Rapina ad una banca nell’astigiano, arrestate due persone video

Importante operazione della Polizia di Asti svolta a Catania.

La squadra mobile della Questura di Asti ha arrestato due persone ritenute gli autori di una rapina ad un istituto di  credito astigiano.

Gli investigatori astigiani, nelle primissime ore della mattinata odierna, in collaborazione con il personale della Squadra Mobile di Catania, hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale Ufficio GIP di Asti in ordine ai reati di concorso in rapina aggravata e sequestro di persona aggravato per i fatti avvenuti in Asti in data 2 novembre 2018, ai danni della Banca di Credito Cooperativo d’Alba, Langhe, Roero e Canavese di Corso Alfieri, rintracciando presso le rispettive dimore entrambi i prevenuti.

La misura è stata emessa dal Tribunale di Asti Ufficio GIP, che ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero inquirente dr. Davide Greco, formulata al termine di un’articolata e complessa attività di indagine che ha consentito di acquisire fondati elementi di reità in ordine ai reati contestati.

La rapina imputata a C.F. di 23 anni ed al 29enne P.L., entrambi catanesi, con a carico precedenti di polizia, fu commessa con maschere per travisare i volti e cutter, e fruttò la somma in contanti di 15.500,00 euro. I due malviventi, prima della fuga, avevano chiuso tutti i presenti all’interno di due uffici, senza telefoni cellulari.

Durante la rapina, uno dei due malviventi imprudentemente, si era rivolto all’altro chiamandolo con un diminutivo, ed i due erano fuggiti a bordo di una vettura Fiat 500 X di colore bianco con tettuccio nero.

La minuziosa ricerca di indizi, l’acquisizione di diverse telecamere di videosorveglianza pubbliche e private, portava gli investigatori in Sicilia, regione dove veniva rintracciata l’autovettura utilizzata per la fuga, in uso ad una persona con pregiudizi di polizia titolare di una società di autonoleggio di Catania.

Nel corso dell’esecuzione delle misure restrittive, venivano eseguite perquisizioni domiciliaci che consentivano di rinvenire e sequestrare svariato materiale ritenuto utile alle indagini.

Espletate le formalità di rito, entrambi gli indagati venivano associati presso la casa circondariale dì Catania, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.