​Il Gay Pride astigiano spacca la maggioranza: “no a commistioni tra politica e diritti sessuali”

La notizia ha preso in contropiede la politica astigiana. La scorsa settimana, con un post su Facebook, il sindaco Maurizio Rasero ha espresso la possibilità di ospitare ad Asti il Gay Pride. L’apertura è avvenuta proprio il giorno in cui il primo cittadino è stato ospite alla manifestazione che si è tenuta ad Alba.

Una vera e propria apertura da parte del sindaco, che ha sicuramente messo in campo una politica più a sinistra dei suoi predecessori. Avvenuto dopo che sull’argomento, l’allora candidato sindaco preferì non schierarsi non rispondendo alle domande dell’ Arcigay su alcune tematiche riguardanti diritti ed inclinazioni sessuali. All’epoca, il candidato sindaco più sensibile agli argomenti trattati era Giuseppe Passarino.

Una apertura, quella di Rasero, che però potrebbe mettere in crisi la maggioranza in Consiglio Comunale. E’ la Lega la prima a smarcarsi, ribadendo il suo secco no a un eventuale patrocinio del Gay Pride astigiano: “Nei giorni successivi abbiamo però assistito a vere e proprie prese di posizione politiche da parte delle associazioni interessate, che oltre a dimostrarsi poco grati nei confronti​ ​dell’Amministrazione comunale di Alba (che li ha ospitati), nel corso della conferenza stampa hanno anche espresso chiare posizioni politiche, nei confronti dei provvedimenti messi in campo dal Ministro degli Interni Matteo Salvini a contrasto dell’immigrazione, al traffico di esseri umani e all’illegalità in cui vivono decine di migliaia di Rom in Italia – si legge in una nota – Alla luce di quanto sopra, coerenti con i nostri principi da sempre volti al contrasto dell’illegalità, dello sfruttamento delle persone, della difesa di quelli che sono realmente i più deboli e con il nostro impegno per aumentare la sicurezza nel nostro paese, non possiamo che essere convintamente e fermamente contrari alla concessione del patrocinio ad una manifestazione che non si limita a rivendicare diritti per una fascia di Italiani, ma per bocca degli stessi organizzatori, si schiera nettamente a favore di un’immigrazione incontrollata e dell’illegalità dilagante nei campi nomadi”.

Insomma al Carroccio non va giù la commistione tra diritti sessuali e politica nazionale. Fa contraltare Fratelli d’Italia, che assume posizioni simili: “I gay pride organizzati nelle città vicine inoltre hanno di molto allargato le istanze uscendo da quelli che sono i soli ambiti LGBT e quindi mischiandosi a magliette rosse pro immigrazione e varie pretese della popolazione Rom. Il Comune di Asti al limite avrebbe la facoltà di concedere il patrocinio ma questa opzione prevede che l’Amministrazione sposi in pieno tutte le istanze portate avanti dalla minoranza LGBT dei pride. Siccome non vi è convergenza con tali istanze ritengo che sia rispettoso non raccontare frottole nè ai cittadini nè agli organizzatori e quindi negare il patrocinio, se verrà richiesto.Concedere il patrocinio sarebbe solo un vano tentativo di compiacere una minoranza LGBT che tanto non sarà mai contenta e che accoltellerebbe alla schiena chi le tende una mano, con il risultato ancora più triste di prendere in giro il proprio mondo di centrodestra”.

Alessandro Franco