Arriva ad Asti Parole d’Artista: teatro contemporaneo, musica, matematica e tradizione

Parole d’Artista, la rassegna teatrale curata dal Teatro di Dioniso di Torino, organizza la dodicesima edizione concentrando la propria presenza su Asti tra novembre 2017 e aprile 2018.

L’iniziativa che ha fatto dello sguardo sul teatro contemporaneo il proprio elemento distintivo, si svolgerà infatti interamente ad Asti, ospite di tre strutture: il Teatro Alfieri, lo Spazio Kor e il Palazzo Ottolenghi.

Una scelta che permette di intensificare la presenza in città moltiplicando la proposta, mantenendo l’alta qualità artistica dell’offerta e rimanendo fedeli a una linea che oggi più che mai si avverte come indispensabile: conservare la contemporaneità al centro della scena teatrale e artistica piemontese, preservando uno sguardo di attenzione verso la pluralità dei linguaggi e la creatività giovanile. Per questo motivo la stagione seguirà la doppia traccia dell’ospitalità e del cantiere produttivo che quest’anno vedrà la Piccola Compagnia Dammacco impegnata a marzo allo Spazio Kor nel lavoro di creazione del terzo e ultimo episodio della Trilogia sulla Fine del Mondo, dal titolo “La Buona Educazione”, spettacolo che debutterà nel giugno 2018 e di cui il pubblico astigiano potrà avere un assaggio nel corso della serata di incontro aperta con gli artisti.

Nell’allestire questa nuova edizione è stata confermata l’attenzione al lavoro attoriale e alla contaminazione: musica, scienza, danza, poesia, saranno in dialogo continuo con testi classici e contemporanei attraverso le voci e le esperienze di artisti con formazioni e visioni del teatro dissimili; un approccio necessario e utile per la lettura di una realtà che sempre più spesso sembra andare verso la riduzione della complessità a pochi elementi, nel tentativo di uniformare, irreggimentare, semplificare.

Altro elemento fondamentale è il dialogo con il pubblico, soprattutto con quello più giovane che maggiormente sembra alla ricerca di strumenti utili alla ‘lettura’ del mondo, in un’epoca in cui tutto pare disponibile e semplificato e dove invece a mancare sono proprio gli elementi basilari: rapporti, parole, risposte, confronto, vicinanza, contatto concreto con l’altro, reciproco ascolto – e il teatro sembra oggi uno dei pochi luoghi in cui ancora resiste lo spazio dell’ascolto-, tempo reale trascorso nella condivisione.

La dodicesima edizione di Parole d’Artista si occuperà in varia forma dell’altro, della diversità, dell’altro, diverso, in cui noi stessi possiamo trasformarci quando un accadimento ci sorprende o ci costringe a fare i conti con qualcosa che non avevamo previsto o immaginato o con una vita che di colpo si rivela diversa da quella prefigurata, attesa, a volte anche già in parte vissuta; sguardi che raccontano, declinando le possibili varianti a cui la realtà può condurci, sempre con l’attitudine a non definire, non giudicare, ma osservare, conoscere e accrescere il bagaglio di pensieri che sostengono e permettono di confrontarsi con tutti gli ‘altri’ possibili, noi per primi.

Altro elemento che caratterizza la rassegna è la presenza delle voci delle donne: sono infatti sei su dieci gli spettacoli che presentano personaggi e interpreti femminili, una tessitura che permette di esplorare nelle sue diverse sfaccettature il mondo muliebre nel suo interfacciarsi e interagire con quello maschile in una conversazione continua di universalità e differenze, somiglianze, sovrapposizioni, sentire comune.

La rassegna è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2017 del bando “Performing Arts”, il Comune di Asti che ospita e sostiene la rassegna e il personale degli spazi in cui la rassegna si svolge, la Fondazione CRT, la Fondazione Piemonte dal Vivo e la Regione Piemonte.

Programma di PAROLE D’ARTISTA 2017-2018 | XII edizione

Ad inaugurare PAROLE D’ARTISTA XII venerdì 3 e sabato 4 novembre, a Palazzo Ottolenghi, Anna Karenina | primo studio, nella lettura che Valter Malosti –autore di adattamento teatrale e regia- ha dato attraverso la recentissima traduzione del testo di Claudia Zonghetti (gentilmente concessa da Einaudi). In scena Irene Ivaldi e il violoncellista Lamberto Curtoni ad eseguire dal vivo sue composizioni e trasposizioni di musiche di repertorio russe, popolari e d’autore. Un testo che giunge dopo le repliche estive al Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo e porta al centro del dilemma della protagonista: cedere alle convenzioni o accettare la nuova Anna, nata dopo l’incontro con Vronskij, seguendo la passione che la rende completa, rispondendo positivamente all’inquietudine che la percorre, scegliendo di andare contro le convenienze, sopportando la società che la ostracizza, ma così facendo chiudendosi in una gabbia se possibile più stretta di quella in cui viveva precedentemente, fino al tragico epilogo.

Il secondo appuntamento, previsto per venerdì 24 novembre, si sposterà nella sala più contemporanea dello Spazio Kor con una serata speciale: Edith’s party l’evento che fa da corollario a Edith, lo spettacolo vero e proprio in scena all’inizio del 2018.
Edith’s Party sarà una festa, una serata speciale, un gioco di ruolo dal vivo interamente ambientato nell’era roosveltiana, in pieno New Deal.
Tutto, dal dress code alla musica, racconterà di quell’epoca.
Ogni partecipante sosterrà un vero e proprio ruolo nel gioco, e sarà invitato a ‘far finta di’ essere nel 1936, nelle raffinate sale del Pierre Hotel di New York, su invito di Phelan Beale e Edith Ewing Bouvier Beale, per la festa del debutto in società della loro figlia Edith, cugina di Jackie Kennedy, accanto ad altri ospiti del calibro di Coco Chanel o Francis Scott Fitzgerald. Un modo inconsueto per conoscere le protagoniste dello spettacolo e calarsi nello spirito dell’epoca. Un gioco che richiede la partecipazione attiva e il divertimento del pubblico.
La serata è a ingresso libero su prenotazione obbligatoria all’indirizzo email edith.greygardens@gmail.com

Il terzo spettacolo della rassegna, mercoledì 6 dicembre, programmato a Palazzo Ottolenghi vedrà Roberta Bosetti e Renato Cuocolo interpreti e registi di “Roberta va sulla Luna”, l’ultimo lavoro dell’omonima compagnia. Un viaggio sulla luna o dalla luna, lo scopriremo, ma certo un viaggio che parte dall’autobiografia, da quello che succede nella nostra vita per toccare la vita di tutti. Lo spettacolo continua e sviluppa il lavoro di Interior Sites Project di cui rappresenta il 14mo ‘episodio’ ed è anche una riflessione su come teatro e vita, attore e personaggio, realtà e finzione si sovrappongano. La luna diventa uno sguardo differente sulla realtà. La realtà come un insieme di punti di vista.

Superato l’inizio d’anno, sabato 13 gennaio 2018 il primo appuntamento sarà allo Spazio Kor con “Edith”. Lo spettacolo vede l’interpretazione di Chiara Cardea e Elena Serra che cura anche la regia. “Edith” trae ispirazione da Grey Gardens, un documentario girato nel 1975 dai fratelli Maysles. Il film offre un indimenticabile ritratto di Edith Ewing Bouvier Beale e di sua figlia Edith Bouvier Beale, zia e cugina di primo grado di Jacqueline Kennedy. Le due Edith, protagoniste fino agli anni 50 della vita mondana newyorkese, divennero in seguito simbolo di scandalo e decadenza e furono per anni il segreto ben custodito della famiglia Bouvier.
Le due donne si isolarono volontariamente nella villa di Grey Gardens a East Hampton, dove si abbandonarono al degrado, in una casa circondata da rovi, sommersa dalla spazzatura e invasa da animali.
La drammaturgia originale dello spettacolo prende inizio dal loro isolamento, collocando il racconto teatrale su due livelli: da una parte, la storia di una donna alla ricerca della propria indipendenza, prigioniera del fantasma della madre; dall’altra, il rapporto tra un’attrice alla ricerca della propria maturità creativa e la sua regista, in una tensione continua di complicità e contrasto, recriminazioni e affetto, amore e odio.

Martedì 23 gennaio il Teatro Alfieri vedrà il primo dei tre spettacoli previsti per questa sede: “Rosalyn” di Edoardo Erba, nell’interpretazioni di due grandi attrici (anche) comiche: Marina Massironi e Alessandra Faiella impegnate in una commedia noir che racconta attraverso l’ironia dell’incontro fra due donne, Esther nota scrittrice americana che, a Toronto per la presentazione di un libro sulla donna e la liberazione del sé, conosce Rosalyn, una donna delle pulizie e della fatale giornata che condivideranno, di un uomo morto in un bagagliaio, le conseguenti indagini che arriveranno ad un esito imprevedibile. Uno scarto che determina il cambiamento radicale delle due donne da ciò che erano precedentemente: un ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea.

Sempre al Teatro Alfieri, sabato 10 febbraio, sarà la volta di una serata particolare: il connubbio di letteratura, teatro e matematica attraverso “Le relazioni pericolose. MAtematica e Letteratura” (Tre donne: Alice, Molly e Anna). Un progetto che vede in scena un’attrice, Irene Ivaldi, e un matematico che volentieri estende i propri orizzonti oltre la sua specializzazione: Piergiorgio Odifreddi.
Lo spunto da cui trae origine lo spettacolo sono le tre donne del titolo: la piccola Alice che sogna di andare nel Paese delle Meraviglie di Carroll, la ciarliera Molly Bloom che parla senza prendere fiato per l’intero ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce e la tormentata Anna Karenina di Tolstoj che si dibatte tra convenzioni e passione correndo a capofitto verso il suo destino. I loro straordinari autori, maestri del racconto, le hanno create affidando loro lunghi, affascinanti flussi di parole, che Irene Ivaldi interpreterà.
Fiotti di parole e sentimenti che ci portano ad amarle seguendo l’acrostico –AMA-che le iniziali dei loro nomi formano, e che però non debordano ma sono invece sapientemente incanalati dagli autori, in complesse e sorprendenti strutture organizzate ‘matematicamente’, strutture così mirabili da offrire spunti di riflessione a un matematico del calibro di Odifreddi.

Sabato 17 febbraio, allo Spazio Kor sarà la volta di “Ifigenia in Cardiff” (Iphigenia in Splott). Una grandissima prova di attrice di Roberta Caronia che per lo spettacolo si è aggiudicata il Premio Virginia Reiter 2017, sotto la guida di Valter Malosti che cura la regia.
Il testo dell’inglese Gary Owen trasporta il ruolo dell’eroina greca nell’Inghilterra odierna, presentando un personaggio vinto: Effie, la protagonista, è infatti una ragazza senza prospettive, senza lavoro, che affoga la propria vita in un mare di alcol per stordirsi e non pensare. Effie è sfrontata, sboccata, ha due soli amici e la sua vita sembra essere incanalata in un tunnel di cui non vede l’uscita. Vive in un Galles di periferia, a Cardiff, immersa in un paesaggio alienante fatto di locali oscuri, spiagge devastate dall’incuria, fabbriche abbandonate, binari del treno che portano a niente. Ma tutto questo cambierà grazie ad un incontro inaspettato che stravolgerà la sua vita: l’incontro in discoteca con un reduce dell’Afghanistan sarà la scintilla che darà origine a una Effie nuova. E anche se nulla sarà come sembra, Effie, scoprirà una nuova sé, trasformandosi.
Un feroce ritratto della modernità e del potere che per pura voracità divora le vite degli altri.

Da lunedì 5 a giovedì 8 marzo lo Spazio Kor ospiterà il cantiere produttivo della Piccola Compagnia Dammacco: “La Buona Educazione”.
“La Buona Educazione” rappresenta la tappa conclusiva d’avvicinamento all’omonimo spettacolo che debutterà a giugno 2018. Lo spettacolo sarà anche l’ultimo passo della Trilogia della Fine del Mondo.
Il cantiere è dedicato a Paolo Ambrosino, lo storico organizzatore del Teatro di Dioniso, che fu molto vicino a Serena Balivo e Mariano Dammacco cioè la Piccola Compagnia Dammacco; legare il suo nome ad uno spettacolo e ad artisti molto amati ci è parso essere la forma migliore per continuare a tenere Paolo vivo nel ricordo di tutti coloro lo hanno conosciuto.
“La Buona Educazione” muove da interrogativi che da tempo la Piccola Compagnia Dammacco si pone: quali siano i valori, i principi, le idee trasmesse da un essere umano all’altro; chi si incarica della trasmissione e in che modo; perché i contenuti e chi li veicola sono come sono; se riconosciamo valori e attori della trasmissione come giusti; l’utilizzo e la funzionalità futura di questi valori.
La sera del 7 marzo si terrà un incontro aperto al pubblico a ingresso libero fino a esaurimento posti, durante cui sarà possibile assistere alle prove e confrontarsi con gli attori.

Venerdì 8 marzo, sempre allo Spazio Kor, la Piccola Compagnia Dammacco presenterà ESILIO. Il testo, vincitore del premio Last Seen 2016 e del premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2017, e finalista a altri importanti tra cui il premio Rete Critica, il premio CassinoOFF, pone di fronte ad un avvenimento piuttosto comune in questi anni: la perdita del lavoro da parte di un uomo come tanti.
L’uomo, interpretato da Serena Balivo en travesti, affronta la discesa susseguente alla perdita dell’impiego, mostrando come l’assenza di lavoro produca la perdita di ruolo all’interno della società fino a giungere allo smarrimento della propria identità.
L’uomo, solo in mezzo alla sua città, giungerà a chiedersi come possa essere finito in questa situazione; assisteremo dunque ai goffi tentativi del protagonista di trovare una soluzione e al continuo parlare fra sé e sé, fra sé e la sua anima o forse le sue ossessioni, il tutto attraverso un linguaggio surreale e umoristico.

A chiudere la rassegna sarà, martedì 24 aprile 2018 al Teatro Alfieri “Shakespeare.Sonetti” nella lettura di Valter Malosti, che cura l’adattamento teatrale, la regia e l’interpretazione, insieme a due altri performer, giungendo così a chiudere la trilogia dedicata all’opera poetica del Bardo, iniziata con Venere e Adone e poi con Lo stupro di Lucrezia (che sono valsi rispettivamente il premio ANCT per la Critica nel 2009 per la regia, e il premio UBU under 30 all’interprete, Alice Spisa, nel 2012).
Malosti e i due performer –che incarnano i corpi e le voci dei caratteri evocati dal testo: un uomo maturo, un giovane e una donna, sorta di dark lady- saranno legati fra loro da una relazione triangolare e a specchio. Il fascino della lingua poetica di Shakespeare si dispiega nei sonetti restituendo un forte realismo benché in assenza di nomi. Non sappiamo esattamente chi fossero i destinatari dei versi ma il testo possiede una forza e un’immediatezza straordinaria che contiene e dispiega desiderio e fisicità pur mantenendosi altissimo.
Il nucleo dei Sonetti può essere individuato nella ricerca di sé, un’indagine che usa l’ironia, il corpo, la realtà come un ininterrotto flusso di coscienza da cui affiorano i grandi temi della vita: amore, bellezza, il passare impietoso del tempo, la memoria e il valore della sua trasmissione, la squarciante forza della poesia.