Il Cerchio magico: Superare la simbiosi

Quant’è difficile non diventare la cassa di risonanza per le emozioni dei nostri figli.

Noi genitori “moderni”, attenti al vissuto dei nostri bambini almeno quanto lo siamo a ciò che mangiano, ai programmi che seguono in tv e allo sport che praticano, ci ritroviamo spesso e volentieri immersi – inconsapevolmente – nel vortice delle loro emozioni. È un processo naturale: cercando di metterci in un atteggiamento di ascolto empatico finiamo per farci avvolgere completamente e diventare noi stessi il bambino che stiamo ascoltando, sentendo ciò che sente lui/lei, facendo nostre le cose che vive, arricchite però della nostra storia, sensibilità, delle nostre acquisizioni sulla vita (e su quanto sia dura questa vita).

Viene spontaneo e, per certi versi, è anche il prolungamento di quella fase simbiotica che caratterizzava i primi mesi eppure – col passare degli anni – diventa evidentemente una distorsione che finisce per far male sia al genitore che al bambino stesso.

Sì perché se i bambini hanno infinite risorse per affrontare i loro piccoli e grandi (a volte enormi) dolori, non ne hanno certamente per affrontare l’eco che noi diamo a quei dolori, che li ingigantisce, li sottrae alla loro esperienza e li sposta su un livello diverso che sentono di non riuscire a raggiungere e gestire.

Ecco che la madre preoccupata perché il figlio non vuole fare sport a causa della timidezza entra in una spirale di ansia che già prefigura scenari tragici per quella timidezza, nonché per l’assenza di una pratica sportiva che oggi sembra un dogma, e questo renderà infinitamente più difficile per quel bambino affrontare la propria insicurezza, oltre a far soffrire (inutilmente) la mamma.

Le fatiche, le paure, le sofferenze dei bambini sono le LORO fatiche, paure e sofferenze, quelle che la vita ha riservato loro e che necessariamente devono riuscire ad affrontare, non sono le nostre e finché non impariamo a operare questo sano distacco difficilmente potremo offrire loro ciò di cui hanno bisogno, ovvero empatia e non simbiosi. E recupero della funzione di base sicura, che è ben altro che una sovrapposizione.

Lasciar crescere dentro di noi la fiducia nelle risorse dei nostri figli è importante almeno quanto lasciarli crescere fisicamente, e forse può essere utile a volte fermarsi a ricordare una persona o un episodio che, nella nostra vita, ci ha restituito quel senso di fiducia in noi stessi, quel puoi farcela che ha nutrito ogni nostro piccolo o grande passo. Che bello pensare di poter essere noi quella persona per i nostri figli, ma per esserlo dobbiamo indietreggiare emotivamente fino a vedere quella bambina e quel bambino davvero come la piccola persona forte e competente che è.