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Speciale 118 Sindaci: intervista a Cristina Ceron, Sindaca di Cunico

118 Sindaci: incontriamo Cristina Ceron, Sindaca di Cunico.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No, proprio no.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Alle elezioni del 2014 il sindaco precedente aveva deciso di non più candidarsi.

Non si sapeva chi avesse potuto prendere il suo posto.

Un gruppo di amici, mi dissero che avrei dovuto candidarmi e mi spingevano a mettermi a disposizione del comune.

Allora decisi di chiedere a qualche cittadino; chi mi consigliò di sì, chi di no. Alla fine decisi per il si.

Devo dire che mio marito era già stato in Amministrazione Comunale e Vicesindaco, quindi avevo già una certa percezione dell’ambiente e dell’impegno che ci sarebbe voluto per fare il Sindaco. In più mio marito mi disse chiaro e tondo che sarei stata solo io a decidere e lui non si sarebbe pronunciato.

Quindi sapevo a cosa sarei andata incontro.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

No, se non per interposta persona, anche se in famiglia.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Forza e coraggio.

Il giorno dopo l’entusiasmo e la conseguente gioia per l’elezione, mi sono detta: e adesso?

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Abbiamo avuto un caso molto complesso di presunta irregolarità nella gestione dei migranti da parte dell’allora parroco.

La notizia si diffuse e tutti i giornali nazionali parlavano del nostro caso e del nostro paese. La gente era particolarmente arrabbiata.

Il parroco fu rimosso, il Vescovo intervenne e portò un po’ più di tranquillità, ma la situazione fu molto difficile da gestire.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

La burocrazia che ci strozza, il reperimento di fondi per realizzare qualche opera, e poi l’ascolto dei cittadini.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Ne ho due:

-La aggiudicazione del bando dei “6000 Campanili”. Con questi fondi abbiamo ripristinato il centro storico, rifatto il muraglione della piazza principale e molte altre opere di abbellimento del paese.

-Il lavoro fatto con le diverse associazioni. Ognuna operava solo per se. Oggi c’è una buona sinergia, c’è spazio per incrementare la collaborazione fra di loro; mi sento di dire che siamo sulla buona strada.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Io cammino per Cunico, vado a lavorare a piedi, la comunicazione migliore è il vis-à-vis.

Tengo acceso il mio telefono personale 24 ore su 24, chiunque mi può chiamare in qualsiasi momento e a qualsiasi ora.

Abbiamo whatsapp che utilizziamo per scambiarci informazioni su tutto quello che succede in paese.

Poi abbiamo le affissioni tradizionali per le comunicazioni ufficiali che sistemiamo nelle bacheche poste nel paese.

Soddisfatta di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

In linea di massima direi di si, anche se non posso sempre accontentare tutti, è impossibile, ma ascolto volentieri le critiche che spesso sono costruttive.

Se la salute mi accompagna e i miei compagni di gruppo lo vorranno, direi di sì, anche perché ci sono ancora molte cose che mi sono ripromessa di fare e so che posso contare sulla collaborazione degli impiegati del comune che ringrazio di cuore, e sui miei consiglieri.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Usare sempre la buona volontà, avere buon senso e cognizione di causa, saper ascoltare la gente e cercare di essere sempre attenti ai fabbisogni dei cittadini.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Meno burocrazia. Facciamo tanta di quella carta!

E ci vorrebbe qualche finanziamento in più. Si potrebbero fare molte cose delle quali il paese avrebbe necessità.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Abbiamo avuto un periodo in cui il paese è stato preso di mira dai ladri nelle case. Avevamo furti nelle case in continuazione, per prima cosa abbiamo creato il gruppo whatsapp del quale ho già accennato.

Poi abbiamo messo delle telecamere sul territorio ed è nostra intenzione di incrementarne il numero.

E qui ringrazio i Carabinieri della Stazione di Montiglio che sono molto presenti sul territorio; con il Comandante abbiamo fatto e facciamo spesso riunioni in paese per spiegare, in particolare agli anziani e alle persone sole, i comportamenti che devono mantenere per evitare raggiri e truffe.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Abbiamo tante persone anziane e alcune famiglie in oggettiva difficoltà. La reta della solidarietà funziona grazie a tante persone particolarmente sensibili e attente a queste problematiche.

La nostra “fortuna” è che abbiamo una Casa di Riposo che funziona molto bene; nelle vicinanze c’è una sala ambulatoriale a disposizione dei cittadini, che viene utilizzata anche dai 3 dottori che vengono in paese.

Inoltre, la Casa di Riposo si rende sempre disponibile per il servizio infermieristico.

Sul territorio lavora anche il COGESA per il servizio prestato.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

C’è la ONLUS che gestisce la nostra “Casa di Riposo”.

Si tratta di volontari che donano parte del loro tempo a questa attività e che affiancano i dipendenti.

Ci sono la Pro Loco, La Società Agricola Operaia, la “Ciuenda” che è il gruppo teatrale, il Gruppo Alpini, l’Associazione Sportiva “Sport for Ever”, e l’U.N.I.R.R Reduci di Russia, Sezione Monferrato, che condividiamo con Montechiaro d’Asti e Montiglio Monferrato.

Oggi c’è una buona collaborazione che si è incrementate nel tempo, anche, come già detto, molto grazie all’opera della attuale Amministrazione Comunale.

Siamo riusciti a far mettere da parte un po’ di “orgoglio” ad ognuno dei gruppi, ed ora notiamo una buona sinergia fra di loro.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Ce ne sono tanti.

Abbiamo dei progetti già pronti nel cassetto, ma mancano i soldi. Se li troviamo possiamo mandarli avanti.

Ma intanto cerchiamo, per prima cosa, di mantenere in vita e migliorare, i servizi che già ci sono e che per la popolazione, sono essenziali.

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