Lettere al direttore

Aramengo, il sindaco Massaia: “Dal Comitato di Canuto informazioni fuorvianti”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Cristiano Massaia, sindaco di Aramengo, che ribatte alle accuse espresse dai contrari all’impianto pirolitico, a seguito dell'incontro organizzato da "Amici di CAnuto", martedì scorso 30 maggio.

L’Amministrazione Comunale di Aramengo è orgogliosa di aver liberamente ospitato l’incontro degli “Amici di Canuto” presso i propri locali, ed esattamente nel Salone Comunale che ha da sempre ospitato riunioni, assemblee e manifestazioni proposte dai cittadini.
Siamo anche soddisfatti della partecipazione dei cittadini di Aramengo, dei residenti di altri Comuni confinanti e di tutti coloro abbiano voluto intervenire.
In tal senso siamo felici che la discussione sia stata caratterizzata da comportamenti civili e ci auguriamo che il clima di confronto e la necessaria dialettica tra le parti non pregiudichino una discussione da portare avanti lungo i binari del rispetto reciproco, della razionalità e dell’oggettività per assicurare una seria
partecipazione e una corretta informazione scevra da pregiudizi e utile per l’intero nostro territorio.

Prendiamo atto, con innegabile soddisfazione, che la nostra scelta di non partecipare ufficialmente all’incontro abbia favorito l’espressione libera di opinioni e umori, evitando contrapposizioni sterili non suffragate da fondamenti, da dati, da intenzioni vere e serie con il rischio dell’incomprensione e di
atteggiamenti da tifoseria.

Il nostro territorio, inteso come area vasta, ha necessità di uscire da un limbo economico e ambientale che ne determina l’abbandono, e di mettere al lavoro TUTTE le risorse umane e le idee in un fare virtuoso. Ha necessità cioè di tutto e di tutti tranne che di cieco tifo.
Per questo vediamo con favore le aperture al dialogo costruttivo che sono venute anche da alcuni esperti seri, che ieri sono intervenuti, e da soggetti autorevoli del Comitato.

Sarà nostra cura e piena responsabilità del Sindaco garantire un percorso partecipato e informato seriamente per le decisioni del caso che mano a mano dovranno essere affrontate e , appena le condizioni materiali ce lo consentiranno, comunicheremo questo percorso in piena trasparenza e collaborazione,
illustrando a dovere opportunità ed eventuali criticità allo scopo di consentire conoscenza diffusa e discussioni nel merito.
Un percorso partecipato di questo tipo, quindi, obbligherà l’amministrazione comunale – così come gli altri soggetti coinvolti – a tenere fede alle proprie doverose responsabilità e scelte di civiltà e crescita. Proprio per rispettare questo approccio condiviso e oggettivo, non possiamo esimerci dal sottoporre a tutti
gli interlocutori del confronto alcune osservazioni sulla conduzione della discussione di ieri sera, nel metodo e nel merito, con la convinzione che ognuno possa farne tesoro.

Nel corso dell’incontro – che è bene ripetere si è svolto per lo più con toni e modi civili e rispettosi – sono state pronunciate parole che speriamo di non sentire più: anche se in una discussione aperta a tutti possono capitare episodi incresciosi, è responsabilità degli organizzatori fare in modo che simili circostanze
non si verifichino ancora senza conseguenze.

Alcuni esperti, innanzitutto, hanno fatto confronti e paragoni con impianti che nulla hanno a che fare con quello in progetto ad Aramengo, probabilmente a causa di informazioni parziali o inadeguate in loro possesso. Sono state ad esempio citate come riferimento, speriamo non volutamente, le Centrali a Biomassa come quella di Crescentino, sempre criticate anche per gli effluvi e le conseguenze negative sul territorio, e persino la centrale di Mongardino, che era addirittura un inceneritore. Analogamente, anche il paragone con un impianto estero del 2002 (tecnologia superata e desueta, dimensione impropria) non era affatto calzante, per ovvie ragioni.

Sulle condizioni sanitarie e di salute per i cittadini, dopo una lunga dissertazione “tecnica” e non medicoscientifica, sono state mostrate tabelle relative ad altre tipologie d’impianto e di emissioni, che nulla c’entrano con il progetto di Aramengo ma che ciononostante possono creare allarme sociale.
Il Sindaco è responsabile della salute dei suoi cittadini, questo è noto a tutti! Come potremmo quindi fare scelte che vanno nel senso opposto? Anche in questo caso preferiamo soprassedere dal punto di vista legale, ma anche in questo caso ricordiamo le responsabilità civili e legali a cui tutti sono tenuti.
Proseguendo con le nostre osservazioni sull’incontro di ieri, vogliamo evidenziare che il piano di fattibilità presentato è basato su dati che nulla hanno a che fare con i nostri intenti e con i reali vantaggi o eventuali svantaggi per la gestione dell’impianto.

Un esercizio tanto inutile quanto fuorviante. Volutamente? Siamo sicuri di no, ma ci sentiamo di suggerire  di attendere i tempi e i dati corretti per averne uno aggiornato: da parte nostra lo faremo senza dubbio con dati completi e certi, e soprattutto che contemplino le ricadute positive a medio e lungo termine sul
territorio, senza limitarci a considerazioni “mordi e fuggi”.

Per tutte queste ragioni, noi crediamo che la nostra ipotesi proposta debba anche essere una occasione per discutere del riscatto delle nostre aree e dei nostri magnifici paesaggi. Vogliamo sgombrare il campo da contrapposizioni parziali e sterili, che tutto lasciano inalterato in una decadenza ambientale che potrebbe
poi fare gola, questo sì, a chi vorrà specularci e costringerci ad accettare qualunque cosa. Preferiamo di gran lunga prendere il nostro destino nelle nostre mani.
Per questo riteniamo il dialogo e il lavoro comune una grande opportunità.

A breve, come già detto, troveremo le sedi ove questo sia pienamente possibile, otre che auspicabile.

Il Sindaco del Comune di Aramengo