Il Cerchio magico: Lo stress nella gravidanza, parto e accudimento del neonato

Giovedì scorso si è svolto, presso i locali del Polo Universitario di Asti, il primo incontro del ciclo “I giovedì della salute” promossi dall’Associazione culturale InCreaSe insieme ad Astiss e all’ASL di Asti.

In questo primo appuntamento abbiamo approfondito il tema dello stress nella gravidanza, parto e accudimento del bambino insieme a una ginecologa, un’ostetrica, una consulente professionale in allattamento materno e una pediatra.

È stato un pomeriggio molto intenso per la qualità degli interventi, ma anche per la carica di passione e sentimento che le relatrici, così come il pubblico, hanno messo in campo.
Come tutti gli eventi più importanti della vita, anche ciò che ruota attorno alla nascita è un momento nel quale natura e cultura si incontrano e si sovrappongono: la gravidanza è oggi un tempo considerato particolarmente “prezioso” perché facciamo pochi figli, ma è anche un target economico ben preciso, con prodotti finalizzati; è un tempo temuto e ostacolato dal mondo del lavoro perché considerato improduttivo, ci aspettiamo che la donna lavori fino all’ultimo e – una volta partorito –torni immediatamente a lavorare come prima, possibilmente senza portare i segni esteriori di questa esperienza. Da un lato quindi una maternità esaltata, dall’altro negata, ma in ogni caso una maternità che perde i contorni della propria concretezza. Per questo nell’incontro di giovedì scorso si è posta attenzione a gravidanza e maternità reali come occasione per le donne di attivazione di tutte le proprie capacità ed energie.

La dottoressa Valeria Ferrero, ginecologa, ha parlato del fatto che noi donne di oggi abbiamo perso parte della sapienza delle nostre ave nell’ascoltarci e accedere a risorse antiche e questo si ripercuote anche sul tempo della gravidanza. La gravidanza rappresenta un cambiamento rivoluzionario nella vita di una donna, anche se non improvviso, e porta in sé una valenza positiva, ma può anche indurre stress: uno stress adattativo e positivo, ma – se non ben gestito- anche uno stress prolungato e negativo. I cambiamenti sono fisiologici (nel corpo), ma anche psicologici, sociali e familiari. C’è anche lo stress legato ai test di screening che hanno reso la gravidanza più sicura, ma anche più stressante. La Dottoressa si è poi soffermata sulla gravidanza come occasione per modificare il proprio stile di vita, in particolare per quei comportamenti che hanno più ricadute sulla salute: come fumo, alcool, cattiva alimentazione… per tutti questi comportamenti la gravidanza è un’occasione meravigliosa nella quale la motivazione per migliorare il proprio stato di salute è forte.

La dottoressa Adriana Caprioglio, ostetrica, ci ha parlato del parto come occasione per esercitare un reale protagonismo della donna, non nascondendo le difficoltà connesse al fatto che noi donne siamo state educate più all’adattamento che al protagonismo. La soddisfazione e l’esito del parto, ci spiegava, non dipendono tanto dalla modalità con cui avvengono, ma dalla misura in cui tali modalità corrispondono col sistema di valori e aspettative della donna e un’esperienza soddisfacente nel parto è ciò che tutte cercano. Nel contesto concreto del travaglio e parto non sempre la donna riesce a far prevalere la propria volontà sul contesto, lo staff sanitario infatti può remare in direzione contraria rispetto alla volontà della partoriente e in questo caso il vissuto sarà quello di una “espropriazione” . Occorre quindi lavorare su formazione e informazione, perché il protagonismo è – ancora oggi – più una conquista da attuare che un bagaglio in dotazione.

La consulente professionale in allattamento materno, Nicoletta Boero, ci ha portato a riflettere sugli ormoni dello stress nella nascita e nell’accudimento del neonato e sul ruolo dell’allattamento. La dott.ssa Boero ha introdotto il concetto di salute primale, legata cioè alle primissime fasi della vita, e alle condizioni che la favoriscono: anzitutto lo scorrere naturale dell’ossitocina, ma anche il rilascio dei necessario ormoni dello stress (adrenalina e noradrenalina), come avviene naturalmente in un parto rispettato. Nel momento cruciale del travaglio ed espulsione l’adrenalina è fondamentale e positiva e anche l’aggressività che induce nella madre è una risposta necessaria alla difesa della prole. Ma gli ormoni dello stress della madre hanno una ricaduta importantissima anche sul bambino, attivando meccanismi di sopravvivenza che lo proteggono dalla mancanza di ossigeno durante le contrazioni, che favoriscono la maturazione polmonare e del senso dell’olfatto, regolarizzano la sua temperatura corporea. Per tutte queste ragioni sarebbe importante che, anche in caso di necessità di taglio cesareo, si consentisse alla donna di vivere comunque il travaglio. Le beta-endorfine hanno poi un ruolo fondamentale nel rilascio della prolattina, l’ormone del latte che è anche l’ormone dell’accudimento, insomma in una danza meravigliosa gli ormoni naturali portano la donna a trovare energia e ricompensa nel partorire e poi a desiderare di prendersi cura del suo cucciolo.

Nell’ultimo intervento, la dottoressa Cristina Brondello, pediatra ci ha accompagnate nelle prime fasi della vita del piccolo e innanzitutto ci ha parlato della prima “magica” ora di vita del bambino nella quale avviene il “bonding”, si stabilisce cioè quel legame indissolubile che caratterizza la relazione madre-figlio. Attraverso il contatto pelle a pelle il neonato non solo riconosce gli odori della madre, ma è in grado di raggiungerne autonomamente i capezzoli per nutrirsi. Anche quando il piccolo necessita di cure e deve stare in culletta termica, è importante mantenere il più possibile il contatto e laddove possibile utilizzare la Kangaroo terapia, ovvero tenere addosso pelle a pelle i piccoli prematuri. Rispetto al “ritorno a casa”, poi, ha messo in evidenza come ansia e interferenze esterne possano rendere più difficile l’allattamento, mentre guardare il proprio bimbo e non separarsi da lei/lui favorisce il riflesso ossitocinico necessario per produrre prolattina e quindi latte. Si è poi parlato del pianto, che rappresenta una modalità dimostratasi efficace fin dagli albori dell’umanità per garantire le necessarie cure al neonato, e non certo un vizio. Tra le modalità di accudimento che maggiormente rispondono alle esigenze del neonato, ma anche della mamma, la Dottoressa ha presentato il babywearing, ovvero la possibilità di portare il proprio bambino addosso, mediante fasce e altri supporti, ma qualsiasi modalità positiva è resa possibile dal sostegno dato alla madre, in primo luogo dal padre, ma anche dalla società e dagli operatori sanitari che devono in primo luogo infondere fiducia.

A concludere questo intervento e tutto il nostro pomeriggio è stata la fotografia di Favor, una bimba africana nata a bordo di un barcone, con l’auspicio che la nascita rispettata sia la premessa di una società rispettosa, nella quale nessun essere umano sia più costretto a fuggire la guerra e la fame.

Paola Lazzarini 

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