Coldiretti Asti, 56 Comuni dell’Astigiano contro l’accordo Ceta

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Sono già 56 le delibere “No Ceta”, sottoscritte ed emanate dai Sindaci o dei Presidenti dei Consigli comunali e Unioni Collinari dell’Astigiano. Tutti insieme per contrastare l’approvazione del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale di libero scambio siglato tra l’Unione Europea e il Canada.

Dopo la manifestazione di Roma, del 5 luglio scorso, con 4 mila agricoltori, Coldiretti ha allargato ulteriormente lo schieramento trasversale che vuole evitare gli effetti economici e sociali del CETA.

“Anche per il nostro territorio – rileva Roberto Cabiale, presidente di Coldiretti Asti – provocherebbe danni incalcolabili, a cominciare dalla salute delle persone e all’ambiente, fino alle incognite sull’economia, come la concorrenza sleale che subirebbero la nostra zootecnia e la nostra cerealicotura. Ringraziamo tutti i sindaci e presidenti dei consigli Comunali per aver aderito così celermente alla nostra mobilitazione, molti altri Comuni ci hanno già confermato che riuniranno i Consigli per emanare le delibere nelle prossime settimane”.

Se fosse approvato, l’accordo Ceta agevolerebbe in modo scriteriato le importazioni di canadesi con contaminazioni che in Italia non sono consentite, arrecherebbe una concorrenza e un danno che non si può nemmeno immaginare di quantificare. Secondo un Dossier preparato da Coldiretti, delle 291 denominazioni Made in Italy registrate, ne risultano protette appena 41 con il via libera all’utilizzo di bizzarre traduzioni di nomi italiani (un esempio è il parmesan) e alla possibilità di usare espressioni come “tipo”, “stile”, “imitazione”. A questo occorre aggiungere il devastante impatto del Ceta su circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero e l’azzeramento strutturale del dazio per il grano proprio mentre il governo canadese si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto di indicazione obbligatoria dell’origine della pasta che l’Italia ha depositato a Bruxelles.

“A rischio – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta – è lo stesso principio di precauzione, visto che la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa. Inoltre questo accordo di libero scambio con il Canada, legalizzerebbe la pirateria alimentare, aprendo spudoratamente le porte alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti tipici”.
“Con le sottoscrizioni “No Ceta” di così tanti Comuni – puntualizza Cabiale – ci avviamo sicuramente ad avere la maggioranza degli italiani a nostro favore, rimaniamo comunque preoccupati per quanto potrebbe accadere alle nostre denominazioni, destinate ad essere pedestramente copiate per ingannare i consumatori. Pensate che destino avrebbero i nostri formaggi come la Robiola Roccaverano, o la Nocciola Piemonte, sarebbe penalizzata addirittura la carne di razza Piemontese che dopo anni ha ottenuto proprio quest’anno l’Indicazione Geografica Protetta Vitellone Piemontese della Coscia”.

Questo l’elenco dei Comuni deliberanti “No Ceta” aggiornato al 27 luglio scorso: Moransengo, Cortanze, Montafia, Albugnano, Settime, Vigliano, Monale, Cinaglio, Agliano Terme, Rocca d’Arazzo, Camerano Casasco, Cocconato, Revigliasco, Monastero Bormida, San Damiano, Castel Boglione, Villa San Secondo, Aramengo, Chiusano, Castelnuovo don Bosco, Villanova d’Asti, Villafranca d’Asti, Ferrere, Cortanze, Cellarengo, Castelnuovo Calcea, Buttigliera d’Asti, Dusino San Michele, Montegrosso d’Asti, Fontanile, Castellero, Vigliano, Serole, Robella, Calliano, Bruno, Cassinasco, Azzano, Montaldo Scarampi, Pino d’Asti, Baldichieri, Cantarana, Roatto, Antignano, Cisterna d’Asti, Cortandone, Moasca, Capriglio, Scurzolengo. Hanno inoltre già effettuato analoghe delibere le Unione Collinari “Terre del Tartufo” (Comuni di Moncalvo, Grazzano Badoglio, Penango) e “Valli Astigiane” (Comuni di Montiglio Monferrato, Cunico, Piea, Viale).

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