Alla riscoperta dei tesori di Moncalvo: il Santuario di Santa Teresa di Calcutta, luogo di ricarica spirituale

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Una facciata tardo-barocca, ritmata da piatte paraste, movimentata da colonne posizionate su alto basamento e separate, nell’ordine superiore, da una bassa trabeazione, accolgono il visitatore al Santuario Diocesano di Santa Teresa di Calcutta, già Chiesa di Santa Maria delle Grazie della Confraternita di San Michele.

Spingendo lo sguardo in alto, si scorge un timpano triangolare sullo sfondo di un alto attico, che sovrasta l’attigua palazzo Testafochi, già palazzo Magnocavalli.
Il laterizio a vista, le buche pontaie, i capitelli a rustico lasciano intendere che nell’intenzione del progettista, conte Francesco Ottavio Magnocavalli, la facciata doveva essere completata da intonacatura, stuccatura, tinteggiatura. Non esistono, però, documenti che suffraghino tale ipotesi; si sa per certo che in tutte le opere progettate dal conte: palazzi, chiese, mai agli lasciò capitelli a rustico da completare.

Nello sfondato dell’ordine inferiore è collocato il portale d’ingresso di pregiato legno di noce, in stile barocco. Lo sfondato della parte superiore, che probabilmente doveva contenere un mosaico, mostra un susseguirsi di ornamenti triangolari e solo parzialmente curvi, di sensibilità classica e non barocca.
Oltrepassato il portale d’ingresso, ci si trova immersi in un’atmosfera magica, quasi mistica: le tenui tinte pastello, armonizzate da una perfetta cromia, l’equilibrio, la grazia delle forme, la suggestione dell’ambientazione sono toccanti.

L’aula rettangolare, definita da campate e campatelle, abbellite da piatte, scanalate paraste, sormontate da eleganti capitelli corinzi, da un’aggettante trabeazione, che scorre lungo il perimetro dell’interno della chiesa e una copertura a vela su base ellittica appagano veramente l’occhio.
Due colonne corinzie segnano il restringimento della navata e l’accesso al presbiterio e al coro, che ha copertura semisferica, a spicchi.

Nel coro, oltre agli stalli elegantemente intarsiati, è posizionata l’icona quattrocentesca (tempera su creta) della Santa Vergine con il Bambino, proveniente dalla prima chiesa parrocchiale di Moncalvo, Santa Maria della Piazza, attigua al castello, allora sede residenziale dei Paleologi.
L’icona, per le ridotte dimensioni, è inserita in una tela riproducente l’arcangelo San Michele che sorregge il quadro, aiutato da graziosi putti e intento ad inforcare il demonio.
Nella chiesa è anche presente un “tocco” di Rococò, rinvenibile nella cassa del prestigioso organo e nella balconata. Il pavimento, recentemente rinnovato, in sostituzione del precedente, che turbava l’armonia dell’ambiente, completa lo sguardo d’insieme.

Il tutto appaga profondamente la vista, il cuore, lo spirito che si sente avvinto da tanta suggestività.
Lasciando il Santuario con un certo rimpianto, si acuisce il desiderio di ritornare, di sperimentare ancora quel senso di pace profonda, di serenità nel luogo sacro, impregnato di tanta grazia, armonia, di restare un po’ in silenzio, alla presenza del Santissimo, della Santa Vergine, di Santa Teresa di Calcutta, richiamata nel dipinto a lei dedicato e nell’artistica statua che la raffigura.

Il Santuario di giorno è sempre aperto e in esso si svolgono le funzioni religiose: Santa Messa, Adorazione, recita delle Lodi. Santa Messa: lunedì e mercoledì ore 18; giovedì ore 9.30 preceduta dalle Lodi e seguita dall’Adorazione. Tutti i giovedì: ore 21 Santa Messa con Adorazione eucaristica per gli ammalati. Nel giorno 5 di ogni mese, alle ore 21, si svolge la veglia in onore della Santa.

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