Economia piemontese: la produzione industriale cresce anche ad Asti, ma al di sotto della media piemontese

Il comparto manifatturiero si conferma in salute per il 7° trimestre consecutivo, la variazione tendenziale media annua è pari al +2,2%. Asti è al +1,7%.

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha presentato oggi i dati della 181ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei primi mesi del 2017 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2016 e ha coinvolto 1.212 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 83.949 addetti e un valore pari a circa 49 miliardi di euro di fatturato.

Il IV trimestre 2016 ha confermato il buono stato di salute del comparto manifatturiero piemontese: la produzione industriale ha registrato, infatti, una crescita del 2,5% rispetto allo stesso trimestre del 2015, dopo le variazioni del +2,2%, +1,5% e +2,7% realizzate nei precedenti trimestri dell’anno. Questo risultato porta a sette i trimestri consecutivi di crescita del tessuto manifatturiero regionale.

Considerando complessivamente l’andamento dell’intero 2016, emerge come la produzione dell’industria manifatturiera piemontese abbia realizzato una variazione tendenziale media annua pari al +2,2%, consolidando quella del +0,7% registrata nel 2015.
“I dati che presentiamo oggi ci mostrano un Piemonte che, sebbene lentamente, prosegue il suo cammino di ripresa. Guardando i risultati della produzione industriale nel IV trimestre 2016 (+2,5%) e nel 2016 nel suo complesso (+2,2%) possiamo tirare un respiro di sollievo. Ma non ad ampi polmoni. Non possiamo parlare ancora di un trend di crescita sostenuta, anche se i dati sono positivi. Stiamo in pratica consolidando la ripresa, in atto dal 2015. Sono quasi due anni infatti che la produzione non arretra. E questo ci permette di essere fiduciosi, e con noi tutti gli imprenditori” ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello.

“I dati di Unioncamere trovano conferma nelle previsioni di dicembre delle imprese piemontesi associate a Confindustria Piemonte – ha commentato Simone Ghiazza, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Piemonte -. Le attese della maggioranza delle imprese sono cautamente positive, con indicatori complessivamente allineati a quelli dei mesi precedenti. In particolare, nel settore manifatturiero migliorano di poco le aspettative su occupazione e ordini, calano leggermente quelle sulla produzione. Segnali positivi provengono dall’export; stabili gli indicatori a consuntivo (utilizzo CIG, investimenti, tasso di utilizzo delle risorse). Nel settore dei servizi il clima di fiducia si raffredda lievemente rispetto ai trimestri precedenti, ma rimane comunque favorevole”.

“Come Banca- ha sottolineato Attilio Ghiglione, Responsabile Sviluppo Territoriale del Nord Ovest di UniCredit – siamo fortemente focalizzati sulla crescita, proponendoci di riattivare il ciclo del credito proprio nei territori di riferimento, come testimoniano i ben oltre due miliardi di euro di nuovi finanziamenti a medio e lungo termine, escludendo i rapporti con le grandi imprese, erogati l’anno scorso alle imprese e famiglie dalla regione .Un trend che continua a confermarsi positivo con gli oltre 250 milioni di euro finanziati alle imprese e alle famiglie del territorio nei primi due mesi del 2017. Per lo sviluppo dei mercati, inoltre, la nostra banca mette a disposizione delle aziende UniCredit International, una linea di servizi appositamente dedicata alla internazionalizzazione delle imprese. Si sviluppa con strumenti concreti per il cliente e fa leva sull’unicità della rete del Gruppo. UniCredit offre competenze locali nonché una rete internazionale unica in grado di accompagnare e supportare la propria ampia base di clientela a livello globale, attraverso banche leader in 14 Paesi ed un network che si estende ad altri 18 Paesi in tutto il mondo”.

Paolo Musso, Direttore Commerciale Imprese di Intesa Sanpaolo, ha evidenziato: “Dagli indicatori dell’ultimo trimestre si coglie già una tendenza che, per quanto ci riguarda, si sta confermando. Le erogazioni di Intesa Sanpaolo alle Pmi nei primi mesi del 2017 sono in crescita del 65% rispetto allo stesso periodo 2016, anno che si era chiuso con oltre 1,7 miliardi di euro. Il nostro obiettivo è rafforzare la ripresa e accompagnarla verso maggiori investimenti in tecnologia e innovazione, in linea con il Piano nazionale 4.0, una realtà con la quale non sarà possibile non confrontarsi. Le misure messe in campo sono importanti e articolate, dal sostegno agli interventi ammessi all’iper-ammortamento del 250% degli investimenti in beni 4.0, al super-ammortamento del 140%. Intesa Sanpaolo sta inoltre promuovendo una fitta serie di attività sul territorio per alzare l’asticella dell’attenzione sul tema. Le aziende che incontriamo sono sane e ben strutturate, quindi stiamo cercando di cogliere il momento favorevole, che abbiamo ulteriormente agevolato con la valorizzazione degli aspetti qualitativi – come gli investimenti in formazione e capitale umano, innovazione e certificazioni – quali elementi di miglioramento del rating”.

L’incremento della produzione industriale si associa ai risultati positivi registrati dagli altri indicatori analizzati: si evidenziano, infatti, incrementi tendenziali degli ordinativi interni (+2,1%) e di quelli esteri (+3,7%); in media, il fatturato totale delle imprese manifatturiere intervistate cresce del 2,3% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2015, con la componente estera che registra una dinamica in linea a quella generale (+2,1%); il grado di utilizzo degli impianti si porta al 66,5%, dal 64,3% del IV trimestre 2015.
L’analisi della dinamica della produzione industriale per classe di addetti conferma, nel IV trimestre 2016, le tendenze rilevate nel periodo luglio-settembre: le grandi imprese (oltre i 250 addetti) registrano l’incremento più sostenuto (+9,2%), mentre l’output prodotto aumenta dell’1,3% per le piccole imprese (10-49 addetti) e dello 0,2% sia per le micro aziende (meno di 9 addetti) che per le realtà di medie dimensioni (50-249 addetti).

A livello settoriale, l’incremento dei livelli produttivi non ha coinvolto tutti i comparti di attività economica. Con uno sviluppo della produzione industriale del 22,4% rispetto al IV trimestre 2015, i mezzi di trasporto si confermano il settore trainante. Il risultato messo a segno dal comparto è scaturito in primo luogo dall’ottima dinamica della fabbricazione di autoveicoli; anche la produzione di componenti autoveicolari ha registrato un incremento, mentre i livelli produttivi dell’aerospazio sono apparsi, ancora una volta, in flessione.
Alle industrie dei mezzi di trasporto seguono quelle del legno e del mobile che, nel IV trimestre 2016, evidenziano un incremento della produzione di circa 10 punti percentuale. Appaiono positive, sebbene inferiori al dato medio regionale, le dinamiche manifestate dalle industrie alimentari (+1,2%), dalle industrie chimiche e delle materie plastiche (+1,0%) e da quelle dei metalli (+0,5%).
I livelli produttivi delle industrie meccaniche (+0,1%) e di quelle elettriche ed elettroniche (+0,1%) risultano stabili rispetto al periodo ottobre-dicembre 2015. Flette, infine, la produzione delle industrie tessili e dell’abbigliamento (-2,3%) e degli altri settori di attività manifatturiera (-2,9%).

La crescita della produzione industriale non ha riguardato la totalità dei tessuti produttivi locali. Anche nel IV trimestre 2016, il comparto manifatturiero piemontese trova in Torino la provincia trainante: le imprese del territorio hanno registrato, infatti, un incremento dei livelli produttivi del 4,9% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2015.
Seguono Cuneo (+2,5%) e Novara (+2,3%), per le quali si segnalano risultati in linea con la media regionale. Appaiono positive, benché al di sotto del trend di sviluppo medio piemontese, le dinamiche manifestate dalle province di Asti (+1,7%) e Alessandria (+1,3%).
I settori manifatturieri del biellese e del vercellese, invece, registrano rispettivamente cali tendenziali della produzione industriale dell’1,3% e dell’1,7%, mentre una flessione ancora più marcata ha caratterizzato i livelli produttivi del Verbano Cusio Ossola (-3,2%).