Lettere al direttore

Asti e la cultura a pagamento: le riflessioni di Uniti si può

Da sempre ad Asti la cultura è un tema di attualità, ma nell’ultimo periodo è sicuramente aumentata l’attenzione con la nuova Fondazione Asti Musei e l’importantissima mostra di Chagall a Palazzo Mazzetti.

Il Gruppo Consiliare Uniti si Può di Asti ha fatto alcune riflessioni su questo tema, in particolare sull’accesso alla cultura astigiana.

“Per una città che si candida ad essere Capitale della Cultura Italiana , muoviamo qualche perplessità sulla visione generale che hanno i decisori ovvero coloro che per il ruolo che svolgono hanno potere di scelta nelle linee di indirizzo (l’Amministrazione comunale e la Fondazione Cassa di Risparmio Asti). – si legge nella nota – Le fasce di età, i soggetti ai quali ci si rivolge (il cittadino residente ad Asti o il turista), gli ambiti artistici scelti, gli investimenti dedicati, le reti che si intendono realizzare, la relazione tra territorio e proposte offerte, sono alcuni dei punti che gradiremmo sentir approfondire dall’Assessore e dal Presidente della Commissione Cultura non coinvolgendo il Sindaco che ha le sue ragnatele da levare…”

“Sembra, che anche in questo ambito, di cosi alto valore e stimolo di crescita, si prediliga realizzare eventi e si sottolinei la propria bravura nell’offrire un “programma ricco” nonostante la mancanza di risorse economiche piuttosto che mirare ad un più ampio progetto di strategia culturale per la nostra città e i suoi abitanti. – è  il dubbio dei consiglieri Passarino e Anselmo – “In questi giorni si parla di giovani, che per vari motivi hanno subito o attuato violenze e ci si commuove o ci si indigna, dimenticando tutte le responsabilità degli adulti che, non adottando azioni di prevenzione, creano un vuoto di proposte che nessuno è in grado di colmare. La scuola ha altri compiti e responsabilità, la fase di confronto tra l’adulto e il giovane, molte volte, nemmeno in famiglia trova una sua realizzazione, senza dimenticare le molteplici situazioni di separazione che si ripercuotono sui figli sempre più isolati o confusi. Le fasce di età giovanile meritano non solo più rispetto ma più attenzione se non vogliamo creare una futura classe di individualisti, opportunisti ed estranei alle responsabilità che vivendo in una comunità si è chiamati ad assolvere.”

Il comunicato si sofferma su alcune decisioni che la Giunta Rasero ha adottato o fatto sue e che andrebbero riviste ed altre che invece, già attive in precedenza, avevano attivato alcuni di quei rari processi positivi a favore della realtà giovanile:

“Ingresso a pagamento in biblioteca: tessera annuale del costo di 10 euro,senza differenza di età, ( ci risulta essere l’unica biblioteca pubblica in Italia in cui ci sia una tessera a pagamento obbligatoria, gradiremmo una verifica) ci è stato detto, dall’Assessore alla cultura che non si offre più nulla gratuitamente: non è educativo, ma attivare proposte di collaborazione? Anni fa era stata istituita la Carta Giovani ( quella si, presente in quasi tutte le città) una specie di “Banca del tempo” in cambio di azioni concrete e a favore della collettività giovanile (e non lavori di bassa manovalanza) si ottenevano non solo agevolazioni ma anche accessi gratuiti.

Biglietti ingresso musei, mostre, rassegne teatrali, mezzi pubblici: sono previste riduzioni o addirittura ingressi omaggio per gli oltre 65 anni (fascia di età che potrebbe anche economicamente sostenere la spesa del biglietto intero) mentre le stesse agevolazioni non si hanno per le fasce di età giovanile (ad eccezione degli studenti e in rarissimi casi) dove anche le opportunità di facilitazioni economiche possono favorire la partecipazione e conseguentemente uno stimolo culturale. Stesse agevolazioni, in molte città, si attuano per le giovani famiglie dove i bambini anche oltre i sei anni non pagano.

Proposte di attività per il tempo libero: a proposito che fine hanno fatto gli oratori? Molte volte sono stati chiusi o aperti solo il sabato pomeriggio a causa dell’assenza di adulti o animatori e ancora una volta la responsabilità ricade sugli adulti assenti, ai quali invece si aprono mille occasioni e opportunità di attività collettive per esempio all’Università della Terza Età e a cifre assolutamente basse e a tutte le ore. La Scuola del Fumetto, insieme con il Conservatorio G.Verdi, sembrano invece essere le uniche opportunità istituzionali che questa città offre alla realtà giovanile, se escludiamo le società sportive dove alcune offrono anche momenti aggregativi pomeridiani, ma rivolti per lo più alla parte maschile, anche le palestre sono ora molto frequentate ma il costo dell’abbonamento, condiziona non poco la scelta su quale frequentare, più della conoscenza di quale siano quelle con i tecnici più preparati e disponibili.

Luoghi di ritrovo: per gli adulti e anziani i circoli di quartiere, parrocchiali, dopolavoristici, i bar ; per i giovani spazi liberi come alcuni bar del centro e da qualche anno per le fasce delle medie e scuole superiori i marciapiedi delle strade del Centro Storico. Nei parchi o ci sono le fasce più piccole, accompagnate dai genitori o è luogo di spaccio. Quasi, inutilizzati i campi da basket sia nei parchi che nei quartieri. Diverso è il parco del Lungo Tanaro dove, con la realizzazione del centro per il rugby e le pedane per lo skate è sempre frequentato ma non luogo di aggregazione. Alcune aree indicate come interessate dal disagio sociale sono lasciate al loro destino, ricordiamo con un certo rimpianto gli educatori dell’educativa territoriale seduti sulle panchine ad ascoltare gli sfigati e a prendere in giro i bulli. Ricordiamo i quartieri nei quali venivano fatti eventi ed organizzati spettacoli, ma era il secolo scorso e tutta un’altra musica. A proposito e le sale musica per i giovani gruppi? Si parla tanto di benessere e di forma fisica , ma la forma mentale, lo stimolo alla creatività? Esiste una rete tra i comuni italiani chiamata G.A.I. (Giovani Artisti Italiani) che ha come scopo la promozione alla creatività, l’accompagnamento e la circuitazione di giovani talenti che abbiano queste doti, il Comune di Asti ne faceva parte e forse è ancora iscritto, ma manca la volontà e l’attenzione a sviluppare attività in questo ambito. Segnali positivi provengono da alcune realtà imprenditoriali giovanili che trovano in FUORILUOGO e SPAZIO KOR, luoghi dove l’uno promuove varie forme artistiche come letteratura, musica, pittura, grafica e molto alto ancora con incontri e mostre e l’altro il teatro in tutte le sue forme, la CASA DEL POPOLO un angolo di città, dove i giovani possono ancora pensare e confrontarsi da protagonisti in piena autonomia. Il teatro in tutte le sue declinazioni sembra abbia trovato in questi ultimi anni terreno fertile sia in ambito di spettacoli che di produzione ne è un esempio anche il progetto “Scintille”.”

Dopo l’elenco Passarino e Anselmo proseguono: “Possiamo pensare che una città dove le eccellenze sono: la douja, il palio,il festival delle sagre, dove il ristorante più frequentato è asiatico, dove rassegne come “Chiaro Scuro” sono state abbandonate, lasciando spazio ad incontri tematici in cui i giovani sono solo sfiorati dalle offerte proposte, dove si chiude uno spazio come il Centro Giovani, lasciando un luogo che non risponde alle modalità di aggregazione e interessi di quella fascia di età, dove non si è in grado dopo 30 anni di progettazione, di spostamento con l’acquisizione di tre aree diverse di realizzare un Palazzetto dello Sport, negando la possibilità anche di realizzare eventi di forte richiamo. Di offrire tariffe agevolate alle giovani generazioni per attirarle e stimolare i loro interessi,dove progetti teatrali nelle scuole sono stati abbandonati, possa essere un comune che si candidi a CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA? Solo dopo la dimostrazione non a parole ma nelle azioni concrete che anche ai giovani verranno offerti i giusti e sani stimoli con opportunità di crescita non delegando ad internet con le sue applicazioni il desiderio di conoscere, di confrontarsi, il nostro gruppo consiliare appoggerà la volontà dell’Amministrazione, in caso contrario denunceremo quanto sostenuto in queste riflessioni.”

Il comunicato del Gruppo consigliare Uniti si Può si chiude con il consiglio di non assegnare la direzione di “Astiteatro” a Sgarbi, e con una proposta: “pensare ad un festival che unisca il progetto della biblioteca Passepartout e Astimusica trasformandolo in un momento unico per più giorni ricco di stimoli e non solo di celebrità.”