza Alfieri è nei desideri di qualcuno da più di 20 anni. Il problema è sempre stato: chi paga i tanti (15?,20?) milioni di euro necessari a realizzarlo? Ecco, io credo che le previsioni del sistema dei parcheggi contenuti nel Piano rispondano a questo quesito. Altro che marginale! Lo pagano i cittadini di Asti e provincia. Il ritorno economico di un investimento così importante con l’attuale sistema di sosta a pagamento richiederebbe molti anni. Se si raddoppiano gli stalli a pagamento, e si fanno sparire o quasi quelli gratuiti, i tempi si dimezzano.

Elementare Watson! Allo stato attuale nel centro della città ci sono 3622 stalli a pagamento e 2880 gratuiti. Il piano prevede 5320 stalli a pagamento e 984 gratuiti. Stante il fatto che l’attuale sistema di trasporto pubblico prevede frequenze che si aggirano mediamente sui 45 minuti con punte di oltre un’ora e mezza ( a seconda delle linee) i cittadini saranno costretti a continuare a venire in centro con le loro auto.

Il risultato sarà che: le condizioni del traffico non miglioreranno, la qualità dell’aria continuerà ad essere una delle peggiori d’Italia e le tasche dei cittadini saranno alleggerite dal pagamento di parcheggi che prima potevano avere gratuitamente. Per contro potremo prendere l’aperitivo nei dehors di Piazza Alfieri, così mirabilmente disegnati nel Piano, all’ombra…dei gazebo!

Saremo confusi, come sembra suggerire l’ingegnere nella citata intervista, ma sappiamo ancora fare di conto.

Infine ho raccolto l’invito a leggere il Piano e ne ho dedotto che il “copia/incolla” dei moderni sistemi di scrittura è un comando fantastico, fa risparmiare tempo e fatica ma, se usato maldestramente, espone a non bellissime figure anche apprezzati e stimati professionisti.

Non credo che il traffico di Asti possa trarre giovamento dalla raccolta dei “flussi extraurbani” provenienti dalla SR11 (Padana Superiore, da noi passa la 10 Padana Inferiore) o dalla SR229 (Strada del Lago d’Orta) o che il traffico in entrata e uscita possa utilizzare i Corsi Risorgimento, XXIII Marzo o Vercelli indicati a pagina 80 del Piano ma non presenti nello stradario di Asti. Così come non esiste più da circa 20 anni il “guado” di Trincere indicato nella planimetria allegata al Piano come strada di entrata e uscita da Asti.

Forse un’attenta rilettura prima della pubblicazione del Piano su un sito istituzionale non sarebbe stata una cattiva idea, sia per i progettisti che per i responsabili tecnici del Comune di Asti, pardon del Comune di Asp.

Giovanni Pensabene
Associazione A Sinistra – Casa del Popolo