“Se non me la dai …non ti faccio più lavorare”
Che espressione brutale. E volgare. E non si scrive in un comunicato, che diamine.
Succede? Succede. E’ la faccia più brutta e più nascosta della precarietà del lavoro. Il ricatto costante che riguarda tutti i lavoratori precari (uomini e donne), per le donne può rivestire l’aspetto odioso della maggior esposizione alle molestie, e del vero e proprio ricatto sessuale.
Si può rispondere per le rime, mandando al diavolo e magari mollando una sberla. Oppure no, perché quei pochi soldi sono gli unici che entrano in casa, se ne ha un disperato bisogno e non resta che subire. In silenzio, perché c’è vergogna a parlarne con chiunque. Perché la vittima si sente in colpa. Qualcuna riesce a raccontarlo in un Centro antiviolenza.
Chi ha varato le leggi sulla precarietà del lavoro, aveva messo in conto tutto questo? Questa devastazione della dignità e della libertà delle persone?
Tra qualche giorno sarà l’8 marzo, la Giornata delle Donne. Sentiremo discorsi seri e compunti sul significato di questa ricorrenza. Magari dagli stessi che hanno votato quelle leggi, quelle che hanno reso tutti e TUTTE più ricattabili.
Noi aspettiamo un’altra data, quella in cui si potranno votare i Referendum della Cgil. Sono solo 2 PASSI, molto altro resterà da fare per ripristinare le condizioni di un lavoro libero e dignitoso. Ma sono 2 passi nella direzione giusta:
-ABOLIRE I VOUCHER, che non c’entrano più nulla con le mansioni occasionali e accessorie per cui erano nati, ma sono diventati un modo per mascherare il lavoro nero, il più esposto a violenze e abusi
-RIPRISTINARE LA SOLIDARIETA’ NEGLI APPALTI tra committente e appaltatore, affinché le imprese non facciano come Ponzio Pilato, cioè “se ne lavino le mani” di chi lavora per loro, perché tanto risponde l’intermediario.
Buon 8 marzo a tutte le donne. Le donne che lavorano e quelle che il lavoro lo cercano, le pensionate che aiutano figli e nipoti precari, e le ragazze che studiano e forse stanno pensando di andare all’estero. Soprattutto, buon 8 marzo alle donne che stanno subendo un sopruso e si sentono sole. E alle donne che sulla loro strada hanno incontrato un uomo violento, e adesso non si sono più.
per Cgil Asti
Luisa Rasero