Asti: con “Buon compleanno Vittorio!” le iniziative dedicate a Vittorio Alfieri

Si celebra oggi il 268° anniversario della nascita di Vittorio Alfieri: a mezzogiorno la cerimonia ufficiale.

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Tra poco, alle 12 ci sarà la cerimonia ufficiale con la posa della corona al suo monumento e di un mazzo di fiori in Cattedrale sulla tomba della madre Monica Marianna Maillard de Tournon. Questa sera alle 17 l’inaugurazione dell’appartamento storico nel palazzo di via Maestra al 375. Sempre a cura del Comune uno spettacolo di intonazione alfieriana verrà proposto alle scuole e cittadinanza a metà marzo.

All’ufficialità si accompagnano “dal basso”, come ha sottolineato Gianfranco Monaca dell’Associazione Tempi di fraternità e cultore attento della cultura e della antropologia di Alfieri, quattro incontri di studio. Venerdì scorso, al polo universitario si è tenuto il primo appuntamento “L’orfanità precoce” con Maria De Benedetti. Sempre al polo univeristario si terranno domani, martedì 17 “Animali e animali umani” con Maurizio Scordino, giovedì 19 “Elogio di un maleducato” con Tonino Catalano e martedì 24  “Limiti e forza della satira” con Ugo Basso.
A cura della Compagnia dei Sansguignon verrà riproposta la seconda edizione del premio Piazza Alfieri che avrà a tema la sua infanzia, www.liberliber.it/mediateca/libri/a/alfieri/  (scadenza  31 luglio).
Contrariamente alle interpretazioni Alfieri amava Asti, “La considerava il suo nido. La amava e ci teneva a siglare ogni sua opera facendo seguire “da Asti” al nome e cognome”. Ma lui era un senza patria, un apolide e sul concetto di nazione fu in anticipo sui suoi tempi” – a descriverlo è Carla Forno, direttrice del Centro di Studi Alfieriani – Da intellettuale e aristocratico ribelle gli stava molto stretto il regime sabaudo. Ma per Asti aveva nostalgia”.
Oggi si direbbe un “cittadino del mondo” capace di un pensiero alto e nobile. Così la sua modernità sarà anche di stimolo a farne in sede locale un tema per la Giornata del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 20 giugno: “ Un modo per interpretare le migrazioni – ha affermato il Vice prefetto Paolo Ponta – non come un problema contingente ma elevarlo a materia di interesse culturale. Coniugare astigianità e mondialità, lo faceva nel settecento, cerchiamo di riproporlo tre secoli dopo”.

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